Cultura

Melograno Junior, il Ponte Po argomento di ricerca: la storia dell'infrastruttura

All’inizio del 1958, dopo le opportune verifiche statiche, il nuovo ponte venne finalmente inaugurato e aperto alla viabilità cambiando radicalmente le vite di molte persone e l’economia del nostro territorio

Le immagini mostrano una stampa raffigurante il primo ponte del 1760 (in alto a sinistra) e quello del dopoguerra (in alto a destra), mentre sotto abbiamo una veduta del 1958 della struttura in cemento armato appena terminata.

CASALMAGGIORE – Argomento triste in tempo di ponte chiuso, ma non per questo il ‘Melograno Junior’, Associazione culturale per la valorizzazione del territorio casalasco e la promozione delle sue particolarità storiche e artistiche, si è tirato indietro. Anzi, la storia delle infrastrutture Casalasche appare ancor più interessante. Questo il loro breve trattato sulla materia.

“Il nostro territorio è risaputo è ricco di luoghi, edifici e tradizioni legate a varie epoche più o meno antiche. In questo caso andiamo ad analizzare un’opera molto più recente di quelle viste fino ad oggi, ma alla quale sono legate diverse circostanze che hanno fatto la storia in passato e che nel bene o nel male stanno influendo su quella attuale, ossia il ponte di Casalmaggiore. Va premesso che il post vuole solamente ripercorrere le vicende e i momenti che hanno portato alla sua costruzione, senza esprimere giudizi sugli attuali avvenimenti, dando qualche informazione in più su un’opera che al momento è sotto gli occhi di molti.

Il primo ponte di Casalmaggiore venne costruito nel 1760 in occasione dell’incontro avvenuto il 13 settembre di quell’anno tra l’Imperatore Giuseppe II d’Austria e la principessa Isabella Borbone di Parma. Questa prima struttura venne costruita per permettere ai due promessi sposi di incontrarsi e si trattava di un ponte di barche in legno che perdurò fino agli inizi del ‘900, quando i barconi lignei ormai deteriorati vennero sostituiti da chiatte in calcestruzzo resinato.

Gli eventi bellici della seconda guerra mondiale portarono alla distruzione del primo ponte di barche, che venne sostituito alla fine del conflitto da un altro ponte mobile più moderno sostenuto da barconi galleggianti metallici per mano del genio militare. Vi è un aneddoto secondo il quale ogni giorno i bombardieri degli Alleati prendevano di mira il ponte di barche distruggendolo e prontamente di notte veniva ricostruito per non tagliare le comunicazioni dell’esercito tedesco, in un ciclo continuo che durò per tutto il conflitto. Tornando al secondo ponte in chiatte, si trattava di una struttura mobile che aveva la possibilità di sganciarsi in diversi punti per permettere il passaggio delle navi e per far fronte alle frequenti piene del fiume. Il ponte però risultava inadatto alle esigenze dell’epoca ed al crescente traffico navale e veicolare, in quanto era previsto il senso unico alternato e in caso di passaggio di navi, le quali avevano la precedenza sulle automobili, parte del ponte veniva staccato e l’operazione durava circa 30 minuti, per cui venivano a crearsi lunghe code di macchine in entrambe le sponde rendendo la situazione molto disagevole.

All’inizio degli anni ’50 la mancanza di un ponte stabile cominciava a farsi sentire, non solo a Casalmaggiore ma in tutto il corso del Po, infatti fino al 1957 il fiume era attraversato da 15 ponti stabili di cui solo 3 in un tratto di 150 km tra Cremona e Ferrara (Cremona, Ostiglia e Pontelagoscuro). La crescente situazione di disagio portò alla firma di un accordo preliminare a Casalmaggiore tra gli avvocati Ghisalberti e Savani, presidenti delle provincie di Cremona e Parma per la costruzione di un nuovo ponte che fosse dotato di una struttura stabile in cemento armato, chiedendo che lo Stato corrispondesse una somma di denaro pari alla costruzione di un ponte in chiatte di calcestruzzo, mentre il resto l’avrebbero versato le due Provincie.

Fu così che nella primavera del 1955 iniziarono i lavori per la costruzione del nuovo ponte previsto con una struttura in piloni di cemento armato collegati da travi prefabbricate in calcestruzzo armato precompresso, tecnologia all’avanguardia per l’epoca. Gli appalti vennero vinti dalle imprese Fincosit di Genova per il ponte e Manca di Roma per le opere stradali.

Questo nuovo ponte presto assunse un’importanza che andava al di là del semplice collegamento delle due provincie di Cremona e Parma, ma permetteva una più veloce connessione tra il Tirreno, mediante anche la “nuova” autocamionabile (autostrada) della Cisa in fase di ultimazione, con il Brennero, permettendo ai veicoli di raggiungere più velocemente le città di Mantova, Verona e Bolzano e accorciando il percorso dei camion di 15 km circa. Durante le fasi costruttive il cantiere venne visitato da tecnici di tutta Italia e da autorità italiane e straniere, come l’allora Ministro dei lavori pubblici Romita e il Ministro delle infrastrutture birmano.

All’inizio del 1958, dopo le opportune verifiche statiche, il nuovo ponte venne finalmente inaugurato e aperto alla viabilità cambiando radicalmente le vite di molte persone e l’economia del nostro territorio.

Fornendo alcuni dati, con la sua lunghezza di 1206 metri, il ponte di Casalmaggiore era il più lungo d’Italia e quello costruito con le più avanzate tecniche costruttive e costò complessivamente mezzo miliardo di lire”.

Al termine il Melograno junior linka il video che abbiamo postato sopra. Un bel lavoro, non c’è che dire, anche se non fa sorridere il pensarlo adesso, nelle condizioni in cui è.

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