Mario Pozzan e quel lato "Troppo Umano": inaugurata l'antologica al Museo Diotti
L’inaugurazione dell’antologica “Troppo Umano” di Mario Pozzan si è tenuta sabato alle ore 17 al Museo Diotti, che ospiterà opere di vario genere - prevalentemente quadri e sculture - a firma Pozzan fino al prossimo 7 ottobre.
CASALMAGGIORE – Casalmaggiore riscopre un suo figlio e mette in mostra un’artista che, solitamente schivo, può ora essere apprezzato dal grande pubblico. L’inaugurazione dell’antologica “Troppo Umano” di Mario Pozzan si è tenuta sabato alle ore 17 al Museo Diotti, che ospiterà opere di vario genere – prevalentemente quadri e sculture – a firma Pozzan (nato a Modena nel 1940, formatosi sotto la guida del pittore Nando Negri all’Istituto d’Arte “Paolo Toschi” di Parma, dove ha conseguito il diploma nel 1960, ma sin da giovane trasferitosi a Casalmaggiore) fino al prossimo 7 ottobre.
L’occasione è stata ideale anche per presentare il catalogo dell’artista, con le fotografie di Maurizio Lodi Rizzini realizzate nei giorni scorsi. L’assessore alla Cultura Pamela Carena (per il comune era presente anche il sindaco Filippo Bongiovanni) ha presentato il catalogo stesso e la mostra, fornendo le principali notizie biografiche dell’autore e mostrando soddisfazione per avere riguadagnato un autore casalasco doc, in considerazione del fatto che le sue opere sono spesso ispirate al paesaggio golenale e non solo, tipicamente padano.
Più antologico e formale l’intervento di Valter Rosa, che cura l’esposizione e la rassegna di opere, mentre Andrea Visioli, che con lo Studio Immobiliare ha contribuito a finanziare il catalogo, ha ringraziato Pozzan per “essersi fidato: l’ultima sua esposizione fu nel 2004 con l’allora assessore Ferruccio Martelli (presente anche sabato, ndr), sempre a Casalmaggiore. Questo è un ideale ritorno a casa. Ho conosciuto Mario per motivi professionali, poi ho scoperto le sue opere tra Casalmaggiore e Cremona, in via Ghisleri: un patrimonio smisurato. Non è stato semplice convincerlo, perché è un artista molto riservato, ma siamo contenti di averlo fatto”. Lo stesso autore ha ringraziato tutti i presenti al vernissage, che si è poi concluso con il rinfresco a cura del Ristorante Lazzaro 1969 di Sabbioneta.
G.G.