Cronaca

Scacco e manette alla banda dei furti alimentari. Nel mirino anche Saviola a San Giovanni

Dall’esame delle telecamere dell’azienda e da quelle dei caselli autostradali da cui i malviventi erano passati utilizzando automezzi pesanti, gli agenti sono riusciti a risalire ai vari membri della banda. GUARDA IL VIDEO

Si sono resi responsabili di 22 furti o tentati furti in tutto il nord Italia (specialmente in aziende casearie), per un giro di affari di oltre un milione di euro: in nove sono così finiti in manette, nell’ambito dell’operazione Cheese Hunter, portata avanti dalla Squadra Mobile della Questura di Cremona. Gli uomini agli ordini del dottor Mattia Falso, hanno consegnato durante la mattinata di mercoledì, una serie di ordinanze di custodia cautelare (delle nove persone coinvolte, cinque sono già detenute). L’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato.

Le indagini erano partite dal furto messo a segno all’azienda dolciaria Vergani nella notte tra il 25 e il 26 maggio 2015, con un bottino di mandorle dal valore di 400mila euro. Attraverso una serie di attività investigative, che sono andate dall’esame delle telecamere dell’azienda a quelle dei caselli autostradali da cui i malviventi erano passati utilizzando automezzi pesanti, gli agenti sono riusciti a risalire ai vari membri della banda, nove persone residenti tra Cremona e Cerignola. Si tratta di: S.G.E. di 45 anni, E.F. di 31 anni, L.G. di 60 anni, S.L. di 52 anni, S.O. di 40 anni, M.S. di 55 anni, G.S. di 35 anni, P.R. di 29 anni, N.S. di 37 anni.

Gli automezzi utilizzati erano tutti intestati a un prestanome, di Cerignola (L.G.). Gli investigatori hanno ricostruito i viaggi fatti dagli automezzi tra Cremona e Cerignola, la prima considerata la base organizzativa e la seconda quella logistica della banda. Il boss dell’associazione a delinquere era un foggiano residente a Cremona, il 55enne M.S. Si trattava di una banda ben organizzata, con una serie di compiti ben definiti: ad esempio il 31enne, di nazionalità albanese, si occupava di effettuare i sopralluoghi, come aveva fatto al caseificio Saviola di San Giovanni in Croce, obiettivo che la polizia teneva d’occhio e a cui la banda aveva poi rinunciato. Sempre nel Cremonese, era stato fatto un altro tentato furto, alla Plac di via Bastida alla fine di luglio del 2015. Molti altri, si erano verificati nelle province limitrofe: Piacenza, Mantova, Brescia, Ferrara, Reggio Emilia, Chieti, Perugia, Parma, Milano, Cuneo.

Laura Bosio

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