Cultura

L'Oriente che affascina: l'orchestra sinfonica di Hong Kong conquista Casalmaggiore

Un florilegio di sonorità che va difeso a spada tratta - così come il Festival - come Angelo Porzani, presidente degli Amici dell’International ha ricordato, citando i vari sponsor amici, nella pausa tra un atto e l’altro del concerto. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

CASALMAGGIORE – Questa volta è servito allungare il palco e ingrandirlo: perché oltre ai 90 elementi, musicisti giunti da Hong Kong e in particolare dai college Queen and St. Stephen’s Girls, si è trovato lo spazio anche per i vari strumenti. La grande arpa è rimasta ai piedi del palco, poi c’erano tutti: strumenti ad arco, a fiato, a corda, coristi, una batteria, percussionisti.

L’ideale per ricomporre uno spartito che ha viaggiato verso la grande musica classica, con Mozart e Debussy su tutti, ma ha anche accarezzato la grandezza di un compositore forse a noi poco noto, il cinese Tan Dun tuttora attivo, che però in patria è un vero e proprio idolo e ha conquistato, nel 2001, l’Oscar alla miglior Colonna sonora per il film “La tigre e il dragone”. In effetti quando i ragazzi, tutti giovanissimi come era facile intuire scorgendo i loro volti, hanno iniziato a eseguire, sotto la direzione ispirata ed energica del maestro Andrew Ling, anch’egli molto giovane, il componimento “Secret of Wind & Birds”, sembrava davvero di essere dentro una sala cinematografica o in un cinematografo all’aperto, se preferite.

Perché ancora una volta il cortile esterno di Santa Chiara si è dimostrato all’altezza, accogliendo all’incirca 300 persone per un nuovo grande evento portato a Casalmaggiore dall’International. Un concerto sinfonico passato dal “Karneval” di Dvorak, dal “Concerto per corno n. 3 in mi bemolle maggiore” di Mozart, da “Etenal Vow” e “Passacaglia” del già citato Tan Dun e poi, nella seconda parte, dalla “Sonata per flauto, viola e arpa” di Debussy, da tre pezzi per ottoni di Maurer e dalla “Sinfonia n. 5 in mi minore” di Cajkovskij.

Un florilegio di sonorità che va difeso a spada tratta – così come il Festival – come Angelo Porzani, presidente degli Amici dell’International ha ricordato, citando i vari sponsor amici, nella pausa tra un atto e l’altro del concerto. “Quando tornate a casa dite una preghiera di lunga vita e di buona salute per i nostri sponsor: sono convinto che qualche risultato si ottenga”. Considerati gli applausi scroscianti, difficile dargli torto.

Giovanni Gardani

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