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Listone, analisi del voto: "Ora subito tra la gente. Per Casalasco giù vessilli partito"

Un risultato che deve fare riflettere, in un duplice verso. "In positivo perché il numero di preferenze preso a Casalmaggiore - spiega Rosa - è lusinghiero. Ma anche in negativo: dobbiamo capire che la gente ha voglia di facce nuove".

Nella foto da sinistra Rosa, Fomiatti e Fazzi

CASALMAGGIORE – Fare il punto sul risultato elettorale, ma anche guardare con concretezza e fiducia alle Amministrative 2019, le terze alle quali – da quanto è stato fondato nel 2008 – il Listone prenderà parte. Con volti giovani, quelli di Alessandro Rosa, candidato consigliere per la lista Gori Presidente e consigliere comunale, di Gabriel Fomiatti e Alberto Fazzi, presidente e segretario della civica di Casalmaggiore.

“Abbiamo voluto fare questa esperienza per dare speranza al Casalasco: le elezioni non sono andate bene per Giorgio Gori, che di sicuro è un candidato che vale molto di più dei 20 punti di distacco presi da Attilio Fontana. Il problema è legato all’ondata nazionale, dunque Gori ha pagato più il malcontento generale verso il Governo Renzi o Gentiloni, che non colpe proprie. Noi comunque siamo contenti dell’esperienza e del nostro risultato, avendo ottenuto a Casalmaggiore l’11.32% come lista civica che in Lombardia si è fermata al 3.03%. E avremmo raggiunto il 14% senza i voti disgiunti, più di cento, annullati. E’ stata la percentuale più alta di tutti gli altri comuni in Lombardia, anche di Milano e Bergamo, dove Gori è andato bene prendendo due consiglieri”.

Un risultato che deve fare riflettere, in un duplice verso. “In positivo perché il numero di preferenze preso a Casalmaggiore – spiega Rosa, candidato più votato nel comune casalese – è lusinghiero. Ma anche in negativo: dobbiamo capire che la gente ha voglia di facce nuove, che capiscano il cittadino e non si stacchino da esso. Facce nuove non significa per forza ventenni. Si può anche essere nuovi ma con esperienza, e noi partiamo da questo come Listone. L’obiettivo cioè è stare di più in mezzo alla gente, fare capire il nostro messaggio e proseguire con le nostre iniziative civiche: senza aspettare la prossima campagna elettorale, ma da subito, come del resto già avevamo fatto con l’operazione Parco e l’operazione Idrometro”.

Tanti i voti disgiunti. “E questo mi ha fatto piacere – ha detto Rosa – perché significa che siamo stati davvero trasversali. Abbiamo preso preferenze da chi ha votato il Movimento 5 Stelle, ma anche da chi ha votato l’estrema sinistra o il centro-destra. Significa che la gente ha saputo distinguere la persona dall’ideologia di lista e questo è un dato sempre positivo. Soprattutto hanno riconosciuto il nostro impegno concreto sul territorio, al di là del pensiero politico: è un bel riconoscimento”.

Uno sguardo sul 2019, dopo le parole di Luciano Pizzetti, sottosegretario uscente del Pd, che parlò di “Primavera Casalasca” nell’unione tra riformismo e civismo. “Per noi quella di Pizzetti resta una dichiarazione storica – hanno spiegato i tre ragazzi del Listone – perché finalmente viene sposata l’idea del civismo, che serve per uscire dall’imborghesimento degli ultimi anni e per ritrovare il contatto umano che una certa parte politica ha perso. Occorre un rinnovamento anche generazionale e da questo punto di vista fa piacere che, con questo risultato elettorale, molti ragazzi si siano avvicinati al Listone: ora non siamo più soltanto quelli dell’idrometro, ma siamo visti come una forza politica con cui fare i conti”.

A proposito di amministrative “sappiamo tutti che storicamente a Casalmaggiore il trend è diverso rispetto a quello nazionale. In vista del 2019 portiamo a casa questo bel risultato e da oggi mettiamo il turbo: vogliamo essere presenti in mezzo alla gente, come dicevamo, con iniziative civiche e con gazebo elettorali. Visiteremo realtà economiche e sociali, conoscere più a fondo il territorio, dando grande risultato alle frazioni, e spiegheremo di persona cosa facciamo: abbiamo perso molto nelle periferie, la politica deve tornare a parlare alle fasce più deboli”.

L’analisi si posta poi sulla non-rappresentanza, ancora una volta, del Casalasco in Regione. “Ci dispiace – e lo diciamo con estrema sincerità – per la mancata elezione di Filippo Bongiovanni: un Casalasco al Pirellone avrebbe fatto comodo. La lezione di queste Regionali deve però spingerci, la prossima volta, a condividere una proposta e un candidato comune: è normale che il Pd non voterà mai Lega e viceversa. Per questo l’invito per il 2023 è ad abbassare vessilli e dare spazio a un candidato unico ma civico, sia esso di centro-destra o di centro-sinistra, capace però di raccogliere sostegno in tutto il Casalasco. Altrimenti andrà sempre a finire come quest’anno, con la consapevolezza che, per Cremona, il candidato più vicino è Federico Lena che è di Soresina. Il rapporto, comunque, è molto buono con Andrea Fiasconaro (eletto con i 5 Stelle su Mantova, ndr) e con lui abbiamo un importante aggancio. Ma quanto abbiamo capito, anche durante la campagna elettorale nei vari comuni visitati, è che il Casalasco imputa a Casalmaggiore la colpa di non avere mai fatto rete. Ed è da questa esigenza che dobbiamo ripartire”.

Giovanni Gardani

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