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Ponte, Orlando Ferroni contro politica e Comitato: "Sul provvisorio nessuno mi ha appoggiato"

"In ogni luogo dove vado - ci racconta - sia in provincia di Parma che di Mantova o di Cremona, la gente mi riconosce e mi ferma e mi chiede il perché non si è ancora fatto nulla. Mi chiede il perché non si sia dato il via al Ponte Provvisorio"

Orlando Ferroni (a destra) con il fratello Fabio

CASALMAGGIORE – Era un po’ che non tornava, come un mantra, l’idea del ponte provvisorio. A riproporla, ancora una volta, Orlando Ferroni che la rigetta nella mischia. Novello don Chischiotte (senza un Sancho Panza) è ancora convinto che l’idea del ponte provvisorio sarebbe stata risolutiva per il territorio. Questa volta – rimossi ma non troppo i fantasmi PD – se la prende con il Comitato Treno Ponte Tangenziale. La ‘critica’ questa volta è rivolta principalmente a loro, rei di non averlo seguito quando si trattava di appoggiare l’idea.

“In ogni luogo dove vado – ci racconta – sia in provincia di Parma che di Mantova o di Cremona, la gente mi riconosce e mi ferma e mi chiede il perché non si è ancora fatto nulla. Mi chiede il perché non si sia dato il via al Ponte Provvisorio. E a me sale la rabbia. Perché io ho fatto tutto quello che potevo: ho trovato chi lo poteva fare, li ho coinvolti in un disegno di massima, ho trovato il sistema per finanziarlo. Più di così che avrei potuto fare?”.

Magari qualcosa di più concreto per il finanziamento, per cominciare: “La strada del finanziamento europeo l’ho segnalata io, ho portato qui a Casalmaggiore anche chi si occupa nello specifico dei fondi europei per i finanziamenti dei progetti che ha detto che era una cosa fattibile e a prescindere, tra i soldi inizialmente stanziati dalla Regione e quelli successivamente stanziati dallo Stato saremmo arrivati alla cifra necessaria. C’era anche l’ipotesi dei privati sul tavolo”.

Non si è mai saputo chi fossero però… “Ci sono, garantisco. C’è gente che ha capito l’affare. Anche a far pagare un euro al giorno a chi ne usufruisce sarebbe stato comunque un affare e qualche imprenditore lo aveva capito. E imprenditori disposti all’operazione ancora ce ne sarebbero”.

Neppure la politica ti ha appoggiato… “Lo ha fatto e continua a farlo la gente, quella che mi ferma per strada o che mi riconosce quantomeno di averci provato. La politica ha troppi interessi in ballo, sarebbe bastato un appoggio più convinto della gente magari quella organizzata nei comitati. Sono i comitati a non avermi appoggiato, comitati in cui c’è troppo ambientalismo e troppa sinistra. Non è un caso che l’unica manifestazione apolitica che si è tenuta sul ponte ha coinvolto 400 persone, mentre nelle altre eravamo sempre in pochi”.

E’ un tuo giudizio, che non condividiamo. Il comitato, dopo un iniziale assestamento, ha continuato a portare avanti tante battaglie. A volte solitario, nel deserto. E lo ha fatto con costanza e determinazione… Hai estrema fiducia nella forza delle masse: “E’ la gente ad avere il potere di cambiare le cose, la politica si deve adeguare. La pressione della gente avrebbe potuto avere un peso diverso e decisivo se solo tutti avessimo spinto verso lo stesso obiettivo. Il Comitato si è concentrato troppo sulla questione ferrovia che di per se è importante ma non come la questione ponte. Ci saremmo tutti dovuti concentrare sul ponte, e su quello provvisorio, invece non è stato così. Ripareranno un ponte già vecchio e malandato, che non durerà a lungo secondo la stessa ammissione dei tecnici. E intanto anche San Daniele e Viadana non sono messi bene. E non mi si dica che non conosco il problema. Per lavoro passo il fiume quasi tutti i giorni, e vedo quali sono le condizioni di tanti pendolari. Peggio di così…”

Agita la lancia il Don Chisciotte della bassa. I mulini a vento restano lì, esattamente dove sono sempre stati per l’Orlando. A sinistra della lancia e di Ronzinante.

Nazzareno Condina

PS: a disposizione per ogni eventuale risposta da parte del Comitato

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