Punto Nascite, il comitato a difesa dell'Oglio Po risponde ad Asola: "Collaborare, l'unica strada"
Il piano della discussione è un altro: l'integrazione operativa e dell'offerta di servizi tra i punti nascita come vero potenziamento di entrambi. E' questo il modo di superare le contraddizioni contenute nella famigerata delibera 267

CASALMAGGIORE – Il Comitato a difesa dell’Oglio Po risponde al Comitato di Asola dopo il comunicato del presidente di Asola Galliera. Il messaggio è un invito all’incontro e alla condivisione di un percorso che potrebbe fare bene ad entrambi i punti nascita.
“La nostra lettera al Ministro alla sanità – scrivono i membri del Comitato a difesa dell’Oglio Po – ha allarmato il comune di Asola e il Comitato in difesa dell’ospedale mantovano che vi hanno visto una messa in concorrenza del nostro punto nascita con il loro, considerando ciò fonte di divisione.
In effetti gradiamo molto e condividiamo questa visione territoriale strategica tanto che l’abbiamo sempre auspicata. L’abbiamo ribadito su tutti i giornali il 22 giugno scorso come proposta precisa: “Le direzioni di Cremona e Mantova – scriveva il comitato casalese – devono mettere in rete le reperibilità professionali per supportare i due punti nascita” e questo in quanto essi sono complementari e si possono supportare a vicenda infatti “quello di Asola – continua la proposta – manca di un requisito importante che è la rianimazione la quale potrebbe essere garantita da Casalmaggiore che a sua volta ha bisogno di far ruotare i propri specialisti.”
Non chiediamo affatto la chiusura del punto nascita di Asola, ma di realizzare innanzitutto, come abbiamo scritto, “un contesto strategico interaziendale (ASST di Cremona e Mantova)” , “un’attenta e approfondita valutazione strategica territoriale da parte dell’ATS come sta avvenendo in altre aree della Lombardia” e solo dopo valutare “l’opportunità della chiusura di uno dei due punti nascita contigui tra loro” ritenendo che a quel punto sarebbero scongiurate entrambe.
In particolare sosteniamo una costruttiva collaborazione tra l’Ostetricia di Oglio Po e Asola, con interscambio di personale, copertura di reperibilità, utilizzo delle strutture di emergenza e di terapia Intensiva dell’Oglio Po. Allo stesso modo abbiamo sempre chiesto l’integrazione in rete di tutti i presidi dei due ambiti.
Un primo atto molto significativo e intelligente in questo senso lo hanno compiuto, in questi giorni, i sindacati cremonesi e mantovani che hanno condiviso la proposta di alleanza tra le due ostetricie. Abbiamo chiesto e chiediamo che la stessa cosa sia fatta dalle due Aziende ospedaliere e dai sindaci.
A nostra volta chiediamo alla signora Galliera e al comitato di Asola di poterli incontrare perché il loro comunicato dei giorni scorsi ha assunto toni di scontro che davvero non trovano giustificazione. Sono encomiabili le capacità organizzative, di efficientamento e soprattutto di attrattività messe in atto dall’azienda mantovana e invece mancate nell’azienda cremonese.
Ma il piano della discussione è un altro: l’integrazione operativa e dell’offerta di servizi tra i punti nascita come vero potenziamento di entrambi. E’ questo il modo di superare le contraddizioni contenute nella famigerata delibera 267 del 28 giugno 2018 con cui la giunta della Regione Lombardia ha chiuso il punto nascita Oglio-Po, e che naturalmente non potremmo fare a meno di evidenziare in tutte le sedi opportune”.
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