Cronaca

'Il ponte che verrà': la politica s'incontra per parlare del futuro delle infrastrutture

essendo il periodo elettorale è il momento migliore per chiedere alla politica quale sarà l'impegno per il territorio. I Comitati devono avere un ruolo di stimolo

CASALMAGGIORE – ‘Il Ponte che vorrei’. Questo il titolo scelto per l’incontro, organizzato dal coordinamento dei comitati ed associazioni ambientaliste del piadenese – casalasco – viadanese, dal coordinamento dei comitati ambientalisti della Lombardia, dalla FIAB Coordinamento Lombardia, dalla FIAB Oglio Po, dal WWF Cremona, dal Comitato Slow Town e dal Comitato Treno Ponte Tangenziale.

Undici i relatori che si susseguiranno, venerdì 9 febbraio a partire dalle 20.45, all’Oratorio Santo Stefano di Casalmaggiore. 8 i politici: Davide Viola, presidente della provincia di Cremona, Filippo Fritelli, presidente della provincia di Parma, Filippo Bongiovanni, sindaco di Casalmaggiore, Michela Canova, sindaco di Colorno, Luciano Pizzetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Carlo Malvezzi, consigliere Regionale Lombardia, Massimo Iotti, consigliere Regionale Emilia Romagna. Poi ci saranno l’architetto Dante Bernini, Piercarlo Bertolotti coordinatore di FIAB Lombardia, Cesare Vacchelli per gli ambientalisti e Paolo Antonini, presidente del Comitato Treno Ponte Tangenziale.

“L’idea – ha spiegato Cesare Vacchelli – è partita per andare incontro a tutto un territorio che sta soffrendo, con due punti fondamentali. Il primo in attesa che il ponte venga riparato è arrivato il momento di parlare del nuovo. Il secondo, essendo il periodo elettorale è il momento migliore per chiedere alla politica quale sarà l’impegno per il territorio. I Comitati devono avere un ruolo di stimolo, incalzare la politica affinché faccia passi chiari”.

Si parlerà dunque di impegni, di promesse, a meno di un mese dalle elezioni regionali e politiche: il tempo più adatto per parlare di sogni ed utopie sentendosi ascoltati. Vacchelli ha proseguito nella presentazione parlando del ponte che verrà, che dovrà avere criteri di funzionalità ma anche di bellezza, e prevedere un impegno anche per la mobilità ciclabile. “Un ponte adatto al contesto, che sia anche parte integrante di una rete ciclabile”.

Paolo Antonini, da par suo, ha parlato di adesione del Comitato: “Abbiamo aderito a questa iniziativa perché sino ad oggi il Comitato si è occupato per lo più dei disagi dei pendolari, disagi legati al ponte e alla ferrovia ma è giusto cominciare a ragionare sul nuovo. Oggi sono un po’ più tranquillo sapendo che sarà ANAS a prendersi carico della cosa. Il Ponte sulla 343 è un’opera strategica a livello nazionale e tante risposte non le possono dare i tecnici. E’ importante sapere quali saranno le scelte dei candidati. Per fare il ponte a San Benedetto Po ci sono voluti 6/7 anni. Il ponte riparato, nella migliore delle ipotesi, non durerà più di dieci anni. E’ per questo che bisogna cominciare adesso a parlare delle ipotesi viabilistiche del futuro, del ponte nuovo”.

Filippo Bongiovanni ha ringraziato per l’iniziativa: “Siamo in un momento critico, ma abbiamo trovato una strada. Bene la cessione della responsabilità della 343 all’ANAS. A questo punto, e sapendo chi è l’interlocutore, ogni politico ad ogni livello dovrà fare il suo. Ringrazio il Comitato per quello che sta facendo. Lavorando in sinergia si sta portando a casa qualche riusultato. Ognuno deve cercare di accompagnare questo percorso verso la risoluzione della questione”.

Anche Ezio Corradi ha parlato della necessità di parlare di intermodalità e dell’opportunità, in questo contesto, del rilancio della questione della TiBre ferroviaria.

Appuntamento dunque al 9 febbraio. Nella speranza di poter avere un poco più di chiarezza, e qualche risposta in più anche sul ponte che verrà.

Nazzareno Condina

 

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