Il teatro dell'audizione e le parole ai sordi. Buco nell'acqua in Regione. Nulla cambia affinché nulla cambi
Si continua ad insistere nell'urlare al sordo mentre potrebbe già bastare - o quantomeno far muovere le cose - sussurrare all'amico di cordata. Troppo semplice forse, e troppo razionale. Meglio un'audizione. Male non può fare a nessuno. Al limite non cambia nulla: così, come da sempre.
MILANO – Un’audizione inutile. Perché poi tutti si torna a casa e non cambia nulla. Inascoltati e senza prospettive si era prima, inascoltati e senza prospettive si resta adesso. L’assessore Terzi neppure c’era. E va bene, era un’audizione si dirà, è la prassi. Peccato che per questo lembo di terra fosse un momento importante, fondamentale.
Ci hanno provato, appassionatamente, a reggere le fila il presidente del Comitato Treno Ponte Tangenziale Paolo Antonini che ha ripetuto quel che va dicendo da tempo. Basta al rimbalzo delle responsabilità, basta alle parole vuote, basta alla considerazione scarsa della Regione (ma di tutti i soggetti in campo, governo compreso) per il lembo sud. Basta all’immobilismo. In Regione le ragioni del sud lombardia ammesso che entrino da un orecchio, escono poi subito dall’altro ancor più velocemente. E davvero, non se ne può più.
Ci ha provato anche il sindaco Filippo Bongiovanni, tra le altre cose, a ricordare a quella stessa Regione del suo stesso colore politico che fu un errore grave non aver concesso lo stato di emergenza quando lo si chiedeva a gran voce. La Regione preferì allora lasciare tutto così, sottovalutando il problema ed i problemi del casalasco: ed i – tragici per il territorio – risultati adesso sono sotto gli occhi di tutti. Nessun lavoro ancora iniziato, un anno dopo sul ponte esausto. Nessun abbozzo di un ponte nuovo. Ferrovie che restano quel che sono: una pena continua.
I primi cittadini poi tornano indietro. A convivere con i problemi di sempre, a prendersi parte della rabbia della gente comune. A prendersi spesso pure responsabilità che non hanno. Audizione o meno, non cambia nulla. “Al ritorno da Milano – spiega uno sconsolato Giuseppe Torchio – passaggio a livello Bozzolo attesa 18 minuti primo treno passeggeri, da 12.50 a 13.08, poi apertura per un minuto sbarre e subito richiuse per altri 10 minuti senza smaltire la vecchia coda. Bestemmie e continue imprecazioni contro il sindaco. Grazie, e pensare che eravamo a Milano per questi problemi alla Commissione Infrastrutture sui temi treno ponte. Il passaggio dalle enunciazioni alla realtà è stata una autentica doccia fredda”.
L’impressione è che in Regione non cambierà nulla, tra decisioni già prese (la chiusura del Punto nascite) e quelle mai prese (ponte e ferrovia) e che se qualcosa si muoverà è perché qualcuno si muoverà più in alto. Ed è qui che subentra il paradosso di giornata: chi lotta e si batte in Regione – il M5 Stelle in primis – ha compagni importanti che guidano l’Italia. Si continua ad insistere nell’urlare al sordo mentre potrebbe già bastare – o quantomeno far muovere le cose – sussurrare all’amico di cordata. Troppo semplice forse, e troppo razionale.
Meglio un’audizione. Male non può fare a nessuno. Al limite non cambia nulla: così, come da sempre.
Nazzareno Condina