Il comitato per l'ospedale contro Gallera: "Sue parole specchietti per allodole, non ci arrendiamo"
Ieri, comitato e sindacati hanno proseguito i loro lavori in vista dell'audizione del 9 luglio. In quel giorno, e lo ripetiamo da tre anni, vengano con noi tutti i sindaci in fascia tricolore: lo smantellamento avverrà, si pensa, a dicembre, dunque si va avanti”.
CASALMAGGIORE – Non si arrende il Comitato per la difesa dell’ospedale Oglio Po, che già aveva manifestato giovedì davanti a Palazzo Lombardia, e per dimostrarlo si affida a un comunicato stampa che smentisce le motivazioni addotte dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera.
“Le parole dell’assessore Gallera sono specchietti per allodole – si legge nel testo – . Facciamole passare ad una ad una. Lo Stato non impone nulla: ieri il punto nascita è stato chiuso a Milano, non a Roma. Nel decreto che l’assessore cita (pensando che nessuno lo vada a leggere) e nell’accordo Stato Regioni del 2010 da cui tutto deriva, si parla chiaramente di “Linee di indirizzo” e “parere consultivo”. Se non vengono rispettate le linee di indirizzo, c’è la possibilità da parte della Regione, di “richieste di deroga” e se alla fine si risulta inadempienti, lo Stato fa una riduzione dei finanziamenti. Secondo specchietto per allodole: lo Stato non si è dimostrato rigido, il fatto è che è stata chiesta una deroga contenente dati geografici sbagliati. Nonostante questo lo Stato ha congelato la cosa per due anni (in altre parole è come se avesse concesso la deroga) durante i quali: a) non si è fatto il necessario per sanare la situazione; b) non si è pensato di correggere i dati sbagliati e di aggiungere la contingenza strutturale in cui ci troviamo attualmente; c) non si è proceduto a chiedere ulteriore deroga con dati corretti”
“Poi – prosegue lo scritto – arriva una barzelletta: tutto ciò “non è l’anticamera di un depotenziamento”. Infatti, non è l’anticamera, è il salotto: l’anticamera l’abbiamo già fatta. E’ da dieci anni che progressivamente tolgono primariati, allungano, o in certi momenti addirittura chiudono, le liste d’attesa. Quello del punto nascita è il primo atto davvero eclatante, non della chiusura dell’intero presidio, di questo ne siamo convinti, bensì della trasformazione in lunga degenza o vendita a privati. Il quarto punto è uno sputo in faccia: “rafforzamento dell’assistenza sui territori…..implementazione dei consultori”. Il punto nascita ha perso il numero dei parti richiesto, proprio a causa dello stato d’abbandono in cui versano i consultori e adesso che ci hanno fatto morire soffocati, ci dicono che ci daranno l’ossigeno”.
Segue un’ultima riflessione e un invito ai sindaci. “Tutte queste dichiarazioni sono inquietanti. I casi sono due: o siamo di fronte a una totale incompetenza gestionale e amministrativa oppure c’è la malcelata volontà di trasformare il nostro ospedale in qualcos’altro. Ieri, comitato e sindacati hanno proseguito i loro lavori in vista dell’audizione del 9 luglio. In quel giorno, e lo ripetiamo da tre anni, vengano con noi tutti i sindaci in fascia tricolore: lo smantellamento avverrà, si pensa, a dicembre, dunque si va avanti”.
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