MIA, collaborazione con CPIA contro la violenza di genere e per favorire l'inclusione
La collaborazione tra CPIA e MIA non è una novità. il 31 maggio dell’anno scorso l’incontro relativo all’educazione e studio sulla violenza di genere era stato positivo. Si è deciso - con l’appoggio dell’Amministrazione di andare avanti
CASALMAGGIORE – Cittadinanza attiva, per una serena convivenza. Non solo tra italiani e stranieri, ma tra italiani stessi. Conoscere diritti e doveri legati all’individuo e al suo rapporto con la società – nel contesto della lotta alla violenza di genere, ma non solo – è base fondante di questa convivenza. Ne sono convinti, sia il CPIA che l’associazione MIA. 150 gli studenti ai corsi di alfabetizzazione, 30 quelli iscritti alla licenza Media. Tutti adulti (non solo stranieri, dicevamo) decisi a farsi parte della società, a partire dall’istruzione.
La collaborazione tra CPIA e MIA non è una novità. il 31 maggio dell’anno scorso l’incontro relativo all’educazione e studio sulla violenza di genere era stato positivo. Per questo, anche per questo, si è deciso – con l’appoggio dell’Amministrazione casalasca di andare avanti su questa strada: “Come associazione – ha spiegato la presidentessa dell’associazione Annise Grandi – siamo contente della collaborazione. Dopo l’intervento dell’anno scorso si è deciso per un percorso più preciso. Il ruolo di MIA peraltro ben si integra nel contesto del CPIA. Il nostro statuto prevede percorsi di sensibilizzazione e formazione soprattutto per quel che riguarda le fasce più fragili”.
Alberto Mariani, responsabile del CPIA, ha spiegato che “Oltre ad insegnare l’italiano e ai corsi di licenza Media, siamo da sempre sensibili alle collaborazioni e già collaboriamo con MIA per tutta una serie di pratiche educative. La scuola per adulti si diversifica dalle altre scuole soprattutto per esperienza e per vissuto. Questa iniziativa ben risponde alle esigenze, perché queste persone possano capire cosa significa integrazione. Tutto contribuisce all’abbattimento delle barriere. A volte incontriamo delle difficoltà: tanto per dire ci sono studenti che fanno fatica ad accettare docenze femminili, e studenti che provengono da determinate aree in cui il ruolo della donna è diverso dal nostro. La scuola deve proporre modelli educativi. Dobbiamo valorizzare le differenze e al contempo dare un modello di convivenza”.
Paola Borghesi, insegnante di inglese ai corsi del CPIA, ha parlato dell’importanza di una sede casalasca per il CPIA, ma anche delle difficoltà di raggiungere tutti: “La nostra utenza è variegata – ha spiegato – perché ci sono si extracomunitari, ma anche tanti ragazzi, anche italiani. L’intento di questa collaborazione è quello di sensibilizzare sul tema della violenza partendo dalle fasce più giovani. Per le donne è importante conoscere e far conoscere un’associazione come MIA che si occupa dei loro diritti, che raccoglie le loro esperienze e le sostiene. Come insegnanti siamo contenti di questa collaborazione perché ci permette di capire come possiamo interagire al di là dell’insegnamento”. A supporto dei corsi anche la Psicologa Marina Lupi.
Paola Mantovani ha parlato dell’importanza della collaborazione tra pubblico e privato sociale, ringraziando l’amministrazione comunale casalasca per aver capito l’importanza delle iniziative: “Il partenariato pubblico-privato è fondamentale per la conoscenza delle regole di convivenza e cittadinanza. Il progetto di MIA è frutto di diversi confronti fra volontari dell’associazione, tutto personale preparato, e docenti per l’utilizzo di metodologie nuove, più agevoli anche per gli studenti. Per gli studenti dei corsi di licenza media in particolare, si approfondirà il tema dei diritti e dei doveri rispetto alle norme. Tra gli obiettivi quello di favorire l’inclusione. All’interno dei corsi ci sono operatrici straniere insieme ai formatori e volontari italiani proprio per facilitare la comprensione. Per quanto riguarda la licenza Media si parte da un approccio più ampio, si parte dal contestualizzare diritti e doveri, oltre alla conoscenza ed al rispetto delle norme. E’ importante capire che non sono lezioni solo per gli stranieri, ma pure per gli italiani, spesso protagonisti di atti di violenza di genere. Ci auguriamo una partecipazione massiccia. Qui sul nostro territorio ci sono vari nuclei di stranieri storici, a partire dalla comunità ghanese e da quella nigeriana, ma poi ci sono anche le donne indiane. Ogni comunità ha un approccio diverso perché parte da un contesto diverso. E’ importante peraltro capire che MIA non fa solo formazione per gli stranieri. Teniamo corsi per i medici, collaboriamo con i carabinieri. I dati sulla violenza di genere sono impressionanti”.
Si parte dalla conoscenza insomma. Diritti, ma pure doveri e norme alle quali è necessario sottostare per una convivenza seria e condivisa. “In alcuni dei corsi organizzati – ha spiegato Paola Mantovani – ci siamo accorti che in tanti non avevano conoscenza di comportamenti che potevano avere una rilevanza penale”. Per questo un corso come quello di MIA è importante. Favorire la formazione di cittadini, italiani o stranieri che siano, e favorirne l’inclusione. Per quanto riguarda i corsi, saranno lunedì 9 aprile (16.30 -18.30) e mercoledì 18 aprile (9.30-11.30) per quel che concerne i corsi di alfabetizzazione, mentre per i corsi di licenza media l’appuntamento è per venerdì 13, 20 e 27 aprile, dalle 9.30 alle 11.30.
Nazzareno Condina