Cronaca

Colpo di scure defintivo: Gallera irremovibile, il Punto Nascite Oglio Po chiuderà

La segreteria della Commissione Sanità aveva chiesto al Comitato per la salvaguardia dell’ospedale Oglio Po di anticipare al 27 giugno, anziché il 9 luglio come previsto, l’audizione, ma i tempi stretti non hanno consentito di favorire il cambio di data.

MILANO – “E’ andata male”. Il primo commento da parte del sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni è lapidario: il Punto Nascite dell’Oglio Po chiuderà nei prossimi mesi, con la delibera che verrà approvata il 28 giugno regolarmente e verrà poi attuata entro fine dicembre. Il colpo di scure è dunque ufficiale, o meglio lo sarà tra 48 ore con la delibera. L’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ha così respinto l’istanza degli otto amministratori del comprensorio Oglio Po che sono andati a incontrarlo martedì nel primo pomeriggio, e non ha voluto nemmeno rimandare il punto all’ordine del giorno della giunta fissata per il 28 giugno.

L’incontro è partito con la cronistoria illustrata da Bongiovanni e dagli amministratori che hanno rappresentato Gussola col sindaco Stefano Belli Franzini, Bozzolo col primo cittadino Giuseppe Torchio, Solarolo Rainerio col sindaco Gianpietro Zaramella, Rivarolo del Re con il primo cittadino Marco Vezzoni, Pomponesco col sindaco Giuseppe Baruffaldi, Viadana col vicesindaco Alessandro Cavallari e Marcaria con il consigliere Manuela Bortolotti. Oltre a rimarcare la mobilitazione del territorio e l’ultimo ordine del giorno votato all’unanimità dal consiglio comunale, gli amministratori hanno evidenziato l’errore nella prima richiesta di deroga dello scorso anno, quando si parlò di Punti Nascita alternativa a Casalmaggiore distanti 25 minuti dall’Oglio Po, quando in realtà la distanza è di 40 minuti almeno. Bongiovanni ha anche giocato la carta di una fidelizzazione che, per il reparto, sta migliorando, senza dimenticare la chiusura del ponte che ha giocoforza creato un calo delle presenze rispetto ai vari reparti del nosocomio di Vicomoscano.

Gallera ha però risposto in modo secco, riportando quanto accaduto negli ultimi mesi: dalla volontà di Regione Lombardia (inizio 2017) di rimarcare la sicurezza estrema di tutti i Punti Nascita lombardi, nessuno escluso e al di là dei numeri, alla prima risposta dell’allora Ministro della Salute Beatrice Lorenzin (ottobre 2017), che evidenziò come non fosse possibile alcuna deroga, con la possibilità anzi di un taglio di fondi qualora i Punti con meno di 500 parti annui fossero rimasti aperti e attivi. Insomma l’assessore ha incolpato della decisione solo ed esclusivamente Roma. Gallera ha dato una sola chance, peraltro molto remota: il nuovo Ministero della Salute, ora che il governo è cambiato, potrebbe modificare quella famosa legge sui 500 parti come soglia limite, ma in ogni caso saremmo di fronte – considerando quanto sia complicato spesso approvare una legge – a una nuova corsa contro il tempo con poche speranze di successo.

In ogni caso, nessun rinvio rispetto alla data del 28 giugno, quando senza eccezioni la giunta andrà per deliberare l’ordine del giorno che chiuderà cinque Punti Nascita lombardi, tra cui quello dell’Oglio Po. Nota di cronaca a margine, rivelata dal sindaco Bongiovanni: la segreteria della Commissione Sanità aveva chiesto al Comitato per la salvaguardia dell’ospedale Oglio Po di anticipare a mercoledì 27 giugno, anziché il 9 luglio come previsto, l’audizione, ma i tempi troppo stretti – la richiesta è giunta il giorno prima, ossia oggi – non hanno consentito di favorire questo cambio di data col Comitato che, dunque, il 28 giugno protesterà fuori dal Pirellone e il 9 luglio sarà regolarmente a colloquio. Già, ma a cosa servirà, dato che tutto sembra deciso?

Giovanni Gardani

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