Punto Nascita, giorno di delusione e rabbia. La Regione bersaglio delle critiche
Le ragioni sono esclusivamente di natura economica. La sicurezza c'è, manca il numero ma su quello si sarebbe potuto lavorare, potenziando i consultori, legando l'azione del Punto Nascite Oglio Po ad Asola
CASALMAGGIORE – La Regione ha deciso di cancellare, con un colpo di spugna, anni di storia e di lotte, anni di fatica e di conquiste. Migliaia di piccoli nomi, di volti, di mamme e di padri, tantissime professioniste che in quel punto nascite ci hanno lasciato l’anima. Ragioni economiche se è vero, e non ne dubitiamo, che a margine dell’incontro come ci svela Marco Degli Angeli l’assessore Giulio Gallera avrebbe detto che ‘tenere in piedi il turno di notte costa 900 euro a notte. 30.000 euro al mese, e magari non nasce nemmeno un bambino’.
Le ragioni sono esclusivamente di natura economica. La sicurezza c’è, manca il numero ma su quello si sarebbe potuto lavorare, potenziando i consultori, legando l’azione del Punto Nascite Oglio Po ad Asola, che nonostante il numero superiore a quanto richiesto non ha la terapia intensiva, lavorare sui medici di base e sulla rotazione del personale a livello di ASST. La politica – quella che regge le sorti della regione – ha perso la battaglia. Ma, quel che è più grave a perdere in realtà sono stati tutti i cittadini.
“Ho la morte nel cuore” scrive Anna Stella Vicini. Lei, che ha aiutato tanti bambini a venire al mondo e che tante mamme ha seguito, sempre e ben oltre le sue specifiche mansioni. Ed è una sensazione comune in città. Perché quello che si viene a perdere, al di là dell’assodata professionalità del personale in servizio, è il lato umano. All’Oglio Po, al punto nascite soprattutto, le persone non sono mai state numeri, mai state oggetti da inserire in uno schedario.
“Ho un rapporto speciale con chi ha seguito la nascita delle mie due figlie e con chi mi ha seguito personalmente – scrive Jessica Lazzarini – a volte ed anche adesso quando ho problemi mando un messaggio al ginecologo, e dopo poco mi ricontatta. La chiusura mi ha messo addosso tanta amarezza. Ma da oggi si ricomincia a lottare. Il punto nascite deve tornare!”
“Mia moglia ha avuto due gravidanze problematiche, i miei due figli non sarebbero mai nati senza l’Oglio Po e il suo punto nascite – spiega Calogero Tascarella – ed io devo solo dire grazie a loro se ora ho due figli adulti. I papà sono a fianco delle mamme”.
“L’Ospedale Oglio-Po e, in particolare, il punto nascite – scrive Laura Loatelli, mamma, direttamente nella pagina dell’assessore al welfare – sembra essere diventato il male del mondo! Tutta questa urgenza di chiudere per “permettere alle donne di partorire in totale sicurezza” mi sembra un’assurdità. Si fa riferimento a una legge obsoleta e a numeri sfornati da chissà quale studio di settore che, se guardiamo la realtà nazionale, sono assolutamente senza senso. Ma lo sapete che c’è un ponte chiuso da un anno che ha influito pesantemente sugli accessi a questo ospedale? Mi chiedo inoltre se qualcuno di voi ha mai visitato il reparto di ostetricia… Avete idea di come funziona? Lo sapete che proprio di fronte c’è un reparto di terapia intensiva che in altri ospedali “con i numeri” invece non c’è? In questi anni quanti eventi drammatici si sono verificati in questo punto nascite? Io ho partorito qui la mia prima bambina nel 2015 in totale serenità, certa di ricevere tutte le cure e le attenzioni necessarie. E così è stato. Ora sono in attesa della seconda e il solo pensiero di dover affrontare 30 km (per andare a Mantova) o 45 km (per andare a Cremona) mi mette ansia. Qualsiasi persona dotata di buon senso proprio non capisce questa decisione che sembra così prioritaria per voi. Il nostro territorio è già abbastanza martoriato per diverse questioni, vi chiedo di non affossarlo completamente. Questo Ospedale è una risorsa importante, non un problema”.
