Punto Nascite, ora il Comitato si rivolge al Ministero: "Ascoltate le ragioni per non chiuderlo"
Il Comitato chiede al ministro di interfacciarsi con Regione Lombardia, valutando la possibilità di una sospensione della delibera; di una nuova richiesta di deroga corredata di dati corretti; di una monitorata realizzazione del progetto di rilancio.

CASALMAGGIORE – Il Comitato per la salvaguardia dell’Oglio Po stavolta si rivolge a Roma. E lo fa con una missiva indirizzata al Ministro della Sanità Giulia Grillo e assieme a tre esponenti del Movimento 5 Stelle (come la Grillo) impegnati a Roma come a Milano, ossa il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli (cremonese), e i consiglieri regionali della Lombardia Marco Degli Angeli (cremasco) e Andrea Fiasconaro (mantovano). Di seguito ecco il testo della lettera firmata dal direttivo del comitato: Luigi Borghesi, Carlo Barbiani, Gloria Barili, Irene Ghezzi, Annamaria Piccinelli.
“Il comitato per la difesa e il rilancio del’Ospedale Oglio-Po che da tre anni, sostenuto da migliaia e migliaia di firme apposte alle sue petizioni, si impegna contro il continuo depauperamento del P.O. Oglio-Po – ASST di Cremona determinato dalla mancanza di investimenti; vista la delibera n° 267 del 28.6.2018 con cui la giunta della Regione Lombardia ha chiuso il punto nascita del P.O. Oglio-Po; precisato che la sua posizione circa la chiusura del punto nascita di Oglio Po non si pone in contrapposizione al corretto intervento di riorganizzazione dei punti nascita lombardi, intrapresa da Regione Lombardia con la delibera in oggetto, ma che il nostro vuole invece essere solo un contributo a rendere la citata riorganizzazione razionale, efficiente e sicura anche per la popolazione del nostro territorio;
rende noto al ministro
1) che i tempi di raggiungimento di Punti Nascita alternativi (Cr e Mn), in caso di chiusura del PN Oglio Po, non sono 20-25minuti, come dichiarato nella richiesta di deroga alla chiusura fatta da Regione Lombardia al CPNn nel 2016, ma 45-50 minuti in condizioni metereologiche favorevoli, sicuramente oltre i 60 minuti durante i mesi autunno-invernali quando la pianura Padana è luogo di fitte nebbie;
2) che essendo il P.O. Oglio-Po al confine con l’Emilia, i punti nascita a noi più vicini non sono in Lombardia ma in Emilia Romagna (Guastalla e Parma) e le gravide del nostro territorio, una volta accertata la chiusura del punto nascita, andrebbero a farsi seguire presso specialisti di quelle realtà con evidente falla del SISTEMA sanitario lombardo;
3) che anche questi punti, in caso di nebbia, non sono raggiungibili in meno di 45 minuti e attualmente e da un anno a ciò si aggiunge la chiusura del ponte sul Po (Sp 343) che riaprirà tra oltre un anno;
4) che il P.O.Oglio Po possiede tutti gli standard operativi, sia di sicurezza che tecnologici, dell’Unità Operativa di Ostetricia richiesti nell’Accordo Stato – Regioni del 2010; allo stesso modo sono garantiti gli standard operativi dell’area neonatale e U.O. Neonatologia/Pediatria, sia per quanto riguarda i livelli assistenziali che gli standard di sicurezza e tecnologici dell’area neonatale, come si evince anche dalle dichiarazioni già presentate da ASST di Cremona e ATS Valpadana el giugno 2016;
5) il P.O. Oglio Po, frutto della chiusura di tre ospedali di zona (Bozzolo, Viadana e Casalmaggiore) è l’unico ospedale per acuti presente nell’Ambito Distrettuale sperimentale interaziendale casalasco-viadanese, comprendente trenta Comuni ed una popolazione di circa 90000 abitanti, territorio in cui ogni anno nascono circa 800 bambini;
6) che il numero dei parti, in anni recenti superiore anche alle 600 unità all’anno, è andato progressivamente calando per la evidente mancanza di investimenti specie sui fattori di attrattività;
7) che il Progetto virtuoso allegato alla richiesta di deroga del 2016, che, se attuato, avrebbe sicuramente consentito di aumentare il numero dei parti presso il PN Oglio Po, non è stato per niente realizzato nell’integrazione dei Consultori territoriali, negli investimenti di dotazioni strumentali degli stessi, nel trasferimento presso il P.O.Oglio Po del Centro di Procreazione Medica Assistita (PMA) dell’Ospedale di Cremona, nell’adeguamento strutturale delle stanze di degenza; e solo parzialmente si è provveduto alla rotazione programmata di tutti i ginecologi e di tutte le ostetriche tra i PN di Oglio Po e PN di Cremona;
8) che i punti 6 e 7 sono stati oggetto di una audizione avuta dal suddetto comitato, accompagnati anche da alcuni sindaci dell’ambito, presso la commissione III di Regione Lombardia volta a evidenziare le evidenti responsabilità nelle scelte gestionali-amministrative;
9) che riteniamo opportuno che l’ATS Valpadana valuti, in un tempo ragionevole e in un contesto strategico interaziendale (ASST di Cremona e Mantova), l’opportunità della chiusura di uno dei due punti nascita contigui tra loro e cioè il PN Oglio-Po ASST di Cremona e il PN di Asola – ASST di Mantova per le seguenti evidenti ragioni: il primo inadempiente solo nel numero nati/anno, ma dotato di Terapia Intensiva con guardia attiva h 24 di Rianimatore, Ostetrica, Ginecologo e Pediatra; possibilità h 24 di taglio cesareo d’emergenza in 30’; possibilità h 24 in 60’ di trasfusione di emoderivati, esami radiologici, esami di laboratorio urgenti; possibilità di parto analgesia epidurale; il secondo rispondente al criterio numerico dei 500 parti/anno, ma non dotato di Terapia Intensiva e collocato in un Ospedale con meno di 80 posti letto e quindi, per le sopra elencate motivazioni, chiede al ministro di interfacciarsi con Regione Lombardia, valutando la possibilità: di una sospensione della suddetta delibera; di una nuova richiesta di deroga corredata di dati corretti da valutare; di una monitorata realizzazione del progetto di rilancio”.
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