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Sole Paroni, grande impresa: 10 maratone in 10 giorni con la figlia al seguito

Sole Paroni, 35enne, che ha vissuto gli anni dell'Università a Casalmaggiore (qui stavano i suoi nonni, lei studiava a Parma), vive a Salò. A Casalmaggiore torna, di tanto in tanto

Dieci maratone in dieci giorni. Roba da ultra appassionati, da gente che sa il sudore e la fatica che cos’é. Il percorso sempre lo stesso, sul lago d’Orta, con partenza ed arrivo a Gozzano, in provincia di Novara. Dal 4 al 13 agosto. Partenza alle 8, arrivo quando si arriva. C’è chi la vive come una sfida contro il tempo, chi come una sfida contro se stessi. L’importante è arrivare sino in fondo.

Un percorso non semplicissimo già a correrci da soli, figurarsi in due. 600 metri positivi di dislivello e terreno variabile: asfalto, ghiaia, sterrato e sentieri. Molte zone in cui il sole picchia, e picchia duro.

Sole Paroni, 35enne, che ha vissuto gli anni dell’Università a Casalmaggiore (qui stavano i suoi nonni, lei studiava a Parma), vive a Salò. A Casalmaggiore torna, di tanto in tanto, a trovare la nonna. La prima maratona l’ha fatta nel 2004. Non una corsa qualunque: “La prima volta è stata New York con Andrea Visioli e il CUS Parma”. Poi sette anni di stop, sino al 2011 quando a cimentarsi sulle lunghe distanze ci si è messa in maniera continuativa.

“La corsa è una parte integrante della mia quotidianità, un’azione indispensabile per scaricare le mie energie. E poi il mondo delle maratone è davvero qualcosa a sè”. Qualcosa di unico. Farne una è già dura. Farne 10 di fila é il gradino successivo. Quello legato all’ultramaratona, alle corse per pochi. Poco tempo per recuperare perché è già tempo di ripartire.

Le dieci maratone di quest’anno le ha fatte tutte. E le ha fatte spingendo la carrozzina della figlia che l’ha seguita in questa ‘pazza’ avventura. Pazza per le persone normali, ma non per lei. “E’ stato impegnativo – ci racconta – soprattutto per le prime, poi vai per inerzia. Diciamo che sono partita con l’intenzione di fare la prima, correndo giorno per giorno. E’ stata una decisione improvvisa, non programmata. Poi è arrivata la seconda, la terza, sino all’ultima”.

Ce l’ha fatta, e ce l’ha fatta con la figlia Victoria: “Mi chiedeva sempre di poter essere con me, e credo ne sia stata felice. E’ partita con molto entusiasmo. Dormiva per i primi 7 o 8 km, poi si svegliava”. I bisogni, lo scivolo e il gelato. “A quest’ultimo – aggiunge Sole – ci hanno pensano i giudici, che al nostro passaggio la viziavano e la rifocillavano”. Non era una questione di tempo: “Me la son presa con calma, non ero lì per fare tempi, ma per arrivare in fondo. Come dicevo, all’inizio per portare in fondo la prima, poi sono arrivata al traguardo della decima. Grazie a tutti quelli che hanno creduto in me”.

Dieci maratone in dieci giorni, mica una cosa normale. Ma Sole normale non è: è una mamma ed una donna speciale. Muscoli allenati alla fatica, anche a quella estrema. Polmoni pronti. E, questa volta, oltre a fare un regalo a Victoria ha voluto fare un regalo a se stessa. Mettendosi alla prova, quasi per gioco. Ed arrivando in fondo davvero. Una sfida non contro il tempo, ma contro se stessa. Anzi, per se stessa. “E’ stata un’esperienza bellissima, non vedo l’ora di ripeterla l’anno prossimo”. Una cosa da folli. Anzi no, una cosa da Sole: da chi vive ponendo i propri limiti sempre un passo più in là del traguardo già raggiunto.

Nazzareno Condina

 

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