Cronaca

Via Baldesio, Chiarini chiede ragguagli, commercianti e comitato la fine dei lavori

La speranza è quella che l'amministrazione voglia porre definitivamente mano al progetto, per portarlo a termine. L'ultima proroga dovrebbe scadere a gennaio. Solo alla fine poi vi potrà essere un giudizio

CASALMAGGIORE – Al momento è un progetto lasciato a metà. Con tutti i limiti del caso. Un progetto prima sposato e poi – almeno al momento – abbandonato al suo destino. Ancor di più, abbandonati al proprio destino, sembrano essere stati i promotori che ieri mattina si sono ritrovati (unici assenti giustificati Damiano Chiarini impegnato per lavoro ed Andrea Devicenzi impegnato in un corso di aggiornamento, ma entrambi hanno rilasciato delle dichiarazioni) per fare il punto della situazione. In una conferenza stampa.

PAOLO BOCCHI (Commercianti) – “Abbiamo creduto ed appoggiato il progetto, la rigenerazione urbana prevista dal progetto complessivo. E’ molto importante in un progetto di rigenerazione l’arredo urbano. Al momento quello che è stato fatto mi sembra un po’ poco. Vorremmo che l’amministrazione tenendo fede al progetto lo porti a termine. Avevamo tutti apprezzato la bellezza della sperimentazione, con il verde e le sedute. Fanno parte di un disegno complessivo che non può essere lasciato a metà. Come commercianti, ho già parlato con qualcuno di loro, ci prendiamo l’impegno a curare il verde e so che ci sono anche un gruppo di residenti pronti a farlo.

DAMIANO CHIARINI (Persona Ambiente) – Il presidente di Persona Ambiente ha chiesto da patner del progetto Casalmaggiore 2.0 tutti i dati, e lo ha fatto con lettera protocollata. Una posizione soft, almeno al momento la sua: “E’ un progetto in cui credo molto, e ci ho creduto sin da subito, uno dei pochi ad avermi pienamente convinto”. La lettera: “Facendo seguito a quanto espresso durante la riunione dei soggetti patner del progetto Casalmaggiore città coesa e solidale 2.0, tenutasi il giorno 8 maggio presso il comune di Casalmaggiore, con la presente si richiede se è intenzione del capofila (Comune) proseguire il completamento del progetto così come presentato a Fondazione Cariplo. Se è in programma il completamento dell’arredo urbano con fioriere e verde così come più volte espresso dall’Associazione Persona Ambiente e verbalizzato all’ultimo incontro. Si richiede inoltre copia della rendicontazione economica dettagliata in qualità di soggetto patner. Con la presente si precisa che qualora il progetto non fosse terminato e risultasse incompleto per la parte di arredo urbano-verde, verrebbero meno i principi che hanno portato l’associazione scrivente ad appoggiare la candidatura del progetto, pertanto si rimanderà ai soci la decisione di aderire o meno al progetto così come ad oggi realizzato. La scrivente rammenta che è disponibile fin da ora ad investire la propria quota parte del finanziamento per contribuire al completamento di quanto rimasto ad oggi in sospeso”.

ANDREA DEVICENZI (Atleta – Comitato Slow Town) – Ha percorso tutto il tratto di via Baldesio, dal Parco di via Italia a dove il progetto dell’area slow si interrompe. Ha verificato con i propri occhi le migliorie per quanto riguarda i portatori d’handicap del pezzo nel quale i lavori sono già stati eseguiti. “Questo è un ottimo progetto, ma va portato a termine – ha detto alla fine Andrea Devicenzi – per poter essere giudicato. Un progetto bello, proprio per l’occhio di riguardo nei confronti degli utenti più deboli. Non si può lasciare così. Quando sarà terminato poi potrà essere giudicato”. Devicenzi ha valutato anche l’allargamento del marciapiede sul primo tratto della via, quello che consentirà alle carrozzine di passare con comodità. “Una soluzione valida per tutti, non solo per i portatori d’handicap”. Completatelo, e poi giudicatelo.

CHIARA MINA (imprenditrice) – E’ titolare, insieme alla figlia Elena, di una delle strutture ricettive più interessanti di tutto il territorio. Ricavata in palazzo Porcelli, ex convento è frequentata soprattutto da stranieri. “Gli ultimi venuti – ha spiegato – si sono calati subito nella nuova realtà slow. All’estero è una cosa che conoscono bene. Mi hanno detto che apprezzano il pochissimo rumore. Chiedo anch’io che il porgetto venga portato a termine, e non lasciato a metà anche perchè il verde e le sedute, l’arredo urbano in progetti come questo sono fondamentali. Mi rendo anch’io disponibile a prendermi cura del verde, ed una volta terminato il tutto, lascerò aperto l’ingresso da via Baldesio di Palazzo Porcelli e le sedute interne, a disposizione della città e dei turisti”. Anche il lungo loggione con il colonnato sarà dunque parte di una via Baldesio completata. “Ha un senso completato, e non lasciato così”.

