Aperiponte, 350 persone sotto un'unica bandiera. Un anno dopo, tra storie e bicchieri di vino
Nessuno ha messo il cappello su nulla, ognuno è venuto in veste di cittadino a condividere tempo e parole con altri cittadini. Anche il solitamente debordante Ferroni si è contenuto
CASALMAGGIORE – Un minuto di silenzio per le vittime di Genova, una parentesi di solidarietà tra mille parole, tanti sorrisi, un bicchier di vino ed una fetta di salame, e la riscoperta dello stare insieme che – se non proprio medicina – almeno palliativo al male lo è. Il male è il gigante che si allunga oltre la rampa, al termine della salita. Un gigante che unisce e lo fa – ancora una volta – in maniera insperata.
Oltre 350, forse una qualche decina in più, le persone che sono arrivate per l’aperiponte. A poco a poco, sino a riempire la rampa di vita. Sono arrivati in tanti anche dal parmense. Perché il male in fondo è lo stesso. C’è la commessa che si è licenziata dal supermercato di Colorno, gli operai che ogni giorno scavallano il ponte in bicicletta. C’è la mamma del ragazzo che adesso abita a Colorno, in affitto, perché “Una vita come quella di chi va avanti e indietro da Viadana non la poteva più fare e poi ero preoccupata”. C’è anche la signora proprietaria della Graziella aggrappata al guard rail. Aveva una piccola vettura, ne ha un’altra dall’altra parte. Ogni mattina arriva sino alla rampa a piedi, dopo aver parcheggiato l’auto poco distante. Poi si fa i due chilometri in bicicletta, prende l’altra auto ed arriva al lavoro.
Tante vite che si intrecciano, tanta rabbia. Ma oggi non è stato un giorno di rabbia, piuttosto un giorno di condivisione ed ha fatto piacere vedere sul ponte, oltre a tanta gente normale, anche tanti amministratori. C’erano il sindaco di Solarolo Rainerio Giampietro Zaramella, quello di Bozzolo Giuseppe Torchio e quello di Torricella del Pizzo Emanuel Sacchini. C’era il consigliere delegato ai parchi e allo sport della provincia di Parma Filippo Allodi giunto in bici da Colorno, i consiglieri regionali del M5S Andrea Fiasconaro e Marco Degli Angeli insieme al deputato Davide Zanichelli.
C’era il clima giusto insomma, e non era solo per la mancanza di nuvole in cielo ed una brezza piacevole che ha accompagnato tutti verso l’ora delle ombre. Tanti i consiglieri comunali di Casalmaggiore. Francesco Ruberti e Pamela Carena per la maggioranza, con il primo che ha servito l’aperitivo mettendosi a disposizione di tutta quella gente, c’erano i consiglieri Pierluigi Pasotto e Calogero Tascarella per Casalmaggiore la nostra Casa, Giovanni Vitolo e Alessandro Rosa per il Listone, c’era Orlando Ferroni. C’erano i Cinque Stelle di Viadana, Teveri e Capaldo e quelli di Casalmaggiore, i fratelli Manfredi e Spattini. L’ex sindaco Luciano Toscani. C’era anche don Claudio Rubagotti. La sua è un’allegria contagiosa.
Nessuno ha messo il cappello su nulla, ognuno è venuto in veste di cittadino a condividere tempo e parole con altri cittadini. Anche il solitamente debordante Ferroni si è contenuto. C’era naturalmente tutto il comitato Treno Ponte Tangenziale, a partire dal presidente Paolo Antonini. “Si è superato ogni limite di sopportazione delle persone – ha spiegato Antonini – e questa partecipazione se da una parte ci fa piacere perché abbiamo visto non solo cittadini ma anche imprenditori e questo è un bel segnale perché si capisca che la situazione è di gravissima difficoltà per tutti quanti. D’altra parte non abbiamo avuta nessuna risposta sulle nostre richieste. Anche gli ultimi eventi importanti e ahimé tragici di Genova e Bologna che hanno fatto capire come l’assenza di traffico sia stato di emergenza non abbiano fatto capire agli amministratori che anche qui c’è uno stato di emergenza. In un anno non abbiamo ancora visto niente, speriamo che partano i lavori e per quanto riguarda i lavori il lavoro notturno non c’è, nel bando mancano ancora molti elementi per concludere l’opera, i collegamenti dei sensori, insomma tante piccole cose che temiamo portino ad un allungamento dei tempi. Da ultimo speriamo che sia questa l’occasione perché l’ANAS prenda in carico rapidamente la strada, perché la riparazione è solo un primo tassello e la costruzione di un nuovo ponte l’obiettivo oltremodo urgente”.
L’aperiponte si è protratto per oltre due ore, con gente che è rimasta oltre al sopraggiungere del buio. Poi le iniziative sono continuate all’Open Innovation Campus, con la musica dei Simpsong e una riflessione di Antonini e dell’ottimo parmigiano reggiano. A sovraintendere alla sicurezza i carabinieri della Compagnia di Casalmaggiore e la polizia municipale. Invero non c’è stato bisogno di nulla se non permettere alle persone che inizialmente si erano ritrovate al parcheggio del centro commerciale di raggiungere – a strada chiusa ed in corteo – la rampa del ponte.
Tutto è andato insomma al di là delle più rosee previsioni. Merito di Eleonora Buttarelli e Cristina Fadani che da qualche tempo lavorano alla riuscita dell’iniziativa. Due grandi donne dal sorriso contagioso che hanno messo in piedi qualcosa di davvero speciale. Per la prima volta in un anno il territorio è parso unito, al di là delle bandiere. E’ bastato un bicchiere di vino, una fetta di torta al limone e una di salame? Anche, ma non solo. Molto più probabilmente è stato sufficente unire la rabbia e la sofferenza di tutti, anche quelle senza bandiera. Unire frustrazione e sofferenza, disagio e fatica ribaltando – pur senza dimenticarsene – la prospettiva.
Domani mattina l’infrastruttura sarà ancora chiusa. Ma in fondo siamo tutti sullo stesso ponte. Quello che verrà riparato, quello che per una sera ha ancora unito e quello che ancora non c’è.
Nazzareno Condina