Ambiente

Discesa del Po, per Umberto e per rilanciare il fiume: "Vi sia interesse o farà la fine del ponte"

“E’ solo avendo cura e attenzione - ha concluso Chiarini - che le cose si mantengono ed è visibile a tutti il contrario pochi metri più avanti, il nostro ponte. Che i prossimi a pagare il disinteresse non debbano essere il Po e la sua bellezza”. FOTOGALLERY

Fotoservizio: Angelo Crippa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CASALMAGGIORE – Hanno risposto in trecento all’appello, più dello scorso anno quando la Discesa del Po venne anche inizialmente rinviata a causa del maltempo. In 150 hanno preferito solcare le acque del Grande Fiume, qualcuno in canoa, qualcuno sulla motonave Padus, altri con motoscafi al seguito, l’altra metà invece – partita dai quattro punti di raccolta differenti di Gussola, Sacca di Colorno, Guastalla e Dosolo – ha scelto di percorrere l’argine stando all’asciutto, in bicicletta. Il tutto da un lato per onorare, per l’ottavo anno di fila, la memoria di Umberto Chiarini, dall’altro per sostenere il Po e il suo valore, oltre che il suo rilancio, partendo sempre dal cardine del rispetto ecologico del corso d’acqua più importante d’Italia.

Anche Legambiente, oltre a quindici comuni delle due sponde del Po, hanno partecipato, senza scordare associazioni sportive, associazioni ambientaliste e chi, da privato, ha scelto di non mancare e mandare un messaggio. Per tutti, dopo la partenza scandita dai saluti del sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, col comune casalese rappresentato anche dai consiglieri Giuseppe Scaglioni, Stefano Stringhini e Pierfrancesco Ruberti, e del sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio, la prima tappa è stata sullo spiaggione di Fossacaprara, dove il primo rinfresco a base di succhi di frutta è stato offerto da Pomì.

L’approdo è stato poi a Viadana, che da sempre ospita l’arrivo della Discesa del Po, questa volta nella zona del Gruppo canoe: qui il rinfresco a base di Grana Padano offerto dal Consorzio ha anticipato il successivo pranzo e un momento conviviale durato l’intero pomeriggio. Da un lato la musica dei Nema Problema, gruppo di Milano che simbolicamente ha suonato pure sotto il ponte chiuso di Casalmaggiore, una sorta di requiem per un problema che non è solo legato ai pendolari ma anche al fiume che lo stesso manufatto solca; dall’altro intervento di vario genere: da sottolineare, oltre a quello di Damiano Chiarini, erede di Umberto e primo organizzatore della Discesa, il passaggio di Fausto De Stefani, alpinista italiano sesto al mondo ad avere scalato le quattordici vette superiori agli 8mila metri, il quale ha rivelato come la bellezza dei luoghi, in Pianura come in montagna, sia spesso figlia della cura che l’uomo ha nei riguardi degli stessi. Un intervento pessimista, o meglio aperto alla fiducia solo verso le nuove generazioni: “Ho capito che solo a loro, ai bambini posso insegnare l’amore per casa nostra” ha detto De Stefani. In chiosa il saluto di don Luigi Pisani e don Paolo Tonghini, che hanno ricordato il recente messaggio di Papa Francesco in difesa della risorsa acqua.

Damiano Chiarini, sintetizzando il succo della manifestazione, ha ricordato come “il Po non è più territorio di nessuno, ma è nostro territorio. Per un giorno insieme, canottieri, canoisti, sportivi, pescatori, amanti del Fiume, ridiamo colore, ricordando a chi ci guarda che questo Fiume si merita altro, più attenzione da chi vi abita attorno, più cura ed attenzione da chi amministra. In questi giorni abbiamo visto varie iniziative di sensibilizzazione legate al Ponte. Come vi è stata una mancanza di cura e manutenzione delle infrastrutture, ponti e ferrovia, così è un intero territorio fluviale”. “E’ solo avendo cura e attenzione – ha concluso Chiarini – che le cose si mantengono (come le relazioni tra le persone) ed è visibile a tutti il contrario pochi metri più avanti, il nostro ponte. Che i prossimi a pagare il disinteresse non debbano essere il Po e la sua bellezza”.

G.G.

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