Agorà, non tutto il (poco) parlare vien per giovare. E all'aperiponte 300 adesioni
Intanto, per quel che riguarda l'aperiponte, cresce l'attesa. Quota 300 quasi raggiunta, almeno su facebook ammesso che tutti coloro che hanno promesso la propria partecipazione poi lo facciano davvero
CASALMAGGIORE – Un servizio breve, essenziale. Il ponte di Casalmaggiore tra altre infrastrutture (e ci può stare viste le condizioni generali di degrado delle infrastrutture italiche) e l’importanza del sesso per aumentare il testosterone, assolutamente indispensabile nella scaletta. Bisogna accontentarsi, questo passa il convento. Il passaggio nella trasmissione Agorà di Rai 3 ha comunque fatto vedere, anche se per pochi minuti in tutta Italia qual’è la condizione dell’infrastruttura casalese.
“In verità – scrive Alessandro Rosa, che era andato in barca con la troupe RAI proprio per raccontare della vicenda – avevo preparato un intervento di circa tre minuti che era il tempo che mi avevano dato in cui avevo sintetizzato tutto: antefatto, disagi, possibili soluzioni.
Poi, per ragioni di scaletta televisiva, mi hanno concesso 30 secondi nei quali sono riuscito solo a dire che i danni sono incalcolabili. Il tutto mente la conduttrice mi parlava sopra. Sinceramente la cosa mi ha fatto anche un po’ innervosire, perché se ci contatti per spiegare la situazione di disagio che la chiusura del ponte ha creato per le famiglie, i lavoratori, gli studenti e le imprese in modo che si accendano i riflettori su una vicenda complicata allora devi anche concederci il tempo di parlare, perché il nostro messaggio possa arrivare alle istituzioni e agli uffici competenti. Diversamente, si tratta solo di spettacolizzare una tragedia, quella di Genova, per fare un po’ di audience. E a quel punto potevano anche non scomodarsi nel venire a Casalmaggiore”.
Anche il professor Stefano Prandini ha dovuto finire il proprio pensiero al volo mentre una ‘fastidiosa’ voce parlava sopra. E’ andata. Viva mamma RAI.
Intanto, per quel che riguarda l’aperiponte, cresce l’attesa. Quota 300 quasi raggiunta, almeno su facebook ammesso che tutti coloro che hanno promesso la propria partecipazione poi lo facciano davvero: 298 alle 14.30 coloro che hanno confermato la propria presenza. Un numero elevato. Ricordiamo a tutti che, come sottolineano le organizzatrici, la partecipazione è libera. Si partirà alle 19. Ad ogni partecipante è chiesto, eventualmente, di portare qualcosa da casa per un momento di convivialità ‘on the road’.
Ci sono state anche lamentele sull’opportunità di un momento di ‘aggregazione’ ad un anno esatto dalla chiusura dell’infrastruttura. Ma è un’esigua minoranza. Tra loro – oltre a gente giustamente esasperata e stanca – appassionati di guerre da salotto, impavidi combattenti da tastiera. La maggioranza di chi ha aderito ha capito il significato di un gesto di testimonianza e partecipazione popolare. Tra le proposte, e per chi lo vorrà, quella di indossare una maglia nera.
Il segno del lutto: il colore più adeguato all’agonia di tutto un territorio.
Nazzareno Condina