Parma-Brescia da ridere per non piangere: così "Fogliazza" disegna il disagio
Il disegnatore Gianluca Foglia due volte si è recato a Brescia per lavoro, mentre a Casalmaggiore arriva una volta a settimana per le prove assieme ad Emanuele Cappa di un nuovo spettacolo, che verrà poi ufficializzato.
CASALMAGGIORE – Si chiama Gianluca Foglia, ma per tutti nel mondo delle vignette e dei fumetti è Fogliazza: arguto, intelligente, ironico, capace di usare la satira, ma anche di non fare mancare un certo valore e messaggio civico alle sue vignette. Abita a Parma, ma con Casalmaggiore ha un rapporto più che occasionale, per così dire, dato che qui ha vissuto fino a 12 anni fa, e pure proficuo, se è vero che proprio Fogliazza curò, nel 2005, il piccolo volume di “Rino Maggiorino”, una sorta di libro di istruzioni per ben comportarsi dal punto di vista civico.
Gianluca ha avuto la sfortuna di imbattersi nella Parma-Brescia, la famigerata tratta ferroviaria che fa dannare i pendolari casalaschi e parmensi, della quale si parla purtroppo ormai quotidianamente per i disagi che arreca. Sfortunato sì, ma anche fortunato da un certo punto di vista, perché come lo stesso Fogliazza spiega “la mia esperienza sul Parma-Brescia è molto limitata… ma credo di aver già visto quanto basta”. Due volte si è recato a Brescia per lavoro, mentre a Casalmaggiore arriva una volta a settimana per le prove assieme ad Emanuele Cappa di un nuovo spettacolo, che verrà poi ufficializzato.
“Le vignette che ho pubblicato su Facebook – spiega Gianluca – le ho fatte dal treno, quindi sono piuttosto abbozzate, ma ciò le rende ancora più “credibili”. Ne devo comunque fare altre”. Anche perché purtroppo la Parma-Brescia non smette di fornire materiale per l’amara ironia di Fogliazza. Tre per ora i suoi dialoghi caustici: “Dio c’è. E la Parma-Brescia?”. E ancora: “Sono sul treno Brescia-Parma: mò stà a vedere che c’attaccano gli indiani”. Infine: “Biglietto prego. Perché, è una lotteria?”.
Una di queste viene corredata da un racconto umoristico ma vero, fornitoci dallo stesso Fogliazza e che qui riportiamo integralmente: “C’è dell’altro: alla stazione il binario da cui parte (2est) non è indicato… quindi parto di corsa per i 400 piani, io e una ragazza somala: ha vinto lei. Una volta a bordo siedo a fianco di un ciccione leghista (lo capisco da come è schifato dal multietnico che lo circonda). Per scrupolo occupa il posto di fronte col suo marsupio (è un marsupiale). Arriva un ragazzo africano “Posso?” e io “Certo!” a quel punto il ciccione padano comincia a sbattere gli occhi al cielo e fa smorfie peggio del suo cervello (ma non ha il coraggio di dire bau). Poi si sposta (anche se ha vicino una ragazza africana, ma con la gonna. Porco). L’aria condizionata sbuffa che sembra di viaggiare su un soffione boracifero (ma freddo): sento che mi crescono in gola dei prataioli”.
“La diligenza – prosegue il racconto – si ferma ogni tre per due (cinque secondo Trenord): a quest’ora la campagna è bellissima. Ogni volta il controllore (che è un signore triste abituato a sudare) scende e gira una manovella sul muro della stazioncina per spegnere il drindrin della campanella. Intanto il Cirque Bidon ci ha doppiati e “quando c’era lui” fa lo stesso perché adesso ci son loro (i legaioli). Arrivati a Parma c’è un comitato di benvenuto che ti mette delle ghirlande di fiori al collo e siccome fa un caldo della madonna ci rovesciamo tutti della malvasia addosso attraversando la strada implorando che piova: in quel momento passa Perotti che ci scatta una foto che va in prima pagina della Gazzetta di Parma ma si dimenticano di citare la fonte. (l’ultima me la sono inventata… cioè la penultima: sul nome che non han citato secondo me era vera)”.
In attesa di nuovi disegni, vale la regola che purtroppo nel Casalasco, ed evidentemente anche nel Parmense, hanno adottato per sopravvivere: meglio ridere per non piangere.
Giovanni Gardani