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Farina 30 anni dopo: una tavola rotonda per celebrare l'inizio dell'epopea sportiva casalese

Lo chiamavano “gattino”, Umberto Viti: alla faccia dei muscoli che poi col lavoro durissimo - speso anche in aiuto al padre, presente con la moglie e mamma di Gianluca - aiutarono Farina a ottenere traguardi insperati. FOTOGALLERY E SERVIZIO TG DI CREMONA 1

CASALMAGGIORE – Trent’anni dopo l’emozione è ancora forte: c’è chi dice che l’epopea sportiva di Casalmaggiore sia partita da lì, dall’oro di Gianluca Farina ai Giochi Olimpici di Seoul 1988, mirando da quel momento in poi sempre più in alto. Difficile dare torto a questa visione, e per questo sabato alla Canottieri Eridanea, la società che ha lanciato Gianluca e che lo stesso non abbandonò mai nemmeno quando il salto nei gruppi sportivi militari era possibile, la gente di Casalmaggiore non mancava.

Più che una celebrazione, però, è stata una tavola rotonda nella sede della Canottieri Eridanea aperta al pubblico, con un parterre di grande livello. Campioni del passato come lo stesso Farina e Simone Raineri, che nel 2000 lo eguagliò vincendo l’oro a Sidney, o come Piero Poli, che affiancò proprio Farina in quel quattro di coppia azzurro in Corea del Sud, o come Paolo Vecchi, olimpionico del volley che a Casalmaggiore è di casa. Ma anche campioni del futuro e del presente, come Giacomo Gentili, fresco di titolo mondiale su quella stessa barca che ha asperso di gloria il remo italiano. Con loro Umberto Viti, il guru del canottaggio casalese e non solo, a proposito del quale Farina ha svelato un aneddoto interessante. “Ricordo il primo incontro con Umberto: avevo 10 anni e mi sembrava ovviamente altissimo – ha detto Gianluca – . Lui mi guardò e credo abbia pensato: “Questo non sarà mai un canottiere”. Ero magrolino, ma l’ambiente e la bravura di Viti mi aiutarono a provarci”.

Lo chiamavano “gattino”, Umberto: alla faccia dei muscoli che poi col lavoro durissimo – speso anche in aiuto al padre, presente con la moglie e mamma di Gianluca – aiutarono Gianluca a ottenere traguardi insperati. Non mancavano Maurizio Mondoni, cui si deve la realizzazione del libro sulla storia dell’Eridanea, Claudio Romagnoli per la Federazione Canottaggio, e Oreste Perri, giunto in un secondo momento, quale presidente del Coni Lombardia. I vertici dell’Eridanea sono stati rappresentati da Marzio Azzoni, che ha parlato di momento magico, ricordando quel 25 settembre 1988, mentre per il comune era presente il sindaco Filippo Bongiovanni.

Tanti i momenti da ricordare: su tutti la confessione di Viti che ha spiegato di essere andato avanti grazie anche all’aiuto dei genitori, che capivano il valore del sacrificio per i loro figli, e il pensiero di Poli, condiviso da Farina, che ha contestato il passaggio in cui è stato sottolineato l’apporto, definito fondamentale, dei gruppi sportivi militari, che consentono agli atleti di allenarsi e mantenersi. “Non è vero” ha detto Poli, e lo stesso Farina, che non lasciò mai l’Eridanea da atleta (e ora da allenatore), ne è la prova. Da Romagnoli, infine, la sottolineatura di come il piacere della barca sia tutto e venga prima di ogni altro particolare. Chiosa perfetta di una storia partita 30 anni e che ora cerca, anche a Casalmaggiore, nuovi eredi grazie ai quali tramandarsi.

Giovanni Gardani (Foto: Angelo Crippa)

 

 

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