Dalle mondine a Ligabue: folla per la "Storia della Bassa" di Sbolzani con gli studenti del Romani
Oltre le strutture vi sono poi le persone, le 250 circa che hanno ravvivato l’inaugurazione di domenica 1° luglio sul sagrato della chiesa che, per volere del parroco don Claudio Rubagotti, ospiterà l’installazione fino al 30 agosto. GUARDA IL SERVIZIO DEL TG DI CREMONA 1
CASALMAGGIORE – “Per costruire insieme il futuro ricordiamo il passato”. La chiave di lettura dell’installazione di Franco Sbolzani, che ha impegnato nelle ricerche gli studenti del Polo Romani di Casalmaggiore, è tutta in questo messaggio, posto all’inizio del viaggio all’interno della chiesa di San Francesco. Un percorso spaziale e soprattutto temporale, che ripercorre sette diversi decenni di storia della Bassa: sette cubi rappresentano le tappe del progetto e all’interno di ciascuno di questi troviamo cartoline, fotografie, ricerche e simboli.
Dal ’45 al ’54 c’è la voglia di ricostruire dopo la Seconda Guerra Mondiale; dal ’55 al ’64 il boom di speranza che investì l’Italia e di conseguenza pure la nostra Pianura Padana; dal ’65 al ’74 la Bassa in rivolta tra contestazione e Costituzione; dal ’75 all’ ’84 la guerra contro l’atomo nella consapevolezza del cambiamento; dall’ ’85 al ’94 la meccanizzazione agricola; dal ’95 al 2004 Casalmaggiore come polo d’attrazione; infine dal 2005 al 2018 il ricordo di Riccardo Visioli, giovane di Casalmaggiore scomparso lo scorso 24 aprile in seguito a una malattia che però non gli ha impedito di sognare e studiare, proprio al Romani. Ai sette cubi si affianca poi una sezione dedicata all’acqua, bene primario per i nostri campi, e sponsorizzata da Padania Acque, mentre non manca, per facilitare l’accesso dei portatori di handicap, uno scivolo d’entrata sul lato della chiesa di via Cavour.
Oltre le strutture vi sono poi le persone, le 250 circa che hanno ravvivato l’inaugurazione di domenica 1° luglio sul sagrato della chiesa che, per volere del parroco don Claudio Rubagotti, ospiterà l’installazione fino al 30 agosto. Con don Claudio erano presenti i sindaci di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, di Rivarolo del Re Marco Vezzoni, i presidenti di Casalasca Servizi Francesco Scaramozzino e di Padania Acque Claudio Bodini, oltre alla preside del Romani Maria Caterina Spedini, al corpo insegnanti e ovviamente agli studenti protagonisti con Sbolzani, accompagnato dalla figlia Vanna. Gabriele Turchi ha letto un messaggio a nome dello stesso artista, ricordando il valore simbolico di quelle scatole magiche, dentro le quali siamo chiamati a rovistare e che creano una piazza ideale la quale poi termina su un prato verde, simbolo di speranza e rinascita. Da lì l’invito ad insegnare ai più giovani la manualità, perché le eventuali ferite a livello fisico saranno sempre inferiori a quelle inferte dai cellulari.
Un pensiero che ha suscitato l’entusiasmo del parroco don Claudio, che si è fatto sentire con un “bravo” a decibel spianati. Sempre don Claudio è stato protagonista di uno scambio di battute con Pietro Borettini di Viadana, per tutti Pèdar, artista e poeta fresco di 90esimo compleanno… “Sono Pietro da San Pietro, ma non quello di Roma, bensì di Viadana” ha detto il viadanese, peraltro inserito nella mostra in uno dei sette cubi con alcuni suoi componimenti.
Prima del taglio del nastro il saluto è giunto dalla preside Spedini, che ha ricordato il progetto di alternanza scuola-lavoro, i 130 anni di fondazione del Romani e ha ringraziato i molti sponsor e i vari enti che hanno concesso il patrocinio, ossia Regione Lombardia, i comuni di Casalmaggiore, Sabbioneta e Rivarolo Re, i Gal Oglio Po e Terre del Po, la Camera Commercio di Cremona e l’Ufficio Scolastico per la Lombardia di Cremona. Dopo di lei Vanna Sbolzani, figlia di Franco, lo stesso don Claudio, che ha sottolineato la filosofia di una chiesa aperta alla cultura e alla storia, il sindaco Filippo Bongiovanni e una emozionata assessore all’Istruzione Sara Valentini hanno chiuso il giro di saluti, rivelando come questo progetto fosse in primis stato presentato da Sbolzani e successivamente sia stato collegato alla partecipazione dei ragazzi del Romani. I quali, dal canto loro, hanno regalato, in musica, un passaggio virtuale di epoca in epoca nella Bassa, dai canti delle mondine, a Zucchero per finire con Ligabue…
Giovanni Gardani