Ricetta M5S su infrastrutture: "Ma serve la capacità di ascolto delle proposte"
"Il parallelo tra grandi e piccole opere è purtroppo un simbolo di quello che non va. Anche per questo l’invito col quale voglio chiudere questa serata è ad essere curiosi sempre: perché la curiosità stimola le domande e non fa mai male" ha spiegato Zolezzi.
CASALMAGGIORE – La serata di giovedì in Auditorium Santa Croce è servita per fare il punto delle infrastrutture del comprensorio Oglio Po e al contempo per presentare le idee dei candidati del Movimento 5 Stelle, che hanno organizzato l’incontro moderato dal giornalista Marco Bazzani. Stefano Capaldo, candidato alla Camera, si è presentato come “rappresentante del territorio, a differenza di Volpi della Lega che arriva da Pavia e di Maria Elena Boschi per il Pd”.
“La prima analisi – ha detto Capaldo – riguarda i ponti e, oltre a quello di Casalmaggiore e San Daniele, ricordo che il ponte di Viadana-Boretto è a fine vita strutturale. Lavorando a Colorno conosco benissimo il momento che noi pendolari stiamo vivendo: l’assurdo è che si investono miliardi in grandi opere inutili – 5 per la Pedemontana, 2.4 per la Brebemi e 2.2 per la Teem – e poi si dice che non vi sono soldi per il ponte”. Capaldo ha poi spiegato che “non è vero che i 5 Stelle fanno solo critiche: ci siamo mossi subito ed è stato molto bravo il nostro consigliere regionale lombardo Andrea Fiasconaro per la mozione sullo stato di emergenza, così come ricordo la risoluzione parlamentare firmata da Zolezzi e Toninelli. Abbiamo anche chiesto un tavolo nazionale, cercando di coinvolgere il genio pontieri, ma questo non è stato possibile mancando proprio lo stato di emergenza, che non è stato approvato ed era condizione indispensabile. La nostra proposta è un piano nazionale straordinario di manutenzione e di ripristino dei ponti sul Po, dicendo no al Tibre autostradale e chiedendo un ponte nuovo esattamente dove oggi sorge quello malandato, non altrove”. Capaldo ha poi rivelato la mossa di Dario Violi, candidato governatore per la Regione. “E’ stato alla Bei con alcuni europarlamentari e ha strappato un pre-accordo di finanziamento per le linee ferroviarie locali. Nessuno aveva mai avanzato richieste del genere, chiedendo risorse solo per grandi opere, gli è stato risposto, con stupore. Da parte nostra l’intenzione è anche di spostare il trasporto merci su rotaia: siamo all’80%, vorremmo avvicinarci alla Svizzera che trasporta merci su ferro per un 50% del totale”.
Capaldo ha ringraziato la stampa locale per l’attenzione e il lavoro svolto sulla questione ponte e treni. E’ toccato poi a Marco Degli Angeli, candidato consigliere per Regione Lombardia. “Sono di Crema e sono un pendolare. Conosco bene la situazione. A chi dice che non saremmo competenti, rispondo ricordando il lavoro del cosiddetto Dream Team voluto da Maroni che, per un cambio del sistema informativo e un percorso di sostituzione del materiale rotabile, portò avanti un progetto costato il triplo rispetto alle previsioni iniziali, senza avere testato nessun mezzo nuovo. Non solo: per le mancanze di questa task force così esperta – ha detto Degli Angeli con ironia – in una giornata si sono bloccato 600 treni, ossia il 25 per cento della flotta. E parliamo di dirigenti indagati o arrestati, ma ora già reinseriti nel poltronificio lombardo. Quello che serve sono progetti, obiettivi, tempi chiari e controlli. I soldi ci sono. Ci sono sempre stati, basta saperli utilizzare dove servono”.
Assente Danilo Toninelli, ko per la febbre, la serata è passata poi dalla presentazione del progetto alternativo di sistemazione del ponte redatto dal professor Edmondo Vitiello e dall’ingegner Aldo Gerevini (ne parliamo in un articolo a parte). Paolo Antonini, presidente del Comitato Treno Ponte Tangenziale, ha commentato con amarezza. “Ora che conosciamo questo progetto, restiamo a bocca asciutta e siamo indignati verso una Provincia (di Parma, ndr) che non ha fatto nulla per rendere nota questa iniziativa parallela al progetto di incerottamento che invece è stato sposato. Non è una buona lezione di democrazia restare chiusi in una stanza e decidere per tutti. Abbiamo chiesto un confronto tecnico e ci è stato negato. Purtroppo l’idea pre-confezionata non è mai stata messa in discussione. Siamo inoltre amareggiati perché lo stato di emergenza non è mai stato preso in seria considerazione: era una buona occasione per unire l’etica al “fare presto”. Invece abbiamo perso tanto tempo, così come già era successo col Tibre, col risultato che intanto vicino a noi hanno fatto la tangenzialina e noi, abbindolati da questa falsa speranza, siamo rimasti senza”.
Ha preso la parola Cesare Vacchelli dei Comitati Ambientalisti. “Il tempo perso è stato quello per il ponte provvisorio: abbiamo parlato di questo senza avere una visione completa della viabilità all’interno della quale pensare il ponte nuovo. Se uno amministra deve valutare dove investire e farlo in modo duraturo e non con orizzonti incerti. Invece l’idea del ponte provvisorio ha accecato parecchie persone e ha distolto l’attenzione di politica e cittadini dall’obiettivo principale. Ora dobbiamo fare attenzione ad un altro “gioco” di questo tipo: si parla di autostrade e si rischia di perdere di vista il vero tema, quello di ferrovie e Tibre ferroviario. Questo incontro, però, purtroppo arriva tardi”.
Ad Alberto Zolezzi, deputato uscente e nuovamente candidato, il compito di chiudere la serata. “In questi cinque anni ho incontrato più di mille professionisti e solo una ventina di questi incontri ha portato a qualcosa. E’ necessario avere più concretezza ma serve anche ascolto e quanto accaduto al progetto del prof. Vitiello (invitato proprio da Zolezzi, ndr) è emblematico delle porte in faccia che spesso si prendono. Non avere accettato un concorso di progetto per il ponte è la vera stortura, perché si è scelta una strada univoca, senza discussioni e dunque senza possibilità di miglioramenti. E il progetto del prof. Vitiello e dell’ingegnere Gerevini ha molti punti di valore. Certo, serviva tempo per raccogliere dati (Zolezzi ha così risposto all’accusa di un incontro tardivo avanzata da Vacchelli, ndr). Manca spesso la volontà di dare una risposta, oltre alla capacità di decidere. Come il prof. Vitiello ci ha spiegato, l’incerottamento previsto del ponte non offre garanzie di sicurezza e strutturali, dunque rischiamo di perdere del tempo. Il parallelo tra grandi e piccole opere è purtroppo un simbolo di quello che non va. Anche per questo l’invito col quale voglio chiudere la serata è ad essere curiosi sempre: perché la curiosità stimola le domande e non fa mai male”.
Giovanni Gardani