Viadana, Fava in consiglio porta una mozione contro l'arresto del leader catalano Puigdemont
La mozione impegna il consiglio viadanese "ad esprimere la più radicale contrarietà all'arresto di Carles Puigdemont e degli altri membri della Generalitat Catalana, e più generalmente verso ogni misura restrittiva della libertà personale".
VIADANA – Si palerà anche di Catalogna a Viadana nel prossimo consiglio comunale. Il tutto grazie a una mozione presentata dal consigliere comunale Gianni Fava, inerente la contrarietà all’arresto di Carles Puigdemont e degli altri membri della Generalitat Catalana e la richiesta intervento istituzioni europee.
La mozione impegna il consiglio viadanese “ad esprimere la più radicale contrarietà all’arresto di Carles Puigdemont e degli altri membri della Generalitat Catalana, e più generalmente verso ogni misura restrittiva della libertà personale, quando inflitta in lesione dei fondamentali diritti politici” e impegna conseguentemente “il sindaco e la Giunta ad attivarsi presso le Istituzioni comunitarie europee per richiedere un intervento immediato nella questione catalana, affinché sia ripristinato il rispetto dei predetti diritti politici e cessi la repressione del governo spagnolo contro la libera e pacifica espressione di una volontà peraltro democraticamente sancita dal popolo catalano”.
Il testo della mozione, molto articolato, ripercorre le note vicende che si sono susseguite in Spagna in merito al referendum e alla successiva dichiarazione di indipendenza da parte della regione catalana rispetto al resto della nazione. Tra i passaggi viene anche ricordato che “alcuni giorni fa la commissione dei diritti umani dell’Onu ha dichiarato ricevibile il ricorso presentato dall’ex presidente catalano Carles Puigdemont contro la lesione dei suoi diritti politici da parte della Spagna. La Commissione, che ora dovrà pronunciarsi sul merito della denuncia, ha dichiarato ricevibile anche il ricorso di un altro leader politico catalano detenuto, Jordi Sanchez, e ha chiesto in forma cautelare alla Spagna di tutelare i suoi diritti politici”.
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