La rabbia corre sul web. Rino Berardi, presidente di Croce Rossa sezione di Casalmaggiore: “L’amarezza di questa notizia resterà impressa in tutti i cittadini del comprensorio per decenni. Ma non basta, finirebbe in inutile retorica queste mie poche e inutili righe. Poco è stato fatto per tutelare un punto nascita di eccellenza come quello dell’Ospedale Oglio Po. Poco lo ha fatto chi ha espresso la preoccupazione, poco ha fatto chi doveva ma non voleva, poco è servito manifestare il disappunto. Politicanti che sono dei mediocri ragionieri che contano e incolonnano solo numeri. Politicanti burocrati che conoscevano bene le sorti ma che con grande ipocrisia ci hanno tirato a verze tutti. L’eccellenza azzerata da sistemi vecchi e burattinai che hanno tirato i fili. Un teatrino di bassa periferia, che ha chiuso il sipario di un magnifico punto nascita come il vostro! Ognuno oggi scarica colpe e responsabilità… “i pelati che litigano per un pettine”. Restate (scrive ad una infermiera) tutte grandi professioniste al servizio della comunità e di chi ha bisogno. Invece tutta la catena dei responsabili ed inetti sistemici, hanno confermato di aver perso un ottima occasione per dimostrare almeno un briciolo di coerenza”.
E ancora Paolo Antonini, presidente del comitato Treno Ponte Tangenziale ed avvocato: “Tutto questo accade nell’indifferenza dei più che con l’idea del “non ti curar di lor ma guarda e passa” legittimano scelte sconsiderate. A tutti voi che sostenete il ‘me ne frego’ di impronta fascista che legittima ogni sopruso vi invito a pensare al motto di don Milani “I care” , mi interessa, mi sta a cuore, perche o ci interessiamo maggiormente e con piu impegno del nostro futuro o legittimeremo sempre piu gli arbitri di qualche tiranno che abita a Palazzo Lombardia. Se tutti dedicassimo un’ora del nostro tempo alle emergenze del nostro territorio non saremmo sempre cosi soli a combattere contro l’arroganza di pochi, legittimata dal silenzio di molti… bene continuate a restare in casa a guardare la televisione…. anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio”.
La voce di qualche amministratore si fa sentire. Aldo Vincenzi, sindaco di Sabbioneta: “All’assemblea dell’ ambito sperimentale Oglio Po del 14 maggio 2018, alla presenza della maggioranza dei sindaci del territorio, ci erano state date rassicurazioni formali sul mantenimento del punto nascite. Addirittura ci avevano chiesto di non fare allarmismo o cavalcare proteste perché il punto nascite non era in discussione. Oggi sappiamo che erano solo balle. Mi chiedo, come cittadino e amministratore, come potremo credere ancora a chi ci verrà a raccontare che si vuole potenziare l’Ospedale Oglio Po e non indebolirlo per poi toglierlo di mezzo”.
Di ‘protesta formale’ parla Velleda Rivaroli, sindaco di Scandolara, rispondendo a Vincenzi: “Sarebbe davvero il caso alla prossima riunione di presentarsi e poi di alzarsi ed uscire dall’incontro motivando la nostra contrarietà”.
Singolare quanto accorato l’intervento di Carlo Stassano, presidente dell’Atletica Interflumina. Il professor Stassano ha messo a disposizione ieri il pulmino della società per la trasferta a Milano sotto il pirellone. Trasferta alla quale ha lui stesso partecipato: “Nelle giornate di una tristezza infinita per la definitiva chiusura del Punto Nascite del nostro Ospedale Oglio Po, frutto di una ceca visione – una NON visione – che pone gli aspetti economici davanti agli stessi “sbandierati” della Sicurezza; come se fosse il numero alto di nascite a dover certificare la sicurezza e non il rispetto di parametri e linee guida in riferimento alle dotazioni di Personale sanitario e strutturale del Reparto, fa eco la gioia per il risultato cronometrico ottenuto dall’Atleta Fausto Desalu a Tarragona, in Spagna, nell’ambito dei Giochi del Mediterraneo sui m. 200. 20″25 rappresenta la seconda miglior prestazione italiana di tutti i tempi, subito dopo il mito di Pietro Mennea. Perchè accosto Fausto al Punto Nascite? Va ricordato che Fausto Desalu (Cittadino Italiano) è nato il 19 febbraio 1994 presso il Punto Nascite dell’Ospedale Oglio Po, da Genitori Nigeriani”.
Sarcastico Nicola Federici, consigliere di minoranza a Viadana: “I cittadini mantovani e cremonesi dell’Oglio Po hanno perso – scrive – Grazie, grazie, grazie. A chi ha le responsabilità politiche di aver chiuso il punto nascite dell’OglioPo. A chi ha la responsabilità di non aver ascoltato i cittadini. A chi ci ha accusato in questi mesi dicendo che lanciavamo falsi allarmismi. A chi ci aveva promesso che mai si sarebbero chiusi servizi nel nostro territorio. Ancora Grazie”.
Dennis Buttarelli, sempre dal web: “Sì ringrazia il presidente leghista Fontana e tutta la giunta leghista della Lombardia per un ulteriore taglio ai servizi del Casalasco Viadananese. In campagna elettorale tutti a promettere di non togliere nulla, poi… Vorrei anche ringraziare tutti coloro che alle regionali hanno votato l’attuale giunta, tutti corresponsabili di tale disastro”.
Daniela Ferrari, un’altra mamma: “ Eccellenza lombarda.. proprio delle belle parole.. peccato che oggi ne avete chiuso un esempio. In Lombardia non esistono solo i grandi centri milanesi, forti delle risorse a loro destinate, ma ci sono anche piccole realtà che lottano ogni giorno per conservarla quella eccellenza, nonostante siano anni che vengono loro tarpate le ali.. a poco a poco. Se la regione avesse destinato qualche fondo in più oggi il punto nascite oglio po di casalmaggiore non avrebbe chiuso. Ho partorito lì a gennaio, trovando grande umanità rispetto per la persona e anche sicurezza e tempestività.. grazie assessore per averci preso in giro. Grazie per la considerazione che avete per questa zona già disastrata per molti altri motivi, ma che le tasse alla regione le paga eccome. E vota lega, purtroppo. Grazie grazie grazie”.
Gabriel Fomiatti (Listone, Casalmaggiore): “Complimenti e grazie per l’ennesima dimostrazione della presa per i fondelli. Dopo aver ringraziato l’ex Assessore Sorte, ora mi tocca ringraziare anche lei. Chiude il punto nascite dell’Ospedale Ogliopo di Casalmaggiore per poi parlare dell’ “eccellenza sanitaria lombarda”. In più di 20’anni che governate la Lombardia state continuando sempre più a massacrare il nostro territorio!”. Forte l’indignazione.
Ancor più dura Monica Susi Foti, consigliera del M5S di Viadana in consiglio: “Spero che la vostra coscienza sia molto linda e sicura perché il pericolo e il disagio che le donne in gravidanza dovranno affrontare per farsi 60 km prima di raggiungere la sala parto ricadrà sulla vostra scellerata decisione. Inutile, arrogante, presuntuosa e soprattutto poco credibile. Forse un atto di forza dal sapore punitivo. A me i dubbi rimangono. Sentitevi complici di ogni accadimento“.
Stefano Cominotti, un papà: “Se dovesse nascere qualche bimbo in macchina a causa della distanza di 40km che abbiamo dai punti più vicini, chi risponde per eventuali complicazioni? Mia figlia non ci sarebbe arrivata a Cremona, Mantova o Parma”.
E potremmo andare avanti per ore. Le critiche si sprecano in queste ore, anche se ai più non è sfuggita – al momento – la mancata presa di posizione successiva alla decisione della Regione, dei tre maggiori sindaci del territorio: Filippo Bongiovanni (Casalmaggiore), Giovanni Cavatorta (Viadana) e Giuseppe Torchio (Bozzolo). Probabilmente qualcosa arriverà in giornata.
L’impressione è comunque quella di un territorio ancora una volta penalizzato e soprattutto inascoltato. Inascoltato perché debole, perché incapace di far fronte comune se non all’ultimo. E non bastano le promesse della Regione a rasserenare gli animi. Più che a potenziare quello che resta, servirebbe mantenere quello che c’è e funziona. Ma a questo la Regione sembra non aver pensato.
Non tutto comunque è perduto: il Comitato per la Difesa dell’Oglio Po sta studiando altre strade. In fondo loro possono dirlo forte: da anni combattono – seguiti da poche Cassandre – una battaglia ciclopica contro direttori di ASST meri esecutori di ordini dall’alto, contro il depotenziamento di una struttura che sta perdendo quota in maniera progressiva per scelte strategiche incomprensibili, contro un certo lassismo che coinvolge anche gli stessi operatori (o alcuni di essi) presenti sul territorio. Combattono avversati, o quantomeno mal sopportati da tanti amministratori: il destino di chi chiede e rompe le scatole. Anche se chiede il giusto.
Perché comunque è pur vero che siamo a circa 400 parti annui, in un bacino che ne vede circa 800. Lode a chi si è fidato dell’Oglio Po. Ma tutte le altre mamme (il 50% circa), ci si chiede, perché hanno fatto altre scelte? Asola, in primo luogo, che con i suoi 520 parti ha visto salve le proprie certezze, nonostante l’assenza della terapia intensiva, che ha di più dell’Oglio Po? A voler ben vedere, a parte i numeri, nulla: forse qualche persona in più che ha capito l’importanza della promozione della struttura a livello territoriale ed extraterritoriale ed ha spinto su questa strada.
Quello che qui – per disinteresse – non abbiamo mai avuto. Si è chiuso un capitolo, ieri, estremamente triste per tutto il territorio. Un territorio che a prescindere, tutto questo, non lo meritava.
Nazzareno Condina