Cronaca

Slow Town, "non c'è solo via Baldesio". Un cittadino invita Comitato al confronto

"Slow Town è una bella idea, ma a Casalmaggiore ci sono cose più importanti e vie più disastrate. Ripeto: non credo sia possibile, nel tratto dalla Cassa Rurale alla fine della strada, raggiungere gli 80 all’ora" spiega Storti, residente nella via.

CASALMAGGIORE – Non piace a tutti la rivoluzione Slow Town di via Baldesio, ma questo lo si era capito già da alcune critiche mosse – e riportate – nei giorni scorsi mediante i social network. Ad esprimere un suo parere, questa volta, è un cittadino che ci mette la faccia e che in via Baldesio vive. Oppositore da tempo di zona 30, Simone Storti spiega le sue ragioni sottolineando di non essere contro i principi ai quali si ispira Slow Town, ma suggerendo altre soluzioni e soprattutto evidenziando come forse altre strade, più di via Baldesio, necessitino di attenzione. “Dal 1983 vivo a Casalmaggiore e dal 2000, quindi da 18 anni, risiedo in via Baldesio. Auto che sfrecciano a 80 e 100 all’ora come sostiene il Comitato Slow Town non ce ne sono. Ci sono invece problemi viabilistici, questo sì, ma non tali da giustificare un’opera invasiva di quel tipo. E poi… parliamo del parco di via Italia e da 18 anni non ci va quasi anima viva”.

Tra i problemi, secondo Storti, quelli legati al nuovo senso di marcia di via Romani, che diverrà in ingresso, per il nuovo Piano Urbano del Traffico. “Che giro eterno dovrò fare per andare all’Isola Bella? Preciso che tutto ciò che va a favore di utenza debole, invalidi, anziani e bambini va benissimo, ma non vedo nemmeno tanti passeggini o persone anziani sulla nostra via e l’unico ragazzo con disabilità da anni riesce tranquillamente a passare. Il problema non è nemmeno questo: perché nessuno del Comitato è mai venuto a chiedere alle famiglie se davvero vi fossero problemi e perché non è stata concertata una soluzione insieme? Qui ha deciso tutto una persona sola”.

Il riferimento è a Giancarlo Simoni, strenuo sostenitore della prima ora di Slow Town. “Con lui ho cercato il confronto, anche su Facebook, e mi ha bloccato. Ma prima di tutto ho detto di essere disponibile di persona: nulla da fare. Slow Town è una bella idea, ma a Casalmaggiore ci sono cose più importanti e vie più disastrate. Ripeto: non credo sia possibile, nel tratto dalla Cassa Rurale alla fine della strada, raggiungere gli 80 all’ora. Giusto, invece, l’intervento sui passaggi pedonali, ma va concentrato a metà della strada, in quel punto in cui lo stop non lo fa mai nessuno. Su questo sono d’accordo, un provvedimento va preso. Ma tutta la via mi pare esagerato: si spendono parecchi soldi, 100mila euro solo da Fondazione Cariplo. Mi sembrano troppi. La Tangenziale dei Bambini, che non usa quasi nessuno pur essendo una bellissima idea, almeno è stata pressoché a costo zero”.

Il problema più serio, secondo Storti, è su via Cairoli. “Lì c’è un rettilineo ininterrotto che da piazza Garibaldi arriva fino al vecchio ospedale. E lì le auto viaggiano forte davvero. Anche in via Porzio, dopo il semaforo di Forapani, si potrebbe intervenire. Senza dimenticare le condizioni generali delle strade. Intendo dire che le problematiche sono parecchie, non c’è solo via Baldesio, dove pure vivo. Si è pensato anche ai non vedenti: benissimo, ma in 34 anni quanti ne sono passati? Quello che non mi va è che si faccia passare per utile e indispensabile un’opera che non è tale. Via Baldesio non è via Montenapoleone a Milano”.

Da qui l’invito, ennesimo, a un confronto. “Quando lo abbiamo chiesto, è stato piazzato la stessa sera dello spettacolo dei Legnanesi allo Zenith: non il massimo se avessimo voluto davvero favorire una buona partecipazione. Il problema è la mancanza di condivisione, non le idee in sé: nessuno ce l’ha con Slow Town per quelli che sono i valori che promuove e che sono nobili. Il problema è che ci sono soluzioni anche meno invasive, come le Ztl ad esempio, e non solo. Ma con il Comitato Slow Town non riusciamo a confrontarci. Io rifiuto il concetto per il quale una sola persona deve decidere per un’intera via. Anche perché, peraltro, con il restringimento della strada, si creeranno problemi al passaggio dei mezzi della nettezza urbana e, quel che è peggio, delle ambulanze”.

Giovanni Gardani

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