L'Asolana (e con essa il ponte) non passano ad Anas. Il Pd: "Regione fa marcia indietro"
Per Casalmaggiore va considerato anche il discorso del ponte stradale sul Po, che insiste proprio sull'Asolana: il suo passaggio ad Anas sembrava questione di tempo, invece questa decisione potrebbe cambiare le carte in tavola.
MILANO – Doveva essere il nuovo modello di gestione della rete stradale Lombarda: una società co-partecipata tra Regione e Anas che si sarebbe presa in carico 1590 km in tutto di cui 740 km di strade regionali e 850 km statali, ma non se ne farà più nulla. Il protocollo firmato con le Province e l’Anas da Maroni il 10 marzo 2017 rimarrà lettera morta per volontà unilaterale della nuova giunta Fontana. Questa la denuncia da parte del Partito Democratico con i consiglieri Matteo Piloni e Antonella Forattini. La decisione della Regione è stata anticipata ai presidenti delle Province mercoledì sera, durante un incontro tenuto l’indomani dell’ultima seduta del Consiglio regionale in cui il PD ha presentato un’interrogazione con risposta immediata sui ritardi nell’istituzione della società e sulla volontà della Giunta di proseguire il percorso iniziato. Interrogazione a cui ha risposto l’assessore al bilancio Caparini anticipando la volontà di Palazzo Lombardia di mettere in discussione il protocollo.
In Provincia di Cremona erano interessate la Padana Inferiore, Padana Superiore, la Asolana, la ex SS235 di Orzinuovi, la Paullese, la Cremasca, la Codognese, la Bergamina e la tangenziale di Cremona, per un totale di 188 chilometri. Per Casalmaggiore però va considerato anche il discorso del ponte stradale sul Po, che insiste proprio sull’Asolana: il suo passaggio ad Anas sembrava questione di tempo, invece questa decisione potrebbe cambiare le carte in tavola. “Quello che avevamo previsto é stato confermato – dichiara il consigliere regionale del PD Matteo Piloni, componente della commissione Territorio e primo firmatario dell’interrogazione – La nuova società che avrebbe dovuto gestire le strade provinciali, e non solo, non si fa più. Lasciando quindi in un ulteriore incertezza le Province lombarde. Una scelta da parte mia condivisibile, ma che la Regione ha gestito all’insegna di un pressapochismo che rischia di peggiorare ulteriormente la gestione delle nostre strade e la loro sicurezza. Ora è necessario – prosegue Piloni – sbloccare quanto prima i fondi destinati alle province per la gestione delle strade e garantire, non solo per tre anni, le risorse necessarie”. “È difficile – commenta il presidente della Provincia Davide Viola – programmare interventi e gestire la rete stradale quando, dopo avere lavorato e impegnato le strutture sulla base di una prospettiva già formalizzata, si cambia strategia nell’arco di pochi mesi”.
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