Piario ko al Tar, ma i sindaci dell'Oglio Po vanno avanti: "Abbiamo motivazioni diverse"
I sindaci, infatti, si incontreranno a Palazzo Forti a Sabbioneta venerdì 5 ottobre alle ore 21, per firmare il ricorso con nuove motivazioni legate sia alle distanze sia ai tempi di percorrenza sia alle questioni dei collegamenti per il blocco dei ponti.
CASALMAGGIORE – La doccia gelata arrivata dal Tar della Lombardia sulla questione del Punto Nascite di Piario non ferma l’ultimo tentativo da parte dei sindaci del comprensorio Oglio Po. Questi, infatti, si incontreranno a Palazzo Forti a Sabbioneta venerdì 5 ottobre alle ore 21, per firmare il ricorso con nuove motivazioni legate sia alle distanze sia ai tempi di percorrenza sia alle questioni dei collegamenti per il blocco dei ponti.
Il documento verrà dunque approvato nelle prossime ore e in tempi stretti e poi presentato al Tar per un ricorso differente rispetto a quello di Piario e degli altri comuni: nelle motivazioni del non accoglimento del ricorso orobico, infatti, il Tar evidenzia come nel Punto Nascite dell’Alta Val Seriana non vi siano né la guardia pediatrica H24 né la Dea, ossia il dipartimento d’emergenza e accettazione. Questi due servizi sono invece previsti a Vicomoscano presso l’Oglio Po. Da qui la decisione da un lato di riprendere la famosa richiesta di deroga che Regione Lombardia inviò al Ministero della Salute un paio di anni fa con dati chilometrici sbagliati, rispetto alla distanza di Casalmaggiore da altri Punti Nascita lombardi, dall’altro di inserire un discorso più generale sulle necessità dell’area Oglio Po a livello sanitario, viabilistico e infrastrutturale, specie ora che il ponte stradale sul Po è chiuso. Su questi due punti cardine si svilupperà il ricorso casalasco-viadanese, basandosi così su motivazioni diverse rispetto a quello di Piario nella speranza che queste siano più convincenti.
Si registra, poi, l’intervento del Movimento 5 Stelle, con i suoi rappresentanti regionali. “La questione punto-nascita di Casalmaggiore non è chiusa – dicono Andrea Fiasconaro e Marco Degli Angeli, consiglieri regionali a 5 Stelle – . Abbiamo avuto conferma dal Ministero della Salute che il parere del Comitato Percorso Nascite Nazionale è solo consultivo e non vincola la Lombardia a chiudere per forza. L’Assessore Gallera non può incolpare le politiche nazionali per la cancellazione del reparto. La serrata dipende solo dalla Lombardia e dai gravi errori di programmazione sanitaria degli ultimi anni”.
“A fronte degli errori del passato ci auguriamo che, a pochi giorni dalla chiusura – proseguono i due consiglieri – prevalga la volontà di dialogare (come accaduto in altre Regioni come il Veneto) e di adottare finalmente un piano di rilancio. Privare i cittadini del Punto Nascita significa cancellare opportunità di crescita e sviluppo, allontanare le persone dal territorio e costringere le donne partorienti a viaggi della speranza per raggiungere altri punti nascita su strade in condizioni spesso cattive e con tempi di percorrenza inaccettabili, aspetto sottostimato nella richiesta di deroga”.
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