"Mi manda Rai3", i ponti nel mirino Le istituzioni in collegamento: "Tempi abbastanza rapidi"
In studio a Roma l’ingegner Giovanni Cardinale parla di preoccupazioni giuste e fondate da parte dei cittadini, sottolineando il duplice disagio. Con lui Alessandro Rosa del Comitato Treno Ponte. In collegamento Viola e Serpagli.
CASALMAGGIORE/VIADANA – Mi manda Rai 3, Salvo Sottile, e il ponte. Anzi i ponti: quello di Casalmaggiore e quello di Viadana. Proprio martedì mattina la trasmissione di Rai 3 ha affrontato la questione, utilizzando anche il servizio dell’inviato Vincenzo Campitelli, giunto nel comprensorio venerdì scorso. Le interviste a un cittadino di Viadana, Attilio, danno il La al dibattito affrontando pure il problema del traffico che, col ponte di Casalmaggiore chiuso, viene spostato tutto su Viadana, tanto che oggi, dice Attilio, non si possono più tenere aperte le finestre.
“Se a Viadana si soffoca, a Casalmaggiore si vive paralizzati”, spiega l’inviato della Rai, intervistando una donna che, come molti, si arrangia e il ponte di Casalmaggiore se lo fa in bicicletta. In studio a Roma l’ingegner Giovanni Cardinale parla di preoccupazioni giuste e fondate da parte dei cittadini, sottolineando il duplice disagio: quello del traffico che non sparisce ma viene dirottato altrove, mandando in sofferenza altre strutture, e quello appunto del ponte chiuso di Casalmaggiore. A difendere le ragioni del Comitato Treno Ponte Tangenziale Alessandro Rosa, che spiega l’importanza del manufatto, collegamento tra Lombardia ed Emilia e il motivo per il quale il Comitato si è formato: cercare una soluzione per una riapertura rapida e progettare già un ponte nuovo. Infine, da Rosa, l’appello. “Chiediamo che le istituzioni facciano sentire di più la loro presenza, a tutti i livelli, perché in questi 13 mesi ci siamo un po’ sentiti abbandonati”.
Intanto, tra una scheda e qualche battuta, nei dieci minuti di trasmissione dedicati al tema, si ascoltano anche le interviste ad Alessandro Sarasini, sindaco di Commessaggio e consigliere provinciale di Mantova (“Qui passa il triplo del carico ordinario prima della chiusura del ponte casalese. Nel mentre gli interventi di consolidamento sono sempre stati sulle pile e mai sulla parte orizzontale”) e del consigliere comunale di Viadana Romano Bellini, il quale non nega il timore che, nel giro di due anni, il ponte viadanese possa finire nelle stesse condizioni di quello casalese, essendo ora molto più sollecitato. A Sacca di Colorno Stefano Prandini e Paolo Antonini del Comitato Treno Ponte parlano dei 52 milioni di euro di danno complessivo annuo stimato e di come sia stato un contadino a scoprire che qualcosa non andava.
La parola alla difesa? Certamente, con Davide Viola, presidente della Provincia di Cremona, e Gianpaolo Serpagli, consigliere provinciale di Parma delegato alla Viabilità (del presidente dell’ente ducale Filippo Fritelli nemmeno l’ombra, sai che novità!), che difendono le scelte fatte. “I tempi sono figli delle procedure seguite, della burocrazia, del codice degli appalti, della conferenza dei servizi che ha raggruppato 19 enti diversi. Ora siamo alla fase – ha spiegato Viola – della valutazione delle offerte, ma queste tempistiche sono necessarie”. “I danni potevano essere anche più ingenti – ha rimarcato Serpagli – se non fossimo intervenuti in tempi rapidi: altri ponti rimasti aperti hanno portato, come abbiamo visto purtroppo, a danni ben peggiori. Noi abbiamo agito in tempi abbastanza veloci. Due anni per i cittadini possono apparire tanti, ma non lo sono: e l’intervento tampone ci dà modo di progettare e poi costruire un ponte nuovo nel corso dei prossimi dieci anni, senza più dover bloccare il traffico”.
Giovanni Gardani