Politica

DAT, nessun registro e nessuna informazione istituzionale. Il sindaco "Applichiamo la legge"

“Non andiamo ad istituire un registro sino a quando non viene promulgata una legge, o una direttiva o una circolare o un decreto ministeriale che ci dice in questo senso cosa dobbiamo fare"

CASALMAGGIORE – Il Registro dei DAT non si farà, e neppure si farà informazione – istituzionale – sulle possibilità che offre la legge sul testamento biologico, la legge 219/2017 (come già peraltro fanno altri comuni). Così ha deciso il Consiglio Comunale di Casalmaggiore, respingendo la mozione presentata dal Consigliere Alessandro Rosa (Listone) e firmata dai consiglieri del Listone Rosa e Vitolo e da quelli di CNC Pasotto, Tascarella e Papetti.

Non che fosse un obbligo, s’intende, ma avrebbe potuto essere un’opportunità in attesa che si capisca qualcosa in più (decreti attuativi e circolari ministeriali) su chi deve fare cosa. Un passo in avanti insomma. Casalmaggiore non è Reggio Emilia, e neppure Marmirolo. La strada scelta è diversa. E’ una strada più istituzionale in cui l’etica c’entra poco. Anche se poi qualcosa probabilmente c’entra sempre.

Il comune già fa quello che la legge (e la successiva regolamentazione in merito) richiede. E continuerà a fare, in attesa di capire se vi saranno altre specifiche introdotte da Ministero della Salute e Regioni che stabiliranno chi e cosa dovrà essere fatto dai rispettivi soggetti in campo. In comune, come ha spiegato il sindaco, al momento è depositata una DAT accolta (come prevede la legge) e registrata con la data di deposito, conforme alla normativa vigente.

Dopo la lettura della mozione del Consigliere Alessandro Rosa, è stato il sindaco Filippo Bongiovanni a rispondere: “Come comune di Casalmaggiore facciamo quello che la legge prevede, quello che dicono le circolari del Ministero dell’Interno. Per quanto riguarda il consenso informato la legge esclude che sia il comune ad occuparsene, ma che sia il medico in quanto è inserito nella cartella clinica. Discorso diverso per le Disposizioni anticipate di Trattamento in cui un cittadino dopo essere stato adeguatamente informato dispone le proprie decisioni in merito. E’ stata emanata l’8 febbraio una circolare (la circolare Minniti, ndr) che disciplina precisamente quello che i comuni devono fare e quello che il comune di Casalmaggiore sta già attualmente facendo. Nella circolare si legge che l’ufficiale del comune è autorizzato a ricevere nel comune le DAT consegnate personalmente dalle persone e contenenti la firma autografa del sottoscrivente”.

“L’ufficio – ha proseguito il primo cittadino – non è legittimato a ricevere le DAT di predisponenti non residenti. Inoltre l’ufficiale non partecipa alla redazione delle disposizioni ne partecipa alla redazione della stessa dovendosi limitare a verificare i presupposti della consegna e a riceverla. All’atto della consegna il comune fornisce al predisponente la ricevuta di consegna dello stesso. La legge non disciplina l’istituzione di un registro, ma deve limitarsi a predisporre un ordinato elenco delle dichiarazioni presentate e deve assicurare la loro adeguata conservazione. Possiamo dire in assoluta riservatezza che c’è già stata una persona che ha consegnato la propria DAT”.

I registri dello Stato Civile, quelli obbligatori, come spiegato dal sindaco, sono cinque. “Dopodiché ci sono problematiche non da parte nostra ma della legge che a mio avviso devono essere ulteriormente chiarite dal legislatore. Primo problema che abbiamo discusso giù all’ufficio anagrafe è in caso di trasferimento del soggetto che deposita la DAT perché in teoria dovrebbe essere lo stesso che la deposita che viene a prendersela depositandola nuovamente nel comune di residenza. Secondo problema è vero che secondo quello che dice la legge dovrebbe esserci un fiduciario che poi mette in moto il meccanismo di quelle che sono le volontà del sottoscrivente, però il problema è quello della trasmissione delle DAT alle strutture sanitarie. Il comune non ha possibilità di trasmettere le DAT alle strutture sanitarie, ammesso che il comune sappia che chi sottoscrive si trovi in quelle condizioni, anche perché il comune non è che si fa gli affari degli altri, che può sapere se uno è ricoverato o ché. Su questo si dovranno attendere ulteriori sviluppi che usciranno dal Ministero della Salute, un accordo visto che la sanità è gestita dalle regioni che preveda la possibilità di trasmetterle alle ATS. Siamo ancora in questo caso nell’ambito dell’incertezza. Gli uffici sono a disposizione per dare le informazioni”