GIANCARLO SIMONI (Comitato Slow Town) – “A distanza di quattro anni dalla sperimentazione e a quasi due dalla aggiudicazione del bando della Fondazione Cariplo con 100 mila euro il progetto Casalmaggiore 2.0 è in alto mare. Doveva essere tutto completato entro febbraio 2018 invece siamo in mezzo ad un cantiere di cui noi si vede la fine. incroci e attraversamenti pedonali lasciati a metà, scicane segnalate con pezzi di plastica, nessun arredo urbano e primo tratto lasciato inspiegabilmente con tutte le barriere architettoniche precedenti. Inoltre, ad aggravare i ritardi, che rischiano di far saltare il co-finanziamento, apprendiamo dal Consiglio Comunale del 28 maggio 2018 che l’Amministrazione non vuole completarlo nel suo elemento essenziale, il verde urbano. Un fatto, se confermato, gravissimo, se pensiamo che fu proprio il verde il plus che permise di raccogliere oltre un migliaio di firme a favore in pochi giorni nel 2014, tra cui quella del Sindaco Bongiovanni e di buona parte dell’opposizione cittadina, dei residenti e dei commercianti della via. Non a caso nel progetto presentato alla Fondazione sono ben otto le zone verdi previste da installare. Ma non mancano solo il verde e l’arredo urbano, basta leggere il testo del progetto per capire che l’Amministrazione è inadempiente su altri due punti importanti. Uno. La “partecipazione civica”, che doveva essere svolta prima dei lavori stradali nel 2017 e che prevedeva la co-progettazione con i residenti attraverso la mediazione di due facilitatori di comunità e l’organizzazione di “laboratori/eventi/convegni” insieme ai Partner per un importo totale di circa 40 mila euro, 10 mila ai facilitatori, 15 mila per formazione e supporto agli stessi e 15 mila per capofila e partner. Se tale partecipazione civica fosse stata eseguita molti malumori di questi mesi non ci sarebbero stati. Due. L’abbattimento delle barriere architettoniche per i disabili su tutta la via con un percorso sicuro dalla piazza Garibaldi al parco di via Italia come previsto nel progetto e anche dichiarato sui giornali dallo stesso Assessore Leoni il 5 dicembre del 2014: “In primis riteniamo corretto abbattere tutte le barriere architettoniche. Nel primo tratto: che va da piazza Garibaldi fino alla banca e al negozio Habitat, l’intenzione è di abbassare il marciapiede, un po’ come avviene nei corsi principali di Cremona, portandolo a raso e segnalando in modo orizzontale e con colori diversi la carreggiata stradale e lo spazio per i pedoni e i cosiddetti utenti deboli.” Mancano pochissimi mesi alla scadenza inderogabile concordata con la Fondazione se l’Amministrazione non procede subito i risultati attesi indicati saranno un totale fallimento e non vi sarà alcun bene comune da co-gestire con i cittadini e i residenti della via”.
DANIELE FORTUNATI (Comitato Slow Town) – “Il progetto a metà è la peggior cosa che si potesse fare. E’ deleterio. Anche perché la Fondazione Cariplo, con la quale si rischia una figuraccia, ha finanziato un progetto preciso, non una cosa a metà. Siamo in contatto con la Fondazione che teniamo costantemente aggiornata sulla situazione. Giusto perché sappiano come vengono spesi, o non spesi, i soldi. Speriamo ancora che l’amministrazione porti a termine il progetto. Se così non fosse, fossimo la fondazione, quei soldi già erogati li rivorremmo indietro. Da quel che sappiamo già altri enti, ed in altre situazioni, hanno agito così. Io ti finanzio un progetto che tu mi presenti, se poi il progetto non lo fai o lo fai in maniera parziale i soldi me li ridai indietro”.
QUESTIONI LEGALI – I ‘leoni da tastiera’, soprattutto quelli più sprovveduti, non avranno vita facile. Il Comitato Slow Town rende noto che tutte le conversazioni in materia sui social fanno parte di un ampio fascicolo, e che alcune posizioni sono in mano all’avvocato Carlo Pellegri. “Un conto è la critica o il parere su un progetto, un altro l’insulto o l’illazione, o il paventare comportamenti illeciti e la diffamazione. Ci sono cose che – anche secondo il legale – il limite lo hanno superato. Chi ci ha accusato, ad esempio, di avere interessi privati potrebbe doverlo dimostrare in tribunale, e nel caso che il tribunale come è logico che sia non li ravvedesse, risarcire. Non ci interessano i soldi: se decideremo di andare avanti, quelli che verranno come risarcimento saranno tutti reinvestiti nella città”. Così sarà anche in futuro.
CONCLUSIONI – La speranza è quella che l’amministrazione voglia porre definitivamente mano al progetto, per portarlo a termine.  L’ultima proroga dovrebbe scadere a gennaio. Solo alla fine poi vi potrà essere un giudizio che al momento è impossibile visto che il progetto è lì, fermo, e sotto gli occhi di tutti. I percorsi per ciechi si interrompono a metà, il percorso sicuro per le utenze deboli altrettanto. All’amministrazione adesso il compito di chiarire quello che vorrà fare.
Nazzareno Condina

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