Canneto: incontro su inquinamento, legionella e polmoniti con M5s
Sala Civica piena questo pomeriggio per l'incontro con l'on Zolezzi e il senatore Gaetti. Focus sullo spandimento dei fanghi e l'infiltrazioni mafiose nelle attività legate all'ambiente. Minuto di silenzio per Paola Beretta
CANNETO SULL’OGLIO – Si è tenuto questo pomeriggio nella sala civica di Piazza Gramsci l’incontro pubblico “Inquinamento del nostro territorio” promosso da Canneto InMovimento sulla scia dell’epidemia di polmonite batterica che ha colpito la bassa bresciana e l’alto mantovano, con centinaia di malati e diversi decessi. Relatori l’on. M5S Alberto Zolezzi, della Commissione Ambiente alla Camera, nonché medico pneumologo e Luigi Gaetti sottosegretario all’interno e medico anatomopatologo. In sala anche il Commissario al Comune di Canneto Francesco Palazzolo che ha fatto gli onori di casa, l’ex sindaco di Canneto Raffaella Zecchina e alcuni sindaci del territorio, tra cui Giuseppe Torchio di Bozzolo e Maria Grazia Bonfante di Vescovato. L’incontro, che ha visto la sala piena, è stato introdotto da Luigi Lupi, guida del locale M5s e promotore dell’evento, che ha ringraziato i politici pentastellati ma anche l’ex sindaco di Canneto Raffaella Zecchina: “Non siamo qui per dare risposte – ha detto riferendosi all’epidemia di polmonite – ma se possibile per farci ancora più domande su quello che è accaduto. Si è detto molto, e in alcuni casi, come quello dell’assessore regionale Gallera, forse era meglio stare in silenzio”.Il tema di fondo dell’incontro è stato sostanzialmente questo: “C’è una correlazione tra l’epidemia di legionella, ma anche west nile virus, e l’inquinamento nel nostro territorio? Argomento che è stato sviscerato da Zolezzi, (medico pneumologo, da sempre interessato alle patologie ambientali correlate), sotto molteplici aspetti, con particolare attenzione allo spargimento dei fanghi . L’on del M5s è partito descrivendo la polmonite ed elencandone le possibili cause. Quindi è passato a spiegare cosa è la legionella, come si trasmette, come si diffonde. “Buona parte dei comuni di residenza dei malati sono bagnati dal fiume Chiese – ha sottolineato -. La legionella prolifera in acque ricche di sedimenti e nutrienti, ferro, manganese e altri metalli pesanti, prolifera in condizioni di elevata temperatura, di altri agenti patogeni. Quello che avviene lungo il Chiese non può essere ignorato. Si pensi alle 24 discariche di Monticherai a cui si sommano decine di migliaia di tonnellate di fanghi di depurazione, gessi di defecazione e digestati sparsi sui suoli di tutti quei comuni. Non si può escludere che qualche importante spandimento abbia favorito la proliferazione di legionella e che unitamente a irrigazione o captazione idropotabile sia fra le concause dell’epidemia. L’andamento del fiume Chiese fa pensare a questo. Fino alla migliore comprensione del fenomeno, andrebbe sospeso lo spandimento nei comuni con casi di polmonite – ha proposto – unitamente agli altri provvedimenti disposti dalle autorità sanitarie”. “Bisogna valutare i fenomeni nella loro complessità. Nessun vento porta lungo il Chiese, ma la legionella va lungo il Chiese. E’ necessario non avere paura nell’andare a fondo e prendere provvedimenti. Anche la falda può essere fertile per la legionella, sia che cresca già lì, sia che l’acqua venga pescata da una torre di raffreddamento. Quel che è accaduto è grave, molto grave. Spero si facciano presto campionamenti di falda e si valuti anche se qualche salto, briglia o infrastruttura idroelettrica possa favorire l’aerodispersione della legionella se altre torri non sono contaminate dopo fermi può dipendere anche dalla qualità dell’acqua che vi entra e dal potere “nutritivo” per la legionella. Nell’interpellanza che ho presentato e alla quale avrò risposta venerdì ho chiesto tra le altre cose ai ministeri preposti se intendano studiare la correlazione fra spandimenti azotati e West Nile virus e di conseguenza, porre limiti precauzionali agli spandimenti nelle aree colpite dal virus come avviene per i superamenti di PM10 (in base ad uno studio si verifica un incremento di circa 10 volte delle larve di zanzara dopo spandimenti azotati, fanghi, digestati ecc). E’ necessario studiare la possibile concausa ambientale o il fattore facilitante e quindi, limitare le pressioni ambientali su acqua, suoli e aria del territorio delle provincie di Mantova e Brescia anche pubblicando puntuali dati epidemiologici, ma andrebbe anche modificato il decreto ministeriale 99/92 sulla gestione dei fanghi in ottica di maggiore sostenibilità”.Terminato l’intervento dell’on. Zolezzi, rimanendo focalizzato su quello che l’inquinamento del territorio con particolare riferimento allo spandimento di fanghi e al giro di affari che ruota intorno anche a questi ambiti, il senatore Luigi Gaetti ha parlato di quello che è l’aspetto, correlato al tema trattato, delle infiltrazione mafiose nell’economia del Nord Italia e anche mantovana. Di come si assista ad una vera e propria contrazione a livello di numeri di aziende autoctone nella nostra provincia, a scapito di aziende provenienti da altre regioni, Calabria in testa, che, a differenza di quelle mantovane in passato, hanno invece accesso al credito senza problemi. Lo smaltimento di reflui e rifiuti è tra i settori in cui la mafia, sarebbe particolarmente attiva. “La mafia sta cambiando – ha spiegato Gaetti – non è più quella che siamo stati abituati a conoscere, ma una vera e propria società di servizi che intesse relazioni ai livelli più disparati, con l’appoggio di professionisti e dirigenti. Il mio ringraziamento va alle istituzioni come le Prefetture che stanno dando in questo senso un notevole contributo. Più si va in ambiti locali piccoli, più è facile che gli interessi personali si intersechino con interessi economici e politici più ampi e che le infiltrazioni criminali prolifichino. Il mio invito ai cittadini è quello di vigilare e tenere alta l’attenzione”. A chiudere l’appuntamento, dopo alcune domande rivolte dal pubblico, è stato Luigi Lupi, che dopo aver sottoscritto quanto detto da Gaetti circa l’infiltrazione mafiosa nelle attività legate all’ambiente, ha ricordato Paola Beretta, dipendente del Comune di Canneto uccisa nel Museo Civico, a una manciata di passi dalla Sala Civica in cui si è svolto l’incontro: “A pochi metri da qui – ha detto – è successo quel che sappiamo a una persona a cui tutti volevamo bene. Vi chiedo di osservare tutti insieme un minuto di silenzio”.
MLR