Il primo intervento è stato quello del consigliere di CNC Pierluigi Pasotto: “Il consigliere rosa è stato esaustivo. L’obiettivo non era una reprimenda ma un’analisi di quello che è lo stato di avanzamento della legge. E’ chiaro che non esiste l’istituzione di un nuovo registro, ma nella legge pluriennale di bilancio sono stati stanziati 2 milioni di euro per l’istituzione del Registro Nazionale. La nostra mozione vuole invitare l’amministrazione ad informare anche i cittadini perché questa è una legge abbastanza complicata per quanto riguarda l’applicazione. Manca l’anello di congiunzione col ministero della Salute in modo che chi decide di aderire alla legge possa vedere rispettato il suo volere. Ci sono comuni che hanno già approntato dei regolamenti. Il comune di Reggio Emilia nel 2010 in via sperimentale istitui questo registro. Edoggi va solo aggiornato con i fiduciari. Nel sito del comune di Reggio Emilia c’è un0informativa su modalità e procedimento, e così pure nel comune di Marmirolo che è di un altro colore politico. Voglio aggiungere una sollecitazione a far si che i cittadini vengano informati della possibilità. Quando su un argomento del genere la gente viene informata, anche quella che non legge la gazzetta ufficiale, può decidere. Io rispetto tutti i punti di vista in merito a scelte etiche. La morale ed etica non sono scelte fideistiche”.

A rispondere l’assessore Gianfranco Salvatore che ha ringraziato l’opposizione dell’opportunità del dibattito: “Opportunità di dare un’altra visione. Credo che questa legge che va a toccare punti delicati del vivere di una persona è una legge pericolosa. Vi cito almeno dieci motivi per cui una legge così va a creare pericolosi precedenti ed aprire, anzi spalancare le porte all’abbandono terapeutico. Primo perchè viene introdotto il principio della disponibilità della vita umana in contraddizione a quello scritto in Costituzione della sua indisponibilità. Secondo punto è l’individuazione del medico come soggetto potenzialmente pericoloso della libertà del malato e lesivo della sua salute. Terzo punto la sostituzione del principio della beneficialità con il consenso informato, cioè se io mi rivolgo a un medico perché non sto bene mi aspetto che mi curi e faccia di tutto per salvare la mia vita. Il quarto il costante bisogno dell’affiancamento di un avvocato al medico per l’applicazione di norme che possono far crescere, grazie alla confusione che generano, la possibilità di un contenzioso legale. Quinto la trasformazione del medico da professionista che punta alla salute della gente in un soggetto ossessionato dalla dettagliata informazione del malato. Il rischio per il medico di denuncia penale o civile di danno, nel caso in cui le DAT siano state redatte in un’epoca remota, nel caso in cui nuove terapie aggredissero con successo malattie in passato non guaribili”.

“Per inciso – ha proseguito Salvatore – poi nessun malato è incurabile, ci possono essere malati non guaribili ma la cura è un’altra cosa. Poi la sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione assistita legata alla sedazione profonda, atti coincidenti con l’eutanasia. Questa legge è il primo passo verso l’eutanasia legale nel nostro paese. L’obbligo di attuare disposizioni eutanasiche senza che sia riconosciuta al medico l’obiezione di coscienza e con l’estensione della norma a strutture sanitarie non statali. Infine la tacita abrogazione della collaborazione tra medico e paziente che verrà sostituita da un atto formale burocratico e in qualche modo dalla paura del medico di svolgere adeguatamente il proprio lavoro temendo delle denunce. Credo che questa legge sia stata mal fatta, mal pensata e mal realizzata, oltre che completamente inutile. Sono molto preoccupato”.

Alessandro Rosa ha poi sottolineato la differenza tra eutanasia – attualmente non legale – e ciò che sancisce la legge. “La sospensione delle cure intesa come eutanasia passiva costituisce un diritto fondamentale sancito dall’articolo 32 della Costituzione e qui si apre una questione importante nel senso che la situazione di un malato terminale è completamente diversa da quella di una persona affetta ad esempio da depressione che può essere curata con interventi psicoterapeutici. Peraltro le cito quanto è stato detto in merito alla questione in esame ‘Gli interventi sul corpo umano divetano sempre più efficaci, ma non sempre sono risolutivi, possono sostenere funzioni biologiche divenute insufficenti o addirittura siostituirle ma questo non equivale a promuovere la salute e occore quindi un supplemento di saggezza perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere su trattamenti che producono potenti effetti sul corpo ma talora non giovano al bene integrale della persona’ Queste parole che sono state pronunciate non dal consigliere Rosa ma da Papa Francesco sono di un peso enorme perché non aprono la strada all’eutanasia. La linea della Chiesa resta quella di sempre in merito, ma sono parole importanti perché dicono che anche per la Chiesa uno spazio adeguato deve essere dato alla dignità della persona umana ed evitare un accanimento terapeutico non equivale a livello concettuale all’eutanasia”.

Per la maggioranza Francesco Ruberti: “Più volte in questo consiglio ho ribadito che siamo nel consiglio comunale di Casalmaggiore e dovremmo trattare temi che riguardano il comune di Casalmaggiore, qui stiamo andando un po’ oltre. Ci sono due aspetti sulla questione che è secondo me una questione molto delicata. L’aspetto giuridico e quello etico. per quanto riguarda la questione etica non penso sia il luogo adatto per fare un dibattito. Penso che come spiegato dal sindaco che noi dovremmo attenerci a quando la legge prescrive, di quanto sono in dovere gli uffici e qualora uscisse qualche normativa penso dovremo attenerci. Andare oltre su una questione di questo tipo è sbagliato. Ci sono già degli strumenti, ci fosse il bisogno di perfezionarli si farà. Eviterei in questo contesto la questione etico, morale e clinica”.

Pierluigi Pasotto ha poi ribattuto: “Il fatto che una legge possa piacere o non piacere non esime dal fatto che i cittadini debbano essere informati che questa legge possa essere divulgata. Ci sono anche i regolamenti sui tempi della diagnostica, tanti non sanno che ci sono tempi previsti per legge per cui uno può rivolgersi a strutture private. Tanti cittadini non lo sanno perché non sono stati informati di questa possibilità. Qui non si tratta di soluzione etica o non etica. E’ previsto chiaramente che si debba dare informazione. Penso che tra i vari doveri che ha un ente locale ci sia quello di informare sulle leggi italiane che, volenti o nolenti, assessore Salvatore, valgono anche per il comune di Casalmaggiore e sia io come consigliere che lei come assessore siamo tutti tenuti al rispetto delle leggi. Ci sono leggi che non mi piacevano quando ero assessore però ero tenuto alla loro applicazione e le applicavo senza fare discorsi etici. Non voglio entrare nella questione etica perché non è importante quel che penso io o che pensa lei, ma quel che pensano le persone che possono essere interessate a questo provvedimento”.

A porre fine alla discussione il sindaco “Non andiamo ad istituire un registro sino a quando non viene promulgata una legge, o una direttiva o una circolare o un decreto ministeriale che ci dice in questo senso cosa dobbiamo fare. Altri comuni lo hanno fatto, tutti hanno modalità diversa e poi spetterà agli organi preposti vedere se conforme”.

La gente che vorrà depositare il DAT lo potrà fare all’ufficio anagrafe. In attesa di una normativa in merito, potrà farlo informandosi in maniera autonoma. Niente Registro a meno che non lo imponga la legge, e niente informazione in merito alla normativa e alla strada formale da percorrere. Il comune ha deciso, al momento, di non decidere. Scelta più comoda e meno compromissoria, anche se lecita in attesa di una chiarezza che ancora non c’è.

Nazzareno Condina

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