Cronaca

Testamento biologico: a Piadena con Cardesi e Azzini una serata per porsi domande

La serata, aperta alla cittadinanza, vedrà l’invito esteso anche a notai, avvocati e parroci, oltre che a sindaci, ossia a tutte le parti in causa di un processo che coinvolge tutto e che, appunto, vede in prima linea anche i comuni.

PIADENA – Fine vita, testamento biologico, novità legate alla nuova legge che l’8 febbraio scorso è stata perfezionata ulteriormente con una circolare del Ministero dell’Interno, che invita alla partecipazione ogni comuni, chiamato a segnalare quante Dat, disposizioni anticipate di trattamento, già custodisca nelle proprie cassaforti con l’espressione della volontà di ciascun cittadino che le firma e le deposita.

Il tema è spinoso e delicato, inutile negarlo, ma informare può essere particolarmente utile e per questo motivo a Piadena mercoledì 18 alle ore 21 è stato organizzato un interessante incontro presentato proprio giovedì mattina nell’ufficio del sindaco Ivana Cavazzini. Assieme al primo cittadino, era presente l’anatomopatologo ed esperto in bioetica, con un master all’Università Teologica di Torino, il dottor Enrico Cardesi. Proprio Cardesi sarà protagonista assieme all’avvocato Sara Azzini del Foro di Cremona mercoledì 18 nella Sala Conferenze del Museo Archeologico di Piadena.

La serata, aperta alla cittadinanza, vedrà l’invito esteso a notai, avvocati e parroci, oltre che a sindaci, ossia a tutte le parti in causa di un processo che coinvolge tutto e che, appunto, vede in prima linea pure i comuni. Basti ricordare, ad esempio, che a Casalmaggiore di recente in consiglio è stata respinta la proposta delle minoranze di istituire un registro per il testamento biologico, non senza polemiche; stesso discorso per Viadana, mentre a Piadena la stessa Cavazzini ha chiarito che presto una mozione verrà sottoposta al consiglio.

“Il percorso iniziato dal consenso informato – ha detto Cardesi – è giunto a questa legge che si muove tra vari paletti: l’autonomia in vita, la dignità della persona, la sacralità della vita, l’alimentazione e l’idratazione forzata, da considerare, ci si chiede, come cura o come trattamento medico? Non sarà una serata che darà risposte, perché non vi possono essere visioni univoche e perché la sensibilità di ciascuno e la dignità della persona sfuma qualsiasi concetto o certezza granitica: spero che usciremo dalla sala con qualche domanda in più”.

E ancora il rapporto tra paziente e medico, il passaggio, nella società, da un regime di alta mortalità nei secoli scorsi a un regime di alta morbilità, dove ci si ammala più spesso, sempre tenendo conto che il testamento biologico o la Dat non è un obbligo ma una possibilità: “In America esiste da anni e solo il 20% lo ha sottoscritto” ha precisato Cardesi. La serata passerà in rassegna con l’avvocato Azzini i casi di giurisprudenza più interessanti e noti, senza scordare che a staccare la spina a Piergiorgio Welby fu un medico cremonese, Mario Riccio.

Giovanni Gardani

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