Cronaca

Samir Bougana, Jihadista combattente catturato dai Curdi, aveva abitato a Canneto sull'Oglio

Bougana era stato inserito nella lista europea dei volontari della guerra santa partiti dall'Europa. In Siria e al confine con la Turchia da dove passavano le armi, Bougana era conosciuto come Abu Hurairah al Muhammad e Abu Abdullah al Muhammad.

CANNETO SULL’OGLIO – Aveva abitato anche a Canneto sull’Oglio Samir Bougana, jihadista combattente catturato grazie ad una operazione congiunta delle milizie curde e dei soldati americani.

Nato a Gavardo, vissuto a Cremona e poi l’ultima residenza a Canneto sull’Oglio. Samir Bougana, è il primo jihaddista italiano catturato in Siria vicino a Raqqa dalle milizie curde, precisamente le unità di milizia popolare. L’uomo, di circa 30 anni racconta in prima persona, in un breve video  in perfetto italiano, quanto avvenuto a fine agosto: “Ero nello stato islamico, sono stato qui più o meno due o tre anni, poi ho pensato di uscire, prendere mia moglie e figli per tornare in Italia. Pensavo di andare in Turchia per poi darmi al consolato e tornare in Italia. Però sono stato catturato, qui in Siria, vicino a Raqqa”.

Nel 2010 da Canneto sull’Oglio si era trasferito in Germania nella città di Bielefeld dove aveva cominciato a frequentare le moschee degli estremisti islamici. E nel 2013, a soli 19 anni, era partito per la Siria per combattere con i miliziani dell’ISIS.

In Germania era tenuto d’occhio da tempo. Bougana era stato inserito nella lista europea dei volontari della guerra santa partiti dall’Europa. In Siria e al confine con la Turchia da dove passavano le armi, Bougana era conosciuto come Abu Hurairah al Muhammad e Abu Abdullah al Muhammad. I curdi spiegano che aveva un ruolo chiave proprio nel traffico d’armi al confine. Era a capo di un gruppo di mercenari. Catturato, avrebbe rivelato diverse informazioni sulla struttura dell’Isis e sulle relazioni dei terroristi con l’estero.

Da quanto riferito dal settimanale Panorama, l’uomo avrebbe avuto un ruolo centrale nell’organizzazione dell’Isis, “in particolare pare che fosse tra i coordinatori dei foreign fighters stranieri al servizio del califfato. Quel che resta da capire è se Samir sia davvero il primo jihadista italiano riconosciuto in maniera ufficiale e soprattutto perché e per fare cosa voleva tornare nel nostro Paese. Quando e se la Farnesina confermerà la notizia l’antiterrorismo italiano cercherà anche di capire se in Italia c’era già una cellula combattente pronta a accogliere il jihadista al suo ritorno a casa e che cosa stava progettando”.

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