"Bio... che buono", Petrini alla festa del distretto: "Da qui lotta a sistema alimentare criminale"
Festa della condotta Slow Food, dunque, ma soprattutto del neo-costituito, da pochi mesi, distretto del biologico Casalasco-Viadanese: gli attori, del resto, sono gli stessi e questo spiega la connessione. GUARDA IL SERVIZIO DEL TG DI CREMONA 1
SAN MATTEO DELLE CHIAVICHE (VIADANA) – Bio…che buono: un nome che è tutto un programma, ma che non dice proprio tutto: perché la festa organizzata venerdì nel tardo pomeriggio preso l’impianto idrovoro del Consorzio di Bonifica del Navarolo, cuore pulsante della pianura e dell’agricoltura del comprensorio, presso San Matteo delle Chiaviche, è stata soprattutto la celebrazione del cibo buono, ma anche giusto e pulito. Seguendo, ovviamente, lo slogan del gastronomo Carlo Carlin Petrini, fondatore di Slow Food 30 anni fa e definito come una delle trenta personalità capace di migliorare il mondo. Partendo dalla tavola. E dai nostri campi.
Festa della condotta Slow Food, dunque, ma soprattutto del neo-costituito, da pochi mesi, distretto del biologico Casalasco-Viadanese: gli attori, del resto, sono gli stessi e questo è sufficiente a spiegare la connessione. A San Matteo la partecipazione è stata ampia: mondo politico, con l’ex assessore regionale Gianni Fava, gli attuali consiglieri lombardi Andrea Fiasconaro e Matteo Piloni e vari sindaci del territorio, mondo agricolo con i tanti banchetti presenti, anche da parte di associazioni che credono nella filosofia dello Slow e dell’ecosostenibilità, mondo della scuola con lo Ial di Viadana-Cremona, che ha preparato banchetti e sfiziose merende. E pure il Gal con Francesco Meneghetti che, per il Terre del Po, ha ricordato a tutti: “Vi state facendo del bene”.
Presentato da Katia Bernuzzi, il convegno è stato intenso: il microfono è passato anche da Mimma Vignoli, una delle prima a credere nelle potenzialità del distretto bio, che ha ringraziato coloro che in Regione più si sono mossi in questa direzione, ossia Fava, Agostino Alloni e Giovanni Pavesi, allo stesso Gianni Fava, a Nora Pini, fiduciaria di Slow Food Oglio Po, che ha rimarcato la grande rivoluzione del contadino capace di fare rete. Dopo Elisabetta Larini, docente Ial, l’intervento forse più applaudito, è stato quello di Lorenzo Cavalli, figlio di Valter, che proprio dal padre ha ripreso l’amore per la terra e il biologico, ripercorrendo la filosofia di questa agricoltura crescente. Un discorso che, assieme a quello di Pini, ha impressionato anche Petrini… “Se questi sono gli agricoltori del futuro, allora siamo davvero contentissimi”.
La lettura del futuro, ha poi detto l’ospite d’onore dal palco, esige un cambiamento di paradigma a livello planetario, non locale, perché non possiamo più pensare all’agricoltura come a semplice ammasso quantitativo, ma dobbiamo ragionare in termini di qualità. Il tutto per evitare, come Petrini ha ripetuto due volte, rafforzando il concetto, quello che si è creato, ovvero “un sistema alimentare criminale”. Di base non è giusto fare scadere la valorialità del cibo, ossia pensare che si parli di prodotti agricoli solo in termini di quantità e prezzo. Una filosofia che Slow Food predica da 30 anni. E che, piano piano, si sta – si spera – diffondendo, andando oltre la nicchia.
Di seguito ecco l’intervista video a Carlo Petrini: https://www.youtube.com/watch?v=Dt2DJmh2JX4
Giovanni Gardani