Cultura

Il Teatro all'Antica vedrà il primo cantiere dopo 500 anni. E si chiede aiuto per gli affreschi

La delibera 145 del 12 luglio pubblicata all’albo pretorio parla di un investimento da 400mila euro, di cui 227mila recuperati dalla struttura commissariale post sisma del 2012, 145mila arrivati da Fondazione Cariplo e 56mila, dal bilancio del comune.

SABBIONETA – Chissà cosa penserebbe Vespasiano Gonzaga: il suo Teatro all’Antica, progettato da Vincenzo Scamozzi, inaugurato nel 1590 e primo esempio europeo di teatro stabile inserito in un edificio appositamente costruito, dalla sua nascita non ha mai avuto bisogno di una ristrutturazione. E di un cantiere. Il primo partirà, 500 anni dopo la sua inaugurazione, nei prossimi giorni e per il progetto il comune di Sabbioneta ha già stanziato 390mila euro (senza contare l’Iva).

Sì, perché anche un’opera praticamente senza rughe e che porta con classe tutti i suoi anni, necessita ora di consolidamento sismico: dal Teatro all’Antica originario mancano soltanto, si fa per dire, parte degli affreschi e del soffitto ligneo, che vennero rubati dopo la Rivoluzione Francese dai soldati di Napoleone. Il resto però è identico ad allora, al 1590. La delibera 145 del 12 luglio 2018 pubblicata all’albo pretorio parla di un investimento da 400mila euro, di cui 227mila recuperati dalla struttura commissariale post sisma del 2012, 145mila arrivati da Fondazione Cariplo e 56mila, dunque una parte davvero esigua, dal bilancio del comune sabbionetano. Il progetto è dell’ingegner Paolo Toregiani, presentato lo scorso 28 novembre.

Non si tratta però dell’unica esigenza: se infatti il consolidamento sismico è doveroso per evitare nel tempo brutte sorprese ad una struttura che ha pur sempre più di 500 anni, ecco che alla generosità dei cittadini, mediante piccole donazioni, e in attesa eventualmente di un’opera più cospicua di Mecenatismo, si chiede invece un ulteriore aiuto per provare a recuperare gli affreschi alle pareti del teatro, in parte visibilmente usurati sempre dal trascorrere del tempo. Un intervento, quest’ultimo, meno urgente del primo, ma che comunque non va messo tra parentesi o nel dimenticatoio. D’accordo che lo Scamozzi ha costruito un gioiello, esempio mirabile anche di longevità e solidità, ma un piccolo aiuto, dopo cinque secoli, non è certo sgradito.

Giovanni Gardani

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