Cronaca

Brescia Parma, i sindaci fanno fronte comune. Ottimo risultato per tutti

Un gran bel risultato quello portato a casa dal Comitato Treno Ponte Tangenziale e dall'amministrazione casalese che ha sposato la causa, occupandosi di serrare le fila e contattando i primi cittadini

CASALMAGGIORE – Nessuna (o quasi) possibilità di riavere un bar in stazione a Casalmaggiore, nessuna (o quasi) neppure di avere un punto ristoro. Troppi i lavori da fare, poca o nulla la voglia di RFI nonostante la disposizione economica, di fare investimenti. Eppure un privato interessato a rilevare il bar lo si era trovato, come spiegato dal primo cittadino Filippo Bongiovanni, ma la trattativa si è arenata ben presto di fronte alle ingenti spese da fare nel locale e alla indisponibilità di RFI di parteciparvi.

Partiamo da una nota di colore di una giornata che comunque resterà storica: primi cittadini, che al di là delle bandiere e dei campanili, decidono di combattere insieme una battaglia sacrosanta, e promettono di impegnarsi pure in altre battaglie che riguardano la difesa e la tutela del territorio. Di un territorio di confine, scarsamente considerato e tutto sommato non in testa ai pensieri di chi ha potere per cambiarne a livello complessivo (dalla Regione in su, per intenderci), o ai piani alti degli enti che governano questioni molto più grandi del Casalasco (RFI o Trenord).

Un gran bel risultato quello portato a casa dal Comitato Treno Ponte Tangenziale e dall’amministrazione casalese che ha sposato la causa, occupandosi di serrare le fila e contattando i primi cittadini. La causa è il miglioramento delle condizioni di manutenzione e sicurezza della Linea Ferroviaria Brescia-Parma, lo strumento che i sindaci hanno scelto di utilizzare quello della diffida ad adempiere in merito a quelle che sono considerate mancanze, anche gravi, di RFI e Trenord.

La diffida chiede, con la massima urgenza: “Di essere rassicurati in merito alla perfetta sicurezza ed adeguata manutenzione della linea ferroviaria Brescia Parma, e se non sia necessario un piano di manutenzione straordinaria per rassicurare la piena efficenza ed affidabilità. Di essere rassicurati in merito alla perfetta manutenzione dei convogli Trenord in particolare quelli più vetusti, come le littorine Diesel. Di conoscere quali piani di manutenzione e prevenzione per l’infrastruttura e per i convogli circolanti siano stati adottati rispettivamente dalle società RFI-Rete ferroviaria italiana e Trenord srl per la linea ferroviaria Brescia Parma. Di conoscere quali piani di manutenzione e risanamento siano previsti per le stazioni impresenziate (come ad esempio San Giovanni in Croce e Colorno) al momento in forte degrado igienico e strutturale”.

Le amministrazioni presenti erano, oltre a quella di Casalmaggiore, ospitante, quella di San Giovanni in Croce col sindaco Pierguido Asinari, di San Martino del Lago con Dino Maglia, di Martignana di Po con Alessandro Gozzi, di Drizzona con Nicola Ricci (con delega anche per Piadena), di Gussola con Stefano Belli Franzini, di Commessaggio con Alessandro Sarasini, di Motta Baluffi con il vice sindaco Andrea Agazzi, di Torricella del Pizzo con il vice sindaco Stefania Azzoni, di Solarolo Rainerio con il sindaco Giampietro Zaramella, di Sabbioneta con il consigliere Gionatan Maffezzoli e di Asola Raffaele Favalli. Neppure un amministratore dal Parmense. Il sindaco Bongiovanni si è però preso l’impegno di ricontattare tutti i non presenti per capire se è possibile avere le firme di più amministrazioni possibili.

Ad introdurre l’argomento lo stesso primo cittadino di Casalmaggiore che ha sposato in pieno la causa, soprattutto per una questione di sicurezza, un problema più di altri non procastinabile: “Su una linea come la Parma Brescia possono sorgere problemi senza una corretta manutenzione. Dobbiamo avere la certezza che le linee ed i mezzi che circolano non abbiano problemi, per questo ho condiviso la diffida insieme al Comitato Treno Ponte Tangenziale e con i colleghi. Abbiamo aggiunto, su segnalazione del sindaco Asinari di San Giovanni, anche la questione della stazione di San Giovanni”.

A parlare poi il presidente del comitato TPT Paolo Antonini, che ha illustrato la diffida. “Crediamo fermamente nell’impegno dei sindaci in una situazione oggettivamente drammatica, situazione che oltre al problema del ponte vede quello della rete ferroviaria. Oggi i sindaci rappresentano una forza assolutamente importante”. Una forza che condivide la necessità di una battaglia comune: “Per mantenere servizi efficaci ed efficenti. I primi cittadini, dopo la riforma a metà delle province, rappresentano ormai le uniche sentinelle dei territori. Questa situazione del territorio, se non affrontata, ne può rappresentare la morte”. Antonini ha citato, per dare un dato economico, la situazione dell’azienda del vicepresidente del TPT, con azienda casearia al di là dal Po. Dai 47 mila euro di fatturato dell’anno scorso, a ponte aperto è passato ai 17 mila di quest’anno. “Ed è una situazione di tante altre realtà”.

Poi è stato il turno di Asinari, che ha spiegato la situazione ‘drammatica’ non solo per una stazione fatiscente, ma per il passaggio a livello in paese. “Quando i treni ritardano una 20ina di minuti, per noi sono 20 minuti di sbarre abbassate, ed il traffico si blocca. Per quanto riguarda la stazione chiediamo solo una sala d’aspetto decorosa e bagni fruibili. La fortuna di RFI è che la struttura all’esterno è ancora piuttosto integra perché al primo calcinaccio che cade in strada, poi agisco diversamente”.

Il sindaco di Asola Favalli si è detto contento dell’azione corale, chiedendo il coinvolgimento anche dei comuni Bresciani sulla linea, che soffrono di altrettanti problemi quanto quelli parmensi, mantovani e cremonesi. “Bisogna interloquire direttamente con chi prende le decisioni, e farlo tutti insieme”.

Belli Franzini, da par suo, non ha stazioni ne linee che passano sul territorio: “Ma ho tanti cittadini che sono pendolari e studenti e che si trovano a dover vivere questa situazione. E’ ora che tutti noi primi cittadini ci mettiamo la faccia, oltre che la firma. Tutte le amministrazioni sono coinvolte, e non possono sottrarsi dalla battaglia. Servono investimenti importanti e dobbiamo restare uniti: stiamo pagando divisioni del passato, che non devono più esserci. Queste battaglie non hanno colore politico”.

Sarasini (Commessaggio) ha suggerito che questa unione di intenti tra sindaci non sia solo riservata alla questione treni, ma che sia prassi comune per tutte le questioni territoriali. “Siamo un territorio lontano da dove si prendono le decisioni. E questo è forse il giusto momento di mettere via le bandiere. Se lottiamo tra noi non portiamo a casa nulla. L’azione deve essere pressante, e magari questo tipo di incontri potrebbe avere una cadenza fissa. Non c’è solo la questione treno, ma l’essere uniti vale per il ponte come per l’ospedale”.

Anche il sindaco di Martignana ha specificato che l’agire comune non deve essere legato alla contingenza, ma deve prevedere un’azione a medio e lungo termine: “Perchè quando avremo un ponte lo avremo, se tutto va bene, per una decina d’anni. Intanto però si deve lavorare affinché si cominci a pensare ad un ponte nuovo”.

Al termine la firma della diffida. Le firme che mancano saranno raccolte dall’amministrazione casalese nei prossimi giorni, allargando la firma della diffida ad altri comuni anche del bresciano. La diffida oltre che a Trenord ed RFI sarà inviata all’agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, agli UTG di Brescia, Parma, Cremona e Mantova, alla Regione Lombardia ed Emilia Romagna, e al Ministero per le infrastrutture.

Se non vi dovessero essere riscontri alle richieste, si procederà tramite le prefetture delle province coinvolte.

Nazzareno Condina

 

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