Morto a Milano Piero Del Giudice. Militante, giornalista ed uomo di profonda cultura
Insegnante, militante politico e sindacale, giornalista e scrittore, nonché profondo conoscitore del mondo dell’arte per il quale aveva scritto alcuni saggi. Ha esordito come poeta con "L'evidente povertà dei mezzi"
MILANO – E’ morto dopo una breve malattia, a 78 anni compiuti, Piero Del Giudice. Era ricoverato all’ospedale San Giuseppe di Milano per i postumi di una polmonite che lo aveva colpito verso la fine di luglio. I tentativi di cura non hanno dato l’esito sperato e nonostante le cure è spirato ieri nel pomeriggio. Piero del Giudice era nato nel 1940 ed aveva trascorso la sua giovinezza a Casalmaggiore, dove ha ancora alcuni amici che lo ricordano con affetto. Allievo di Francesco Arcangeli al liceo Romagnosi di Parma. Insegnante, militante politico e sindacale, giornalista e scrittore, nonché profondo conoscitore del mondo dell’arte per il quale aveva scritto alcuni saggi. Ha esordito come poeta con “L’evidente povertà dei mezzi” (Guanda, 1979), ha scritto sulle campagne cremonesi-mantovane “I bergamini (Edizioni E, 1994)”, ha curato la biografia del pittore Edmondo Dobrzanski “Europa wo das Licht” (edizione bilingue, Edizioni E, 1988) e il catalogo generale dell’artista per il Museo di Casa Rusca di Locarno. Inviato nella Jugoslavia in guerra (1991-1999), ha firmato decine di reportages per le principali testate, documentari e docu-film televisivi come “Scomparso. Storia del comandante Palic” (insieme a Michael Beltrami). Ha scritto “Sarajevo samizdat e Sarajevo! Il libro sull’assedio della città” (Saraj, Milano 2005). Ha voluto e curato edizioni italiane dell’opera di Abdulah Sidran, Filip David e Marko Vesovic. Ha scritto saggi per diversi quotidiani e riviste. Ha collaborato con le maggiori riviste italiane, con radio e televisioni italiane e estere. A Casalmaggiore tornava quando poteva, e spesso per iniziative culturali. L’ultima volta il 30 giugno scorso al caffé Centrale, nell’ambito del quarantennale della legge Basaglia. Aveva dialogato con lo psichiatra casalese Franco Rotelli in un incontro dai profondi contenuti umani e culturali. Il corpo verrà cremato a Milano e le ceneri sepolte poi a Parma.
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