Torre e Cà d'Andrea domenica sposi? Referendum per una fusione storica
Il voto di domenica, con spoglio delle schede immediato subito dopo la chiusura dei seggi alle 23, potrebbe segnare una svolta storica per la provincia di Cremona: sarebbe la prima fusione in assoluto.
TORRE DE’ PICENARDI/CA’ D’ANDREA – Nel Casalasco non sarà giorno elettorale, se si esclude il vicino comune, facente parte del comprensorio Oglio Po, di San Martino dall’Argine, ma a Torre dè Picenardi e Cà d’Andrea domenica si andrà comunque al voto. E sarà un voto storico: potrebbe infatti decretare la prima fusione nella provincia di Cremona, quella per incorporazione con Torre che ingloberebbe, nel caso specifico, Cà d’Andrea: il voto sarà domenica dalle 8 alle 23 con due seggi elettorali: il primo a Torre in piazza Roma presso le scuole elementari e il secondo a Cà d’Andrea in comune.
Perché il referendum passi e dunque i comuni, da due, diventino un’unica entità, serve che in entrambi i seggi vinca il Sì, anche se non è necessario superare il famoso quorum del 50%. Insomma, basta un voto in più per il Sì, ma da ambo le sponde. E in questa direzione si sono spesi negli ultimi mesi sia Mario Bazzani, attuale sindaco di Torre dè Picenardi, sia Franco Potabili Bertani, primo cittadino di Cà d’Andrea. Oltre al Sì o al No, i cittadini dei due comuni saranno chiamati a decidere anche sulle tre proposte di nome da dare al nuovo ente che potrebbe sorgere: Cà dè Picenardi, Torre d’Andrea oppure semplicemente Torre dè Picenardi, mantenendo così il vecchio nome con Cà d’Andrea che, a quel punto, diverrebbe a tutti gli effetti frazione.
Il voto di domenica, con spoglio delle schede immediato subito dopo la chiusura dei seggi alle 23 (verdetto atteso per mezzanotte), potrebbe segnare una svolta storica per la provincia di Cremona: il nuovo comune, a differenza di quanto accadrebbe a Piadena e Drizzona, ad esempio, non sarebbe poi commissariato proprio per la procedura prescelta della fusione semplice. Quindi resterebbe in carica la giunta col sindaco di Torre, con l’accordo politico, dal 1° gennaio 2019, data di partenza del nuovo ente, di fare subentrare in giunta Potabili Bertani, oggi sindaco di Cà d’Andrea. Qui poi si andrebbe regolarmente a nuove elezioni nel 2019, ossia a scadenza dei cinque anni di mandato. Se il Sì vincerà, questa fusione potrebbe essere seguita a stretto giro di posta in provincia di Cremona prima da quella tra Piadena e Drizzona, dove il referendum è fissato per il 24 giugno, poi da quella tra Castelleone e Fiesco, al voto il 1° luglio.
Giovanni Gardani