Consiglio comunale a vuoto, Cavatorta risponde: "Vergogna è di chi strumentalizza"
"I consiglieri, nel pieno della libertà di cui godono, sancita dal regolamento del consiglio, hanno deciso di evitare, stroncandola sul nascere, la possibilità che, dopo la decisione di non partecipare più ai pretestuosi consigli aperti".
VIADANA – Dopo la brutta pagina scritta martedì sera in consiglio comunale a Viadana, la risposta alle minoranze arriva dal sindaco Giovanni Cavatorta: “Le minoranze parlano di vergogna? Che dire dell’uso che hanno fatto per due anni abbondanti dello strumento del consiglio comunale aperto? Snaturandolo e utilizzandolo pretestuosamente per fare propaganda, spesse volte con tanto di claque, al fine di colpire politicamente questo o quello assessore o il sindaco in una sorta di gogna?”.
Il primo cittadino, dunque, rivendica la scelta della maggioranza di non presentarsi, facendo saltare la seduta. “I consiglieri, nel pieno della libertà di cui godono, sancita dal regolamento del consiglio, hanno deciso di evitare, stroncandola sul nascere, la possibilità che, dopo la decisione di non partecipare più ai pretestuosi consigli aperti, le minoranze cominciassero a utilizzare lo strumento delle convocazioni dei consigli in sede deliberante per fare lo stesso gioco al massacro. La democrazia è fatta di numeri che piaccia o no e la maggioranza dei consiglieri, me compreso, hanno deciso che il consiglio comunale è cosa seria, non da piegare a politiche di parte tese a mettere in difficoltà l’amministrazione comunale”.
“Del resto la strana convergenza Pd e M5S, più unica che rara nel panorama nazionale, a questo fa pensare – prosegue Cavatorta – . Da subito appena insediati abbiamo dimostrato disponibilità al dialogo e apertura: questi signori dopo solo un mese dal nostro insediamento hanno subito indetto un consiglio aperto per ricercare visibilità e trovare qualche bersaglio da impallinare politicamente. E successivamente hanno proseguito di questo passo. Con estrema serenità dico: va bene essere buoni e disponibili ma a tutto c’è un limite. Sull’oggetto specifico di questa convocazione, come ho già avuto modo di dire, gli uffici, nel modulo di pre iscrizione hanno specificato che il servizio non sarebbe partito se non si fossero raggiunti i 15 iscritti al 31 maggio, termine delle preiscrizioni. Il 1° giugno quindi ho scritto alle famiglie che non essendo raggiunto il numero minimo il servizio a settembre non sarebbe stato attivato. Un servizio che purtroppo è sempre meno richiesto, in 5 anni c’è stata una flessione costante e ininterrotta”.
“Come amministratori dobbiamo guardare al rapporto costo del servizio per utente – conclude Cavatorta – ricordando che trattasi di servizio non obbligatorio mentre siamo straimpegnati per onorare ogni servizio scolastico obbligatorio (abbiamo un piano diritto allo studio di 1,5 milioni di euro), soprattutto nell’assistenza ad personam per i casi complessi che si aggira sul mezzo milione di euro, ecc. Ricordo che l’anno scorso a costo di grandi sacrifici abbiamo attivato il servizio prolungato chiedendo anche una compartecipazione ulteriore nelle rette agli utenti, ricevendo comunque per questo lamentele”.
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