Cronaca

Le rassicurazioni dell'ASST non spengono i dubbi. Prosegue l'allerta per l'Oglio Po

E poi c'è il bando a cui nessuno risponde. Una spada di Damocle poiché se tutti continuano a non rispondere, è difficile ipotizzare che vi possa essere un futuro roseo

CASALMAGGIORE – La direzione smentisce la chiusura del Punto Nascite dell’Oglio Po, ma al di là della posizione ufficiale, le incognite restano. E, all’interno del nosocomio casalasco, in ambiente medico, anche le brutte sensazioni.

Non fosse altro, i numeri parlano da soli: 4 ginecologi in forza al nosocomio casalasco rispetto agli 8 previsti dall’organico. 123 nascite (una in più o in meno, il dato è ufficioso, ma è un dato che viene dall’ospedale) sino a ieri mattina che – riportato in media sui 12 mesi – fanno un numero comunque inferiore a quelli previsti per considerare il servizio ‘blindato’ e senza necessità di deroghe. Una per ora paventata (la notizia circola all’interno tra i medici dell’ospedale) chiusura provvisoria in periodo estivo che per alcuni medici – forse pessimisti o forse no – è l’anticamera di quella definitiva. Una chiusura che, dovesse realmente esserci, di sicuro non favorirà l’incremento delle nascite a Vicomoscano e ridurrà ulteriormente il numero dei parti annui.

A questo si aggiunga la chiusura di ponte Po che, di fatto, ha tagliato fuori una buona fetta di mamme del parmense che avrebbero potuto – o scelto – di partorire qui. Se è vero che i numeri parlano sempre in maniera piuttosto chiara, i numeri sono sicuramente inclementi.

La settimana scorsa era stata la Stampa – a seguito della nomina del direttore generale del Welfare Luigi Cajazzo – a mettere un virgolettato (una dichiarazione di Gallera) che riportiamo integralmente: – Per Gallera il nuovo direttore generale andrà incontro a molti temi aperti sul fronte della sanità, come ad esempio “i punti nascita, la riorganizzazione della rete ospedaliera, l’attuazione concreta della presa in carico che consentirà di dare un po’ di ossigeno ai nostri ospedali e poi altre battaglie a livello nazionale. Lui ne sarà l’interprete tecnico per ottenere più risorse da destinare al nostro sistema sanitario che è eccellente, ma che senza di queste, rischia di essere messo in crisi” – Il punto Nascita dell’Oglio Po passò per il rotto della cuffia l’ultima volta che si affrontò la questione, nel 2015. E ora che – a detta dello stesso Gallera e con l’ausilio del nuovo direttore generale al Welfare – si riaffronterà la materia per la riorganizzazione e per cercare risorse che non abbondano, come andrà a finire?

La situazione della ginecologia è cronica. E’ pur vero che manca personale ma è altrettanto vero che manca da un po’ e che quelli che restano fanno il possibile, e si rendono disponibili a moltiplicare i loro sforzi, e forse non basta. Ed è pur vero che i ginecologi in Italia sono in sottonumero rispetto alle esigenze. Quelli che ci sono spesso hanno ampia possibilità di decidere quale ospedale scegliere, e l’Oglio Po non è tra le destinazioni più ambite (non perché qualitativamente sia carente, ma perché non può competere con nosocomi più importanti dal punto di vista numerico).

Chi va in pensione non viene sostituito (è il caso della dottoressa Malagutti, che si sapeva da un anno prossima al pensionamento ma non si è provveduto per tempo a sostituirla), poi ci sono i trasferimenti. Anche in ginecologia, reparto di per se carente. All’albo pretorio dell’ente (Det. 539 del 16/11/2017) c’è il trasferimento del dottor Pasquale Gallo, dirigente medico trasferito da Cremona a Benevento su sua richiesta. Ginecologo.

E poi c’è il bando a cui nessuno risponde. Una spada di Damocle poiché se tutti continuano a non rispondere, è difficile ipotizzare che vi possa essere un futuro roseo o di crescita. Più facile pensare ad un ridimensionamento. E alle soluzioni più drastiche – le fonti sono dirette della Regione, confermiamo quanto scritto ieri – si è pensato e si sta pensando.

Dall’inizio dell’anno (e solo per la Lombardia) 16 sono state le richieste – in bando – di Ginecologi per le strutture Lombarde (ivi comprese quelle cremonesi). Per l’Oglio Po e Cremona al momento non è andata bene.

Di fatto si riduce – per trasferimento o pensionamento – ulteriormente il personale. E resta il fatto che ci sono parametri di sicurezza da garantire, a partire dalla possibilità di far fronte agli imprevisti sempre possibili in casi di nascita. Una situazione non semplice, al di là del comunicato dell’ASST che di fatto non cela le problematiche presenti. Certo, la speranza è quella che alla fine tutto si concluda per il meglio così come spiegato dai dirigenti. Ma non c’è certezza per il domani. Solo una speranza. E un problema a cui si porrà mano in ottica di razionalizzazione, di reperimento risorse. Lo ha detto Gallera, non una mamma preoccupata o le solite Cassandre un po’ rompiballe. Perchè quando si deciderà dove destinare risorse (scarse) le si destineranno dove c’è possibilità di crescita. Non dove questa crescita, al momento, non c’è.

Ieri mattina – secondo il racconto di un presente – il clima in Ginecologia non era dei più distesi. Da voci interne si è parlato anche di una possibile chiusura estiva. Nulla di ufficiale certo, e neppure si sa al momento per quanto. Ma qualche segnale non proprio ottimale c’è. Al di là della nomina del Primario che, in caso di chiusura della ginecologia, potrebbe pure essere riassorbito a Cremona, o chiedere il trasferimento altrove.

Al momento la Ginecologia ed il Punto Nascite restano. E’ quello che tutti si augurano anche per il dopo. Ma non può essere un’assoluta certezza per il futuro.

Nazzareno Condina

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