Riordino dei servizi socio sanitari dell'area Oglio Po: il PD presenta la propria proposta
L’iniziativa è condivisa con i Consiglieri Regionali, Antonella Forattini e Matteo Piloni ai quali si è chiesto l’impegno di organizzare un’audizione in Regione Lombardia con l’assessore regionale Giulio Gallera per spiegare i motivi

I circoli PD dell’area Casalasco Viadanese propongono un ‘piano d’intervento’ nella sanità. Un piano che tenga conto delle specificità territoriali e potenzi i servizi. Un gruppo di lavoro del Partito Democratico dell’Oglio Po Mantovano e Cremonese si è ritrovato e ha elaborato una proposta finalizzata ad un progetto di riordino dei servizi socio sanitari dell’intera area.
L’iniziativa è condivisa con i Consiglieri Regionali, Antonella Forattini e Matteo Piloni ai quali si è chiesto l’impegno di organizzare un’audizione in Regione Lombardia con l’assessore regionale Giulio Gallera per spiegare i motivi posti alla base della proposta di costituire un tavolo di confronto.
“Nelle scorse settimane – si legge nel documento – si sono sviluppati confronti, manifestazioni, dichiarazioni in ordine alla chiusura del punto nascita del Presidio Ospedaliero Oglio Po, decisione assunta dalla Giunta regionale e che dovrebbe avere attuazione a breve termine (31 ottobre). Decisione che si ritiene sbagliata e dannosa per il territorio, ed ancora oggi chiediamo che tutte forze politiche del territorio si uniscano insieme al comitati “Associazione Onlus Amici dell’ospedale Oglio Po”, “Salviamo il punto nascita Oglio Po” e il “Comitato per la difesa ed il rilancio dell’ospedale Oglio Po affinche? detta funzione ospedaliera non venga a cessare.
Presupposti e motivi a fondamento delle determinazioni assunte, cosi? come quelli a sostegno delle osservazioni di chi vi si oppone, sono stati illustrati in momenti istituzionali oltre che sui media: considerate tutte le argomentazioni, si ritiene che la scelta del governo regionale, sia effetto di sostanziale volonta? politica nel contesto delle strategie di organizzazione della sanita? pubblica, collegate in particolare con le difficolta? di effettiva attuazione di impostazione ed obiettivi della riforma di cui alla L.R. n.23/2015.
Con la confermata convinzione che una diversa volonta? sul punto avrebbe potuto realizzarsi mediante azioni ed interventi, di cui non si e? registrata alcuna traccia da parte degli attori competenti, rivolti a supportare il mantenimento della funzione, si esprime ora con decisione la necessita? e l’urgenza di ampliare l’attenzione all’intera articolazione dei servizi socio sanitari nell’area casalasco viadanese.
La vicenda del punto nascita rappresenta solo uno, importante, dei tasselli che da tempo compongono l’insieme delle preoccupazioni di esistenza e funzionamento dei servizi insistenti nell’area. E’ oggettivamente da riconoscere che negli ultimi anni si e? assistito a difficolta? ed incertezze, il tutto rispetto ad un importante lungo periodo precedente nel quale l’area territoriale disponeva di strutture e reti di servizi insieme alla rispettiva governance degli stessi.
Non si tratta di rivendicare assetti ed importanza istituzionale che normative e scelte di governo hanno superato, bensi? di riottenere quell’attenzione al territorio ed ai servizi per i cittadini scemata negli anni con gradualita? inesorabile; in questo caso si tratta dei servizi sociosanitari ma grande capitolo a latere e? rappresentato anche da infrastrutture ed altre tipologie di servizi.
Non possiamo dimenticare che rispetto agli assetti trascorsi, prima richiamati, l’elemento di sistema che ha favorito difficolta? ed oggettivo impoverimento dell’attenzione al territorio e? l’aver suddiviso l’area territoriale in ambiti che afferiscono a competenze e responsabilita? di diverse Aziende Sanitarie (Mantova/Cremona), pur oggi insistenti nel territorio di una unica Agenzia di Tutela della Salute interprovinciale, secondo l’organizzazione della recente riforma regionale.
Nel tempo si e? anche assistito ad alcune iniziative di programmazione dedicate all’area casalasco viadanese, ma mai tramutate concretamente in azioni di contrasto ai disagi dell’utenza o comunque di mantenimento o rafforzamento o innovazione dei servizi; anzi, come nel caso piuttosto palese dell’Ospedale Oglio Po, e come spesso purtroppo avviene per le aree di confine, risorse professionali e strumentali sono state sottratte per il mantenimento delle funzioni delle strutture principali e cittadine delle rispettive organizzazioni.
Lo stato attuale si puo? riassumere in alcuni punti, solo per citare le situazioni principali:
– il Presidio Ospedaliero Oglio Po risulta da tempo impoverito di alcune funzioni, in organici e risorse professionali
– Il Presidio Ospedaliero Asola-Bozzolo da tempo lamenta carenza di organici e nuove tecnologie
– le funzioni e strutture Distrettuali di Viadana e Casalmaggiore rappresentano ormai solo un vecchio ricordo dei tanti servizi una volta presenti (poliambulatori, articolazioni decentrate di sanita? pubblica, dipendenze, salute mentale)
– la struttura “Lungodegenza geriatrica riabilitativa” di Viadana ha subito cambiamenti gestionali con l’inizio di quest’anno e oggi non si comprendono ancora i possibili sviluppi, in mancanza di informazioni sulla progettazione, su conferma ovvero trasformazione in eventuali posti letto di “cure intermedie” o altro afferenti un POT (Presidio Ospedaliero Territoriale, come da riforma regionale).
– la struttura di Bozzolo dove sono stati stanziati fondi, e? ancora in attesa dell’attuazione del POT senza dimenticare gli investimenti nell’ammodernamento e nella ristrutturazione; ma anche la struttura di Asola che fa parte dello stesso presidio e? in attesa della definitiva riqualificazione dei una zona della struttura. Non si comprende come anche in questi casi progetti e sviluppi nono vengono portati a compimento; anzi notizia di pochi giorni fa che a meta? novembre verra? chiuso l’ambulatorio di mammografia
– accordi con i professionisti della Medicina Convenzionata per le funzioni di sviluppo della sanita? territoriale, per specifici programmi od obiettivi, non sembrano perseguiti o comunque non attivi per l’introduzione delle innovazioni e degli sviluppi dichiarati a livello nazionale e regionale (reti assistenziali, cronicita?, PreSST – Presidi socio sanitari territoriali)
– non si registrano iniziative idonee ad avviare altri progetti di sanita? territoriale, tra i quali tempo fa era ricompreso un “Hospice” di ambito territoriale, e cosi? possibili rafforzamenti di servizi in area geriatrica e per l’assistenza domiciliare
– l’ambito sperimentale distrettuale casalasco – viadanese, istituito nel 2016 mediante apposita convenzione tra le ASST di Mantova e Cremona, non ha offerto sino ad ora esiti concreti
– da ridefinire la programmazione con i servizi presenti nelle aree limitrofe.
Come piu? volte dichiarato, la recente riforma sanitaria regionale del 2015 ha posto l’obiettivo principale dello sviluppo dei servizi sanitari territoriali, in un contesto generale riconosciuto di forte preminenza delle funzioni ospedaliere.
Ha individuato strumenti, percorsi e competenze, come nel caso dei POT e dei PreSST, i quali intenderebbero tradurre dal punto di vista organizzativo e assistenziale i nuovi modelli della sanita? del territorio. In altre Regioni vi sono altri esempi (Case della salute, Ospedali di Comunita?…) utilizzati per la presa in carico, la continuita? assistenziale, le cure intermedie: le opzioni possono essere diverse, ed i confronti in argomento sono spesso presenti, ma cio? che interessa e? comunque ampliare attenzione, progettazione, investimenti sui servizi territoriali.
Su questo importante obiettivo si concorda, e se ne vorrebbe un concreto sviluppo nell’area casalasco – viadanese. E’ in tale ottica che si ritiene non possano avere consenso singole scelte di diminuzioni di servizi, adottate nel tempo e ancor oggi, poiche? non appaiono inserite in nuove progettazioni di riordino.
E allora, il presente documento vuole rappresentare un invito a voler considerare che e? giunto il momento di progettare un riordino complessivo dei servizi socio sanitari dell’area territoriale casalasco – viadanese, sulla base di quanto esposto e secondo gli indirizzi nazionali e gli obiettivi indicati dalla riforma regionale.
La ridefinizione dei servizi con contestuali innovazioni organizzative e di percorsi di cura risultano essenziali in questo momento di riconosciute difficolta? e di scarsa attenzione al territorio.
Per perseguire l’obiettivo, se condiviso, si propone che:
– l’Assessorato al Welfare promuova a breve termine la costituzione di un Tavolo di confronto e di approfondimento, con rappresentanze e competenze politico/tecniche, in grado di definire il riordino dei servizi dell’area, con relativa progettazione e programmazione per le parti innovative
– il riordino deve interessare la totalita? dei servizi, ospedalieri e territoriali, e riguardare anche gli aspetti di collaborazione con i Comuni sulle funzioni di integrazione socio sanitaria (dimissioni difficili/protette, assistenza domiciliare, spazi e strutture)
– al tavolo potrebbe essere inizialmente sottoposta una ipotesi tecnica preliminare, a cura di Assessorato e ATS/ASST di riferimento, utile quale base iniziale di discussione
– le partecipazioni al Tavolo, da definirsi, devono comprendere una rappresentanza dei Sindaci dell’area, i tre Enti sanitari di riferimento, tecnici dell’Assessorato, eventuali altri tecnici di riferimento e una rappresentanza dei comitati.
Per gli aspetti istituzionali ed organizzativi si ritiene imprescindibile che venga confermato e ridefinito, nella progettazione e negli esiti del tavolo, lo spazio di autonomia e gestione dell’Area o Ambito. Meglio ancora, prevedere la possibilita? che l’ambito diventi un Distretto dell’ATS MN/CR, in deroga a quanto previsto dall’art. 7 bis della L.R. n. 23/2015 (“In ogni ATS sono costituiti un numero di Distretti pari al numero di ASST comprese nelle ATS medesime”), cessando cosi? il carattere sperimentale e le debolezze dimostrate.
L’iniziativa potra? cosi? assumere le forme di un reale impegno idoneo a garantire servizi socio sanitari in linea con gli effettivi bisogni della popolazione e secondo le innovazioni in materia.
Si attendera? riscontro e impulso da parte di Presidenza e Assessorato al Welfare regionali”.
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