Cronaca

Emy e Lorenza, Crema sancisce le due mamme (viadanesi) "Riconosciuto diritto del bambino"

"Oggi ho ricevuto la dichiarazione di una coppia di mamme, Emy e Lorenza che hanno certificato la genitorialità di entrambe, e non di una sola di loro, nei confronti del loro bimbo di 7 anni, lo splendido Rocco. Un atto in coerenza con quanto operato in occasione della trascrizione di cogenitorialità di due papà".

Dopo il riconoscimento di due padri per i gemellini nati in California, questa mattina, giovedì 2 agosto, il sindaco ha firmato come Ufficiale di Stato Civile la dichiarazione successiva di riconoscimento della seconda mamma relativa a un bambino di cui esisteva già la dichiarazione di nascita del primo genitore. A differenza del caso precedente, che ha fatto molto discutere in città nei mesi scorsi, (dove si trattava di trascrivere una sentenza straniera di cogenitorialità), nel caso odierno si parla di un bambino nato in Italia, ora riconosciuto come figlio di due mamme. Le mamme sono Lorenza Tizzi ed Emy Zigatti, entrambi residenti a Viadana, nel comprensorio Oglio Po.

Un atto “in continuità e in coerenza con quanto operato per i due padri dei gemelli”, ha dichiarato il sindaco Stefania Bonaldi. “Il riconoscimento del legame di genitorialità è un diritto del bambino e, proprio perché a esclusiva tutela del minore, si applica indipendentemente dalle modalità con le quali il bimbo è stato concepito ed è nato. A noi viene richiesto di riconoscere dei legami di fatto, preesistenti, in questo caso che durano da anni, e che chiedono solo di essere accolti sotto l’ombrello dei diritti”.

“Guardiamo nella direzione della Vita, sempre e comunque – conclude il sindaco – anche quando è giunta a noi attraverso strade diverse da quelle che conosciamo, ma evocata da una intenzione amorevole, una intenzione che nessuno deve sentire il diritto di valutare soggettivamente, perché la Vita va sempre accompagnata, in qualsiasi forma e in qualsiasi contesto essa si manifesti. Per questo procedo con grande convinzione e con tanta commozione  a questo riconoscimento, che consente a una famiglia di fatto di sentirsi considerata tale anche dal diritto. Come tanti colleghi Sindaci, proseguirò su questa strada, convinta di farmi interprete e garante dei principi di eguaglianza, formale e sostanziale, che la nostra Costituzione esprime a gran voce e forte di diversi pronunciamenti della Corte di Cassazione, della Corte Costituzionale e, naturalmente, anche della Corte Europea dei diritti dell’uomo”.

La spiegazione tecnica fornita dal Comune di Crema: “Le due mamme hanno dichiarato di avere fatto  ricorso alla PMA (procreazione medicalmente assistita) eterologa all’estero e hanno invocato il riconoscimento di entrambe come genitori in forza degli articoli 8 e 9 della L. 40/2004  (c.d. legge sulla procreazione assistita). Tali disposizioni, non a caso rubricate come “Disposizioni concernenti la tutela del nascituro” prevedono che il bambino nato da PMA abbia lo status di figlio nato nel matrimonio o di figlio “riconosciuto dalla coppia che ha espresso la volontà di ricorrere alle tecniche medesime”, anche quando, essendo frutto della fecondazione eterologa (oggi riconosciuta in Italia a seguito di pronuncia della Corte Costituzionale n.1621/2014) quel bambino non sia figlio biologico di uno o di entrambi i componenti della coppia. Secondo la L. 40, infatti, il presupposto per stabilire la filiazione del bambino nato da PMA è, pacificamente, l’espressione del consenso alle tecniche riproduttive, dunque la intenzionalità e l’assunzione di responsabilità che quel consenso implica. Tale presupposto, essendo volto alle tutela del nato, non può che valere sia per i figli delle coppie eterosessuali, che per i figli delle coppie formate da due donne, che all’estero, come nel caso specifico, abbiano realizzato una PMA. In piena conformità con  le leggi del luogo ed esprimendo questo consenso e questa intenzionalità.

Stefania Bonaldi scrive: “Oggi ho ricevuto la dichiarazione di una coppia di mamme, Emy e Lorenza che hanno certificato la genitorialità di entrambe, e non di una sola di loro, nei confronti del loro bimbo di 7 anni, lo splendido Rocco. Un atto che si pone in continuità e in coerenza con quanto operato in occasione della trascrizione di cogenitorialità di due papà per due fratellini avvenuta tempo fa presso il nostro Comune. Noi pensiamo che riconoscere questo legame sia un #diritto del bambino e che, proprio perché a esclusiva tutela del minore, tale procedura debba applicarsi indipendentemente dalle modalità in cui il bimbo è stato concepito ed è nato. All’ufficiale di stato civile, nel caso specifico al #Sindaco, viene richiesto di riconoscere dei #legami di fatto, preesistenti, in questo caso che durano da anni, e che chiedono solo di essere accolti sotto l’ombrello dei diritti. A Crema noi rispondiamo #Sì, perché guardiamo nella direzione della Vita, sempre e comunque, anche quando è giunta a noi attraverso strade diverse da quelle che conosciamo, ma evocata da una intenzione amorevole, una intenzione che nessuno deve sentire il diritto di valutare soggettivamente, perché la #Vita va sempre accompagnata, in qualsiasi forma e in qualsiasi contesto essa si manifesti. Per questo ho proceduto con grande convinzione e con una commozione enorme a questo riconoscimento, che consente a una #famiglia “di fatto” di sentirsi considerata famiglia anche sul piano del diritto. Come tanti colleghi Sindaci, proseguiro’ su questa strada, certa di farmi interprete e garante dei principi di eguaglianza, formale e sostanziale, che la nostra #Costituzione esprime a gran voce e forte di diversi pronunciamenti della Corte di Cassazione, della Corte Costituzionale e, naturalmente, anche della Corte Europea dei diritti dell’uomo”.

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