Politica

San Martino, Basché e l'orgoglio dell'opposizione: "Portiamo la politica tra la gente"

"La minoranza di prima non ha lavorato bene, perché non parlava con la gente e diceva anzi che era colpa del popolo che non andava in consiglio comunale: ma da nessuna parte, purtroppo, si va più in consiglio… Noi saremo diversi" spiega Basché.

SAN MARTINO DALL’ARGINE – Ci mette orgoglio Roberto Basché, e spiega il perché della sua mission impossible l’indomani della sconfitta netta nelle amministrative a San Martino dall’Argine. “Non ci siamo candidati a caso, tanto per fare – spiega colui che fu sindaco 30 anni fa nel paese mantovano – ma avevamo stilato un programma su alcuni punti chiave, dopo uno studio puntuale della situazione, anche sfruttando la consulenza di istituti di credito e universitari. Avevamo pensato alla risistemazione del verde, delle aree pubbliche, abbiamo analizzato come poter recuperare alcune case sfitte o immobili in disuso. La gente ha preferito Alessio Renoldi e in democrazia va bene così”.

L’analisi di Basché tuttavia guarda già al futuro, partendo però dalle ultime settimane. “Noi siamo arrivati adesso, è difficile risalire la china dopo anni di propaganda a senso unico in paese. La minoranza di prima non ha lavorato bene, perché non parlava con la gente e diceva anzi che era colpa del popolo che non andava in consiglio comunale: ma da nessuna parte, purtroppo, si va più in consiglio… Così la maggioranza, che è la stessa che avremo per i prossimi cinque anni, ha potuto dire la propria, praticamente senza opposizione nè contraddittorio. Noi abbiamo provato a lavorare per risalire la china e il nostro 30% è un traguardo dignitoso. Si apre, se non altro, una fase nuova: la minoranza che prima non ha fatto il proprio compito si è esaurita e noi siamo pronti a dare battaglia. Vediamo un paese in decadimento, e in qualche caso avevamo anche avvertito l’amministrazione, come sul rischio chiusura, a causa di leggi e numeri, della scuola elementare, o come sul problema dei camion che passano in paese anche se esiste una ordinanza che vieta tutto questo. Ci misureremo in consiglio, approvando quel che riterremo giusto”.

Il vero obiettivo, seconda Basché, è un altro. “Vogliamo muovere la dialettica politica al di fuori del consiglio, portandola cioè di nuovo in mezzo alla gente. Noi sapevamo che vincere sarebbe stata dura, ma almeno possiamo avviare una situazione politica nuova e un nuovo dibattito. Tanti auguri ai vincitori, e non dicano che sono poco cortese: non mi sono congratulato con Renoldi perché non ho il suo telefono e questo lo sapeva benissimo, dato che in cinque anni non me lo ha mai fornito. Credo di essere sempre stato sportivo”.

Giovanni Gardani

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