Ponte, d'accordo i cerotti ma già si pensi al progetto per il nuovo. A Casalmaggiore!
E' difficile pensare a un ponte lontano dall’asse Casalmaggiore-Colorno, anche perché l’investimento così oneroso potrebbe lievitare qualora la viabilità di raccordo dovesse essere rivista.
CASALMAGGIORE – I fondi sbloccati dal Governo per l’incerottamento del ponte sul Po di Casalmaggiore rischiano, in teoria, di fare passare in secondo piano quella che, oltre l’emergenza del momento e dei prossimi mesi in particolare, è la vera esigenza dei territori a cavallo del Grande Fiume tra Casalmaggiore e Colorno, tra sponda cremonese ed emiliana.
Anche per questo il sottosegretario Luciano Pizzetti, subito dopo avere dato la notizia dello stanziamento di 6 milioni di euro per il ponte casalese, ha voluto precisare che, sin da quando partiranno i lavori di sistemazione del manufatto, sarà necessario non perdere tempo e partire con un’idea fissa e precisa: progettare un ponte nuovo, che quasi certamente verrà poi finanziato da Anas una volta che la strada Asolana, sulla quale il ponte insiste, sarà ceduta proprio dalle due province di Cremona e di Parma all’ente competente, che ha nelle proprie disponibilità finanze molto importanti. Si parla di 33 miliardi di euro, e l’investimento da 3 miliardi per le strade siciliane è lì a dimostrare il potere economico di Anas.
In molti si sono chiesti – non ultimo Paolo Antonini, presidente del Comitato TrenoPonteTangenziale – dove il nuovo ponte sorgerà, con un augurio che è più che altro un atto di indirizzo preciso a chi dovrà decidere: quel ponte, infatti, dovrà continuare a collegare Casalmaggiore e Colorno, senza essere spostato altrove. E’ emerso negli ultimi giorni il timore che il nuovo manufatto possa sorgere, nella sponda casalasca, tra Martignana di Po e Torricella del Pizzo, ma questo processo è più che altro legato al progetto del Tibre che, come noto, è bloccato da decenni e ha fatto sin qui passi avanti microscopici. Pizzetti, interpellato sul tema, ha rimandato la risposta definitiva ai tecnici, ma ha anche precisato che è difficile pensare a un ponte lontano dall’asse ormai consolidato Casalmaggiore-Colorno, anche perché l’investimento così oneroso – si parla di un centinaio di milioni di euro – potrebbe lievitare ulteriormente, qualora tutta la viabilità di raccordo al ponte dovesse essere rivista. Ecco perché l’invito è a non stravolgere nulla, mantenendo il tracciato già sfruttato in questi anni.
Quando i lavori di rappezzo del vecchio ponte partiranno, subito dovranno mettersi all’opera anche gli ingegneri, proprio per studiare una soluzione che consenta la costruzione di un nuovo manufatto, presumibilmente a fianco dell’esistente: se è infatti vero che il vecchio ponte può durare dai 5 ai 10 anni dopo i lavori si consolidamento, è altrettanto giusto evidenziare come non sia il caso di scherzare con il fuoco, visti i disagi enormi che questo territorio ha già subito in “soli”, si fa per dire, cinque mesi di chiusura. Meglio insomma, per una volta, giocare d’anticipo.
G.G.