Piloni, Forattini e i dolori dell'Oglio Po. "Territorio sia unito, Ministero ora può 'cancellare' la delibera"
Forattini ha svelato che il 20 luglio Gallera visiterà gli ospedale dell’Ats Valpadana, considerata dalla stessa consigliere un fallimento della riforma: sarà sicuramente a Cremona e verrà invitato anche a Oglio Po.
CASALMAGGIORE – Alcuni dei presenti sabato mattina, i consiglieri regionale del Pd Matteo Piloni per Cremona e Antonella Forattini per Mantova, li avevano già incontrati a Milano davanti a Palazzo Lombardia quel famigerato giovedì 28 giugno, giorno della decisione della chiusura del Punto Nascite dell’ospedale Oglio Po. Sabato ad ascoltare i due consiglieri vi erano altre persone, membri del Comitato per la salvaguardia dell’ospedale, della politica locale e qualche cittadino. Un incontro informale, con 25 persone circa, appena fuori dalla struttura. E un resoconto che ha guardato a passato, presente e futuro, perché, per dirla con Piloni, “noi e anche altri consiglieri di altri partiti tra cui il Movimento 5 Stelle eravamo, siamo e saremo sempre contrari alla chiusura”.
Un patto di ferro per il comprensorio, questo chiede il Pd, con la collaborazione che deve esserci con tutti i partiti, con i comitati e con i sindacati. Partendo dagli impegni presi ufficialmente nell’incontro pre-giunta dagli assessori regionali Giulio Gallera al Welfare e Davide Caparini al Bilancio e dal governatore Attilio Fontana, ovvero investire sul presidio Oglio Po (“per la prima volta si è parlato di soldi” ha sottolineato Piloni) e puntare finalmente i riflettori sul Casalasco-Viadanese per farlo uscire dall’isolamento, rilanciandolo.
Forattini ha svelato che il 20 luglio Gallera visiterà gli ospedali dell’Ats Valpadana, considerata dalla stessa consigliere nella sua nuova struttura un fallimento della riforma: sarà sicuramente a Cremona e verrà invitato anche a Oglio Po. Il percorso resta in salita, ma va seguito costantemente da parte di tutti, politica e non solo. D’accordo gli investimenti ma, chiede qualcuno, quella delibera può essere cancellata? “E’ molto difficile – ha spiegato Forattini, rimarcando il fatto che Gallera ha più volte toccato, come papabile mancanza, il punto della sicurezza del parto, che pure in Oglio Po è sempre stata garantita – ma un provvedimento governativo potrebbe cambiare le carte in tavola”.
Secondo quesito: dato che il comprensorio Oglio Po ha una capacità potenziale di 800 parti annui, perché si ferma a poco più di 400, dunque uscendo dalla soglia stabilita dei 500? Colpa dei medici di base che indirizzano altrove? A rispondere è stato Luigi Borghesi del Comitato, che ha rimarcato la trasversalità politica dello stesso e sottolineato come il 9 luglio verrà chiesto di sospendere la decisione della chiusura. “L’Oglio Po era un dipartimento di Emergenza Accettazione di primo livello, ma con l’assenza di alcuni primariati vive una fase di stallo. Questo presidio serve potenzialmente più di 90mila abitanti – ha detto Borghesi – e mentre a Broni e Stradella l’impegno per recuperare, dopo il depotenziamento, c’è stato, qui no. I medici di base devono fare, come tutti, la loro parte”.
Ha poi parlato il consigliere di minoranza Pierluigi Pasotto per Casalmaggiore la Nostra Casa, evidenziando la presa in giro di una decisione deliberata il 28 giugno quando l’incontro col Comitato che ben conosce le esigenze del comprensorio sarà il 9 luglio. Pasotto ha poi attaccato anche le governance locali e l’Asst di Cremona. “In un’azienda privata chi fallisce, paga e viene cacciato, nel pubblico non è così”, con riferimento chiaro al direttore generale Camillo Rossi. Da Nicola Federici, consigliere Pd di Viadana, la sottolineatura sulla tempistica della decisione, “lontana sia dalle scorse elezioni che dalle prossime, fatta ad arte dunque” per un problema “nato con Formigoni e che creerà disagi anche ai lavoratori dell’ospedale. A Viadana nessuno ha mosso un dito, anzi ci hanno dato degli allarmisti e invece avevamo ragione”.
Qualcuno tra il pubblico ha sottolineato i tempi di attesa insostenibili per alcune visite (280 giorni a Casalmaggiore, 4 a Cremona, per dare l’idea), che allontanano poi potenziali pazienti, tanto che il piazzale sabato mattina era quasi privo di automobili, mentre Monica Vangi di Cgil ha ricordato i riconoscimenti ottenuti da Oglio Po dalla Joint Commission e spiegato di essere poco convinta dalle promesse di Gallera: “Con tutti i Punti Nascite è stato usato lo stesso metro? Le politiche di investimento non si vedono – ha detto Vangi – così come l’assetto organizzativo. I professionisti per venire a lavorare hanno bisogno di certezze che qui tuttora mancano”.
Infine lo stesso Piloni è stato sul mercato settimanale di Casalmaggiore in piazza Garibaldi, dove i giovani del gruppo civico del Listone hanno organizzato un banchetto, esponendo in una ideale bacheca i volti degli assessori che compongono la giunta della Lombardia e incontrando i cittadini per spiegare loro questa decisione. E quanto sia importante, in ogni modo, fare sì che a Milano o a Roma qualcuno cambi idea. Cercando però l’unione di intenti di tutta la politica, senza provincialismi, “partitismi” o visioni parziali e di comodo.
Giovanni Gardani