Cronaca

Canneto: sciolto il Consiglio Comunale. Cade l'Amministrazione Zecchina

I consiglieri Massimo Arienti, Gianni Arrigoni, Pierino Cervi, Noemi Doro, Tiziano Fasciglione, Nicolò Ficicchia e Giuseppe Minoglia hanno protocollato le dimissioni contemporanee che provocano lo scioglimento del Consiglio. Ora spetta al Prefetto nominare un commissario per reggere il Comune fino a nuove elezioni.

CANNETO SULL’OGLIO – La “bomba” politicamente parlando, è esplosa intorno alle 11 di questa mattina quando i consiglieri Pierino Cervi, Giuseppe Minoglia, Tiziano Fasciglione, (Gruppo Misto), Massimo Arienti (Canneto sei Tu), Nicolò Ficicchia (Canneto in Testa), Gianni Arrigoni e Noemi Doro (Cittadini per Canneto), hanno fatto giungere al protocollo del Municipio le loro “dimissioni contemporanee” provocando lo scioglimento immediato del Consiglio Comunale ai sensi dell’art. 141, comma 1, lett.b) n.3 del d.lgs 267/2000. Un unico documento che prima di essere portato stamani in Comune da Ficicchia e Arienti è stato firmato da tutti e sette a inizio settimana davanti ad un notaio e che dunque fa venir meno la metà più uno dei consiglieri eletti. Con il Consiglio comunale sciolto, decade di conseguenza l’Amministrazione. In questi casi, il Prefetto nomina poi un Commissario per fare da traghettatore per tutte le attività amministrative ordinarie fino a nuove elezioni in programma a primavera del 2019 (solo un eventuale ritorno alle urne per le elezioni politiche nazionali in autunno e una deroga potrebbe anticipare i tempi) . Il Consiglio comunale che era in programma questa sera logicamente non si terrà. Per molti, queste dimissioni di massa rappresentano un atto a sorpresa poco coerente con il Consiglio di marzo in cui l’Amministrazione, approfittando di qualche assenza, aveva fatto passare ben 17 punti, tra cui il bilancio, il dietrofront sulla polizia locale e le novità sulla raccolta rifiuti. Per altri invece non lo è affatto, alla luce delle parole usate da Giuseppe Minoglia per commentare quella maratona consiliare (“Waterloo o Austerlitz? Ai posteri l’ardua sentenza”) e la successiva entrata di Pierino Cervi nel Gruppo Misto, che di fatto ha tolto numericamente alla Zecchina la maggioranza. La lunga crisi iniziata nel 2016 con l’ingresso in Giunta dell’assessore esterno Attilio Facconi per la comunicazione, la costante fuga dalla maggioranza nel 2017 (il vicesindaco Angelo Appiani, l’assessore esterno Barbara Alberini, i consiglieri Pierpaolo Appiani, Gianpietro Barozzi e Luciana Nicoli) un Consiglio saltato e la diffida tramite avvocato alla minoranza è dunque giunta all’epilogo. Scandita da fiumi di polemiche: sulla Mille Miglia, il segretario comunale, lo scout speed, un’assunzione in Comune e le nuove scuole. “Non mi dimetto – ha fatto sapere a più riprese il sindaco Zecchina – . Che mi caccino i consiglieri”. Ebbene partono proprio da qui le motivazioni date dal gruppo di dimissionari: “Delusa ancora una volta la nostra attesa di scuse o in subordine di una qualche dichiarazione di ripensamento da parte del Sindaco, avendo letto la sua pubblica richiesta di pensarci noi, con innato senso del dovere, intendiamo accogliere l’invito e l’auspicio del nostro primo cittadino, in modo che la sua attesa non sia ulteriormente delusa. I messaggi inviati al Consiglio in questi anni da parte del Sindaco e della sua più stretta cerchia di collaboratori – continuano Arienti, Arrigoni, Cervi, Doro, Fasciglione, Ficicchia e Minoglia – sono stati chiari e inequivocabili: nessun ruolo, nessuna utilità deve essere riconosciuta al Consiglio, solo Sindaco e Giunta hanno il diritto di amministrare, solo loro sono i depositari della Verità. La varietà di idee, esperienze e cultura espresse dal Consiglio eletto dai cannetesi è stato vissuto come un pericolo più che come una risorsa. Basta ricordare l’ultimo Consiglio in cui con arroganza e non curanza è stato cambiato un indirizzo già assunto”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso infatti per i dimissionari è proprio l’Assemblea del 27 marzo, in cui la compagine amministrativa ha “neutralizzato” la mozione sull’uscita dalla convenzione di Polizia Locale promossa nel consiglio di gennaio in quello che fu, a livello di votazione consiliare, l’unico ribaltone della legislatura Zecchina. “L’episodio citato – proseguono i sette – chiarisce in modo inequivocabile il perché in un gruppo di 20 persone 14 (!) siano giunte a ritenere le dimissioni il male minore! Riteniamo in tutta franchezza sia superfluo interrogarsi su dove sia il problema, su chi siano le vittime e chi il carnefice”. Il Sindaco paga quella che i sette definiscono “una visione autoritaria e fuorviante della realtà, delle istituzioni e della vita. (…) Mal consigliato e mal sostenuto, ha agito cercando lo scontro prima e l’umiliazione del consiglio poi. (…) Il tema non è la bontà o meno dell’azione amministrativa. Non si può sempre pensare di ridurre al silenzio chi ha visioni distinte dalla propria”. Tutti concetti più o meno già espressi, a varie riprese, sia dalla minoranza (che per questo è stata diffidata legalmente) sia dagli esponenti storici di Vivi Canneto presenti in Consiglio (e poi passati al Gruppo Misto), come l’ex sindaco Pierino Cervi e Giuseppe Minoglia. Ma allora perché far cadere l’Amministrazione ora? Perché non farlo ad esempio a marzo, bocciando il bilancio? La risposta all’interrogativo che in tanti si sono posti, è contenuta nel testo protocollato: “Il rispetto delle istituzioni e dell’interesse della comunità, che sempre ha guidato la nostra azione, ci ha portato anche in occasione dell’ultimo Consiglio ad assumerci le nostre responsabilità, garantendo il bene di Canneto attraverso la discussione del bilancio previsionale. Si è evitato lo stallo dell’Ente. Con responsabilità, eludendo inutili ripicche, abbiamo garantito l’operatività degli uffici sino alla primavera del prossimo anno. Un periodo di decantazione, di rasserenamento, favorirà da un lato il ripristino di un confronto civile tra le parti e la possibilità che ci si possa riavvicinare al servizio della comunità civica”. Ora la palla passa al Prefetto di Mantova che nominerà un Commissario che reggerà il Comune fino alle prossime elezioni in programma nel 2019. Finisce così, a un anno circa dal termine naturale del mandato, l’Amministrazione di Raffaella Zecchina. Eletta a maggio nel 2014 con il 44,05% dei voti (1.051 preferenze su 2.483 votanti) sostenuta dalla lista “Vivi Canneto”, ha amministrato praticamente senza intoppi per i primi due anni. Poi, ecco in sintesi le tappe principali di quanto accaduto:

Giugno 2016 I primi problemi con la nomina di un esterno, Attilio Facconi, per la comunicazione e i grandi eventi in vista dei festeggiamenti per gli 800 anni e la revoca della delega alla cultura (che passa al sindaco) all’assessore esterno anche ai servizi sociali Barbara Alberini, già presente nella precedente amministrazione Cervi. L’ex sindaco da allora inizia a disertare il Consiglio parlando però sempre di “assenze di carattere personale”.

Marzo 2017 si dimettono ad una settimana di distanza il vice sindaco Angelo Appiani (esterno) con delega a scuola e sport e la stessa Alberini. Il rimpasto di Giunta arriverà due mesi dopo.

Maggio 2017 Diego Redini, già assessore, è “promosso” vice sindaco. Ai servizi sociali viene nominato un esterno: Remo Gnaccarini. La Giunta non rispetterebbe la parità di genere. Le deleghe su scuola e cultura rimangono al sindaco. Sempre a maggio si dimette il primo consigliere di “Vivi Canneto”. E’ Pierpaolo Appiani. Come per gli altri le sue dimissioni hanno motivazioni personali. Subentra Giuseppe Minoglia.

Agosto 2017 Il Consiglio Comunale convocato per la convenzione sui servizi in forma associata di segreteria comunale salta per mancanza del numero legale.

Settembre 2017 Si dimette il secondo consigliere di “Vivi Canneto”. E’ Gianpietro Barozzi. Subentra Tiziano Fasciglione. Pierino Cervi torna in Consiglio. Canneto si ritrova fuori dalla convenzione di segreteria comunale.

Ottobre 2017 Si dimette il terzo consigliere di “Vivi Canneto”. E’ Luciana Nicoli (come gli altri per motivi personali). Subentra Remo Gnaccarini già in Giunta come assessore esterno ai servizi sociali. Il sindaco Zecchina diffida con lettera dell’avvocato i consiglieri di minoranza Arienti, Arrigoni, Bottarelli e Ficicchia che abbandonano il Consiglio per mancanza di scuse pubbliche da parte del primo cittadino. Alessia Gilberti è il nuovo assessore all’istruzione

Novembre 2017 La minoranza diserta in blocco il Consiglio. La Maggioranza esce dalla sala per 15′ per un faccia a faccia privato su richiesta di Pierino Cervi

Dicembre 2017 Si accende la diatriba su scout speed e polizia locale. Cervi presenta una mozione. Non c’è Consiglio.

Gennaio 2018   Nella minoranza si dimette il capogruppo di “Cittadini per Canneto” Gianluca Bottarelli. Subentra Noemi Doro. Nicolò Ficicchia e Massimo Arienti presentano la mozione sull’uscita dalla convenzione di Polizia Locale che viene votata da tutta la minoranza insieme a Cervi, Fasciglione e Minoglia. Il sindaco Zecchina commenterà dicendo di essere tradita dagli amici.

Marzo 2018 Minoglia esce dalla maggioranza consiliare di Vivi Canneto e con Fasciglione fa “Gruppo Misto” che non nega però i propri voti all’amministrazione. In Consiglio passano, con assente Cervi e parte della minoranza, i 17 punti all’ordine del giorno: tra cui bilancio, dietrofront sulla polizia locale e nuovo piano rifiuti

Aprile 2018 Anche Pierino Cervi passa al Gruppo Misto togliendo numericamente al sindaco la maggioranza. “E’ tempo – spiega – che si prenda le sue responsabilità”. Raffaella Zecchina risponde: “Non mi dimetto, che mi caccino i consiglieri”

27 aprile 2018 – Si dimettono contemporaneamente 7 consiglieri: il Consiglio viene sciolto. Decade l’Amministrazione Zecchina. Tocca al Prefetto nominare il Commissario.

 

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