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Filippo Bongiovanni: "Ecco perché ho scelto di candidarmi in Regione"

Come è nata l’idea, gli chiediamo? "Il partito mi ha chiesto di mettermi a disposizione, credo per una forma di riconoscimento per il lavoro svolto da amministratore prima in Provincia poi in Comune. Ho avuto pochi giorni di tempo ma ci ho riflettuto molto".

CASALMAGGIORE – Non è una candidatura come le altre quella di Filippo Bongiovanni. Il sindaco di Casalmaggiore ha infatti deciso di presentarsi con la Lega Nord in appoggio al candidato presidente della Regione Attilio Fontana.

Come è nata l’idea, gli chiediamo? «Il partito mi ha chiesto di mettermi a disposizione, credo per una forma di riconoscimento per il lavoro svolto da amministratore prima in Provincia poi in Comune. Ho avuto pochi giorni di tempo ma ci ho riflettuto molto, e a fine gennaio ho detto sì, in quanto penso sia
una grossa opportunità per dare voce al nostro territorio, che ne ha particolarmente bisogno».

Si presenta in un collegio che coincide con la provincia di Cremona, cosa che penalizza chi è conosciuto nell’Oglio Po, e cerca voti a Rivolta d’Adda ma non può farlo a Viadana. «Sono stato vice presidente e assessore provinciale, quindi mi sono fatto conoscere anche nel Cremasco. Ne conosco le esigenze, che in
fondo sono simili a quelle del Casalasco».

Nel caso fosse eletto, qual è la prima cosa da fare per il Casalasco? «Assolutamente un focus diretto sulle infrastrutture stradali e ferroviarie nelle sedi competenti e opportune, comprendendo quindi Rfi e Trenord». E in quale settore si sentirebbe di assumere deleghe? «Sia da amministratore provinciale che da sindaco ho toccato con mano vari settori, non sarebbe quindi un problema la commissione. Certo io sono un legale, quindi abbastanza esperto in affari istituzionali, ma ho esperienza anche in infrastrutture, attività produttive, sanità e welfare, agricoltura e territorio».

Da gennaio la carica di assessore regionale è incompatibile con quella di consigliere, ma non risulta lo sia per il sindaco. Perché non assessore, dove l’Oglio Po ha perso una figura come Fava, e sindaco assieme? «A parte che credo sia incompatibile, parlare di assessorati in questo momento è fuori luogo. Non c’è nulla sul tavolo, arriviamo prima al 5 marzo, vedremo dallo scrutinio chi ha vinto e chi sarà eletto, poi si parlerà di assessorati. Io personalmente non ci ho mai pensato». Nel caso fosse eletto, dovrebbe comunque dimettersi da sindaco a poco più di un anno dalle elezioni. Sarà un problema per la città? «Nel corso di questi 4 anni abbiamo portato avanti e approvato tutti i progetti prefissati, quindi il passaggio di consegne, nel caso fossi eletto, sarà sereno. Ad andare avanti saranno il Vicesindaco e gli uffici. Con tutti i progetti esecutivi già  approvati, ci aspettano mesi di inaugurazioni».

Il che si tradurrebbe in un favore a chi magari dovrà presentarsi tra un anno… «Chi si candiderà al mio posto potrà sfruttare l’opportunità. La nostra squadra è molto coesa». Se invece non fosse eletto? Si ricandiderebbe a sindaco? «Sarei a disposizione, a decidere sarebbero i gruppi che mi sostengono».
Ha avuto resistenze alla decisione di candidarsi al Pirellone? «Polemiche interne no, diciamo che in diversi si sono mostrati dispiaciuti, ben sapendo quanto bene abbiamo lavorato assieme, ma tutti hanno capito la grande opportunità per il territorio».

A prescindere dai giudizi sul suo operato, tutti le riconoscono il grande impegno profuso. «Ci sono sempre, 24 ore su 24. I risultati si stanno vedendo. Coi tempi di una pubblica amministrazione non è che schiocchi le dita e si aggiusta una strada, però ora emerge il lavoro svolto a monte. Mentre i miei competitors sono in campagna elettorale sul territorio, io sono sempre qui, anche adesso, a fare cose per la mia città».

V.R.

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