Punto Nascita Party, il 28 settembre serve metterci la faccia: l'invito del Comitato e delle mamme
Valgono le stesse 'regole' dell'aperiponte. Ognuno porta quel che può, ognuno collabora per la buona riuscita dell'iniziativa. La guerra - pur nell'incertezza del mentre - non è ancora persa. Servirà il coraggio di tutti.
VICOMOSCANO – Lo hanno chiamato ‘Punto Nascita Party’. Serve a continuare a tenere desta l’attenzione sul Punto Nascite che dovrebbe chiudere, secondo quanto detto dalla Regione già nel luglio scorso, a fine ottobre. C’è ancora tempo per combattere, nonostante parte della politica si sia arresa. Tiepidi i sindaci, tranne qualche eccezione, tiepidi i gruppi regionali d’opposizione, che già parlano del dopo – sollecitando gli investimenti su quel che verrà – mostrando d’aver gettato la spugna (o dando l’impressione) su una questione di vitale importanza per l’Oglio Po.
A parte quello, e a combattere, restano le mamme di ‘Io sto col punto nascite Oglio Po’, resta tutto il validissimo personale del reparto dell’ospedale e resta – da tempo invero – il Comitato a Difesa dell’Oglio Po. E’ la loro straordinaria forza ed energia – oltre alla giustizia – l’unica ed ultima speranza.
Nulla si muove a livello nazionale, nonostante le sollecitazioni arrivate dal territorio. Un buco nell’acqua il pensare che si potesse far affidamento sul ministero per una sospensiva in attesa di modificare una normativa indietro di anni. Inutile sperare nella Regione che una decisione l’ha già presa da tempo. Il centro Obesità e – forse – qualche altro investimento in cambio della chiusura. Gli investimenti si devono fare. Ma non a scapito di qualcosa d’altro.
Il Punto nascita party, pensato dopo il successo dell’aperiponte che ha raccolto oltre 350 persone sulla rampa d’accesso di Ponte Po è pure – per tutti i cittadini – l’invito a mostrare e a mostrarsi, l’invito a far vedere che la questione interessa e che per una questione di così fondamentale importanza si è disposti a metterci la faccia, a scendere in strada.
Il comitato per la Difesa dell’Oglio Po ed il gruppo delle mamme di ‘Io sto col Punto Nascita Oglio Po’ hanno fatto un comunicato congiunto. Questo il testo: “Punto Nascita Party, 28 settembre dalle ore 18.30 davanti all’ospedale. Non ci interessa il vostro centro per l’obesità, fatevelo a Milano, se in cambio ci portate via tutto. Noi vogliamo il nostro ospedale che ci garantisca nelle esigenze di base di una comunità decentrata e in mezzo alle nebbie padane. Restituiteci tutti i primari e con contratti adeguati altrimenti è ovvio che nessuno partecipa ai bandi. Trasferiteci il Centro di procreazione assistita come promesso, fate funzionare l’ambito, che invece è solo sulla carta, estendete l’interaziendalità mantova-cremona anche alla maternità, fate marketing (basterebbe far girare un video nelle sale d’attesa di medici, consultori e Ats per risolvere il problema). Sindaci, almeno la diffida si sperava che trovaste il modo di firmarla tutti, comunque: adesso si proceda con il Tar con un’azione specifica per il nostro caso (le distanze e l’incoerenza nell’applicazione del decreto 70); ognuno di voi muova i propri referenti, affinché la Regione risponda alle istanze prodotte il 9 luglio, chiarendo progetti e badget, e tutti insieme a Roma come hanno fatto i sindaci veneti. Intanto il Comitato Ospedale continua a rivolgersi a tutte le forze politiche regionali e non e, assieme con il gruppo Io sto con il punto nascita Oglio-Po, invita associazioni, cittadini e istituzioni a collaborare per la buona riuscita del Punto Nascita Party”.
Valgono le stesse ‘regole’ dell’aperiponte. Ognuno porta quel che può, ognuno collabora per la buona riuscita dell’iniziativa. La guerra – pur nell’incertezza del mentre – non è ancora persa. Servirà il coraggio di tutti. Di chi lotta da anni, di chi ha cominciato a farlo da poco, della politica, dei medici, del personale ospedaliero. Su quello delle mamme e dei Comitati non ci sono dubbi. Lottano da sempre e ci saranno anche questa volta. L’invito è rivolto a tutti gli altri. Servirà il coraggio di metterci la faccia, ancora una volta.
Nazzareno Condina