Sabbioneta, sabato alle 10.30 si svela la nuova sala Vespasiano col duca "parlante"
La voce di Vespasiano, attraverso una ricostruzione vocale a cura di Luca de Marinis e una drammaturgia pensata dallo stesso Luca de Marinis e da Alessandra Pasi e Francesco Casanova, guida il visitatore. GUARDA IL SERVIZIO DEL TG DI CREMONA 1
SABBIONETA – Vespasiano Gonzaga è una figura carismatica, ancora presente nell’immaginario di chi cammina nei suoi palazzi. Su di lui, citando Giovanni Sartori uno degli storici che di lui più si è occupato, le ricerche sono ancora numerose, le connessioni sorprendenti e molti manufatti e opere d’arte realizzati durante il suo governo, quadri, dipinti, statue e libri rari, ancora da studiare e da spiegare.
Ripensare l’allestimento della sua statua in gesso nel museo del suo palazzo significava ripensare l’incontro tra il duca e il visitatore moderno, restituendo a questa esperienza carattere e dignità, immergendo la sua figura e i suoi ospiti in una spirituale atmosfera di sogno. La statua di Vespasiano, uno dei sovrani illuminati del suo periodo, colto letterato, filosofo, osservatore degli astri e architetto militare, ha trovato una collocazione definitiva nella Sala della Guardia di palazzo Ducale. L’inaugurazione del nuovo allestimento è prevista per sabato 14 luglio alle ore 10.30 in quella che diverrà la sala Vespasiano Gonzaga.
Lo spazio d’ingresso e la sala sono stati recentemente restaurati seguendo il progetto dell’architetto Daniele Balzanelli affiancato dalla Responsabile del procedimento Raffaella Argenti, grazie ai contributi, che ammontano complessivamente ad 50mila euro, di Regione Lombardia, Fondazione Cariplo tramite Fondazione Comunità Mantovana e Cariverona ed alla volontà dell’Amministrazione Comunale di continuare nel restauro e recupero degli spazi storici sabbionetani.
Tutto ciò che fa parte dell’allestimento è prodotto artigianalmente: 67 sono le persone che con le loro mani hanno lavorato alla realizzazione di questo progetto. Gli artigiani hanno spontaneamente dedicato tempo maggiore per raggiungere il risultato di qualità, tralasciando le logiche commerciali a vantaggio di una forte carica morale, capace di distinguere ciò che rappresenta e valorizza il nostro territorio e il valore della cultura legata ai monumenti storici italiani.
L’allestimento nella Sala della Guardia, a fianco dell’ingresso, porta il visitatore a entrare chinando il capo in un raccolto spazio spirituale di effimere trasparenze. Qui la statua, di gesso bianco, è esposta in un ambiente raccolto su fondo bianco, giocando con la luce naturale delle finestre, filtrata dai tendaggi, inquadrando il soffitto ligneo. Nella sua artistica eleganza, con il braccio proteso in un benevolo gesto, il duca accoglie i visitatori che entrano sotto di lui.
Riuscire a esporre un’opera guidando il visitatore, invitandolo ad entrare, ad osservare i particolari, ad ascoltare il suono che riempie la stanza, è un’importante passaggio del gioco relazionale tra visitatore, luogo ed esposizione. Il suono è l’elemento immateriale, struttura stessa del progetto dello spazio. La voce di Vespasiano, attraverso una ricostruzione vocale a cura di Luca de Marinis e una drammaturgia pensata dallo stesso Luca de Marinis e da Alessandra Pasi e Francesco Casanova, guida il visitatore, in una spirituale presenza, invitandolo a sedere, predisponendo il suo stato d’animo alla visita dei luoghi, di ciò che è stato e ciò che la sua dimora ancora è.
Come l’essenza dei sogni, le cose prendono forma parlando dei sogni stessi. La città di Sabbioneta è un sogno e voi, visitatori, ne fate parte, camminando qui. Aneddoto a margine dell’allestimento: durante i lavori la scultura in gesso, calco del bronzo di Leone Leoni, opera di Menozzi Giuseppe, arrivò presso il Palazzo Ducale di Sabbioneta nel 1937 priva del suo prezioso elmo, dimenticato nel tempo. In questa occasione è stato rinvenuto, presso i depositi di Palazzo Ducale di Mantova, ed ora, gentilmente concesso dalle autorità, è stato ricollocato al fianco della sua scultura nel nuovo allestimento.
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