Cronaca

Casalasco in lutto, si è spento il sorriso della giovane Nicoletta Lini

Non aveva voluto si facesse il suo nome, ma non per mancanza di coraggio, ma per una sorta di pudore, di volontà di essere considerata la solita Nicoletta Lini, sorridente e piena di energia e di vita

CASALMAGGIORE – Nicoletta Lini non ce l’ha fatta. Si è spenta a 41 anni, dopo aver combattuto per lungo tempo contro una malattia che – alla fine – non le ha lasciato scampo. Ci aveva contattato un anno e mezzo fa, per una ‘battaglia’ interna all’ospedale di Cremona dove era in cura nel reparto di ematologia. “Io ho 40 anni e posso scrivere e testimoniare – ci aveva detto – e lo faccio anche per i 70enni che sono qui ricoverati con me e non possono far altro che stare zitti”.

Era così Nicoletta, aperta e solare, con uno spirito guerriero che le ha dato la forza di combattere per se stessa e per gli altri. Il problema allora era l’acqua fredda, il cibo e le condizioni generali di un reparto che aveva avuto modo di conoscere bene. Ci aveva fornito ampia documentazione fotografica, descritto nei minimi dettagli quel che da fuori non si vedeva, da perfetta reporter sul campo. Da allora, e per sua stessa ammissione, qualcosa era cambiato. In parte quella piccola battaglia per un trattamento migliore per i pazienti costretti a sottoporsi a chemio l’aveva vinta. Non aveva voluto si facesse il suo nome, ma non per mancanza di coraggio, ma per una sorta di pudore, di volontà di essere considerata la solita Nicoletta Lini, sorridente e piena di energia e di vita. E non come la ragazza malata prima di tutto il resto. Ce lo aveva spiegato bene, “preferisco non si sappia nulla sulla mia malattia, sono in pochi a saperlo”.

Era in ospedale a Cremona quando era spirata Rosangela Schiroli. Anche quello per lei era stato un durissimo colpo. Ma dopo un attimo di scoramento era tornata a guardare in positivo, a sperare nel trapianto e nella risoluzione di quella malattia che poche volte perdona. Sapeva valutare il negativo, denunciandolo ma anche, ragazza dall’estrema sensibilità, riconoscere il positivo: “In mezzo a questi disastri il personale medico è stupendo, sono seguita al 100% in ogni momento, infermieri, infermiere e oss sono di una delicatezza e sensibilità davvero infinite”.

Voleva vivere normalmente, e così è stato nonostante tutto, nonostante la chemio e la fatica di cure pesantissime.

Era stata felice di quei risultati dopo l’articolo di giornale, per lei e per tutti gli altri pazienti. A sapere di quella sua malattia che l’aveva costretta per lunghi periodi a dover essere ricoverata in ospedale erano in pochi oltre al compagno di vita Massimo Papani.

Aveva vissuto con il suo carico di simpatia e di vita sino a che aveva potuto. Poi il tracollo e la morte. E’ deceduta all’ospedale di Parma. L’ultimo viaggio sarà per come lei lo aveva voluto. La salma giungerà domani nel primo pomeriggio nell’abitazione dei genitori a Camminata, in via Croce 5. Poi sabato la cremazione a Mantova a cura dell’impresa funebre Roffia.

Nazzareno Condina

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...