Cultura

L'Eridanea come museo a cielo aperto con tre maxi sculture di Brunivo Buttarelli

Le operazioni di trasporto sono state abbastanza difficoltose, tenendo conto del peso delle tre sculture: 20, 14 e 8 quintali. Nel tardo pomeriggio di mercoledì un camion apposito ha trasferito le tre opere sull’argine che costeggia la Canottieri Eridanea.

CASALMAGGIORE – Una Canottieri, l’Eridanea di Casalmaggiore, che si fa luogo d’arte e museo all’aperto. L’idea è venuta a Giuseppe Boles, ad accoglierla subito, senza ripensamenti o mugugni ma anzi con il sorriso, è stato invece Roberto Madesani, vicepresidente della Canottieri casalese.

Il prestito temporaneo è di Brunivo Buttarelli, l’artista di Vicoboneghisio impegnato in questi ultimi giorni nella mostra a Piacenza dal titolo “Trasformatore di mondi”. E’ vero che le opere principali di Buttarelli sono ancora esposte a Palazzo Farnese nella città piacentina e lì resteranno fino al 20 giugno prossimo, ma qualche pezzo d’arte, in particolare quelli che erano stati piazzati in piazza Sant’Antonino, sempre a Piacenza, sono già stati rimossi. Buttarelli cercava un posto pubblico nel quale esporli, affinché venissero ammirate su larga scala dai concittadini, e l’idea (di Boles) è stata quella di coinvolgere la Canottieri Eridanea, che ha accettato di buon grado. L’atelier di Buttarelli a Vicoboneghisio è molto ampio e lo spazio non manca, ma la volontà dell’artista casalese è sempre stata quella di condividere le sue opere e le sue creazioni col mondo, come giusto che sia.

Le operazioni di trasporto sono state abbastanza difficoltose, tenendo conto del peso delle tre sculture: 20, 14 e 8 quintali. Nel tardo pomeriggio di mercoledì un camion apposito ha trasferito le tre opere sull’argine che costeggia la Canottieri Eridanea, suscitando l’interesse dei soci all’interno della zona piscina, attratti dalle singolari manovre, e anche dei passanti lungo lo stesso argine. Mistero svelato: la Canottieri casalese, in questi mesi estivi, si trasformerà in un piccolo grande museo all’aperto.

Giovanni Gardani